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Archivi per Giugno 2018

Una traccia di storia da bocciatura

28 Giugno 2018 di Gianfranco Pasquino 1 commento

Per fortuna, gli esami non finiscono mai. A settembre potrò ripetere la prima prova alla quale sono stato giustamente bocciato. Infatti, ho negato qualsiasi rilevanza al contributo di Aldo Moro alla costruzione dell’Europa. Ho scritto che, primo, citare un suo discorso del 1975, quando il Mercato Comune era già in esistenza da 18 anni, mi pareva anacronistico e, uh uh, ho ceduto all’esagerazione/esasperazione, aggiungendo addirittura: sbagliato. A quale fine poi? Costruire il santino di Aldo Moro? Ho sostenuto, secondo, che non è minimamente possibile mettere sullo stesso piano, per quel che riguarda l’Europa, De Gasperi e Moro. Lo statista trentino ha quasi tutti i meriti iniziali, ma, anche per questo, cruciali, mentre il politico pugliese arriva dopo, tardi e poco. Ad esempio, non è neppure citato nell’imponente indice dell’autorevole Oxford Handbook of the European Union (Oxford University Press 2012) dove De Gasperi ha quattro citazioni e Spinelli (appena menzionato nella Traccia) ne ha sei. Però, confesso subito, ma non faccio nessuna autocritica, anch’io neppure lo cito, Aldo Moro, nel mio volumetto L’Europa in trenta lezioni (UTET 2017). [Per saperne di più…]

Archiviato in: Il tema in discussione Etichettato con: Tema. Svolgimento

Il caso Alfie Gard. Al di là dell’accanimento terapeutico

25 Giugno 2018 di Luisella Battaglia Lascia un commento

Il caso del piccolo Alfie Evans non può non riproporre alla nostra memoria la vicenda dolorosa di Charlie Gard. Diverse, certo – occorre sottolinearlo – le due condizioni: Charlie era affetto da una rarissima malattia che poteva essere aperta ad una terapia sperimentale, seppure dall’esito incerto, mentre per Alfie mancava una diagnosi clinicamente certa, dal momento che non si conosceva la causa della sua patologia. E, tuttavia, le domande che ci poniamo per entrambi sollevano ancora una volta i massimi problemi della bioetica: il conflitto tra sacralità e qualità della vita, i rapporti controversi tra morale e medicina, la relazione complessa tra etica e diritto. Chi può stabilire i limiti di una cura? Qual è il potere degli ospedali sui pazienti? Quali i diritti dei genitori? Siamo tutti d’accordo sul rifiuto dell’accanimento terapeutico, da intendersi come «l’ostinazione in trattamenti da cui non si possa fondatamente attendere un beneficio per la salute del malato e/o un miglioramento della qualità di vita» – e su questa base si è varata la recente legge sul biotestamento con una significativa convergenza tra differenti tradizioni morali, sia religiose che laiche – ma i due casi costituiscono un esempio emblematico di come il principio del rifiuto, nella sua applicazione a casi concreti, possa dar luogo a conflitti insanabili oltre che, come vedremo, a nuove forme di accanimento. [Per saperne di più…]

Archiviato in: Interventi Etichettato con: testamento biologico, charlie gard, alfie evans, eutanasia

Il test del collegio: le donne sono davvero svantaggiate?

21 Giugno 2018 di Marta Regalia Lascia un commento

La letteratura politologica ha più volte ribadito che i collegi uninominali rappresentano una sorta di ostacolo all’elezione delle candidate. Le ipotesi avanzate a questo riguardo sono molte. Le principali guardano allo stile di comunicazione, più aggressivo in una campagna elettorale in cui ‘chi vince prende tutto’ e, quindi, considerato meno vicino allo stile femminile; al ruolo di gate-keeping dei partiti che, anticipando possibili reazioni avverse degli elettori, preferiscono non candidare le donne; al carattere tradizionalmente meno combattivo delle donne che, secondo questa ipotesi, preferiscono non entrare in una competizione molto dura come quella dell’uninominale; o, infine, agli stessi elettori, che attribuiscono al buon politico doti maggiormente incarnate da candidati uomini (capacità di prendere decisioni, forza, autorevolezza, sicurezza, ecc.). [Per saperne di più…]

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Il futuro stretto dell’Europa

18 Giugno 2018 di Giovanni Ferri Lascia un commento

Per gli italiani della mia generazione (ho 60 anni) era naturale proiettare al futuro il ruolo dominante dell’Occidente. A guida statunitense sì, ma con una forte componente europea, di un’Europa che si andava unificando e rimaneva saldo partner degli USA. Questo scenario viene oggi messo in discussione. Il futuro dell’Europa si fa stretto, a meno che…

A indurre incertezze sul futuro dell’Europa contribuiscono fattori esterni e interni, talora combinandosi in spirali negative. Tra i fattori esterni si contano il cambiamento nel ruolo mondiale degli Stati Uniti; la politica di potenza della Cina; il crescente interventismo della Russia; la prorompente dinamica demografica in Africa. Nel complesso questi cambiamenti esterni complicano le prospettive dell’Europa. Tra i fattori interni menzionerei il riemergere di fratture tra paesi europei, accompagnate da inquietudini nazionali; l’incompletezza dell’Unione economica europea messa in tensione da vari fattori di crisi; l’inadeguatezza delle politiche sociali nell’UE; l’assenza di una vera Unione politica; la deficienza di una politica estera e di difesa comuni. Nel loro insieme, le fragilità interne indeboliscono la fiducia nell’UE e tra europei. [Per saperne di più…]

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Perché non ha più senso parlare di partiti cattolici

14 Giugno 2018 di Corrado Ocone 1 commento

Non ho particolari titoli per parlare sul tema dei ‘cattolici in politica’, ma ho l’impressione che si tratti di una questione che, al pari di quella dei ‘liberali in politica’, appartenga a un altro tempo, al secolo scorso. Non perché i cattolici non debbano pretendere di far sentire la loro voce nello spazio pubblico, al contrario di quanto esigeva il vecchio laicismo, contribuendo così a determinare le scelte politiche di fondo della comunità in cui vivono, ma perché, più semplicemente, la politica non sembra più essere il luogo delle grandi e più o meno stabili organizzazioni. Quelle che avevano, per intenderci, un programma più o meno organico e coerente da portare avanti e un riferimento più o meno forte ad un universo di valori e ad una ‘visione del mondo’ ben definiti. Fra l’altro, gli stessi cattolici forse mai come oggi non si sentono unità, nemmeno sotto le insegne del pontefice romano, che nella prassi concreta da tanti di loro tutto è considerato fuorché ‘infallibile’. [Per saperne di più…]

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IL TEMA IN DISCUSSIONE

Stato e nazione in Italia all’ombra del ’68

21 Gennaio 2019 di Danilo Breschi 5 commenti

La riflessione che Dino Cofrancesco ha di recente proposto alla nostra attenzione sul forum di «ParadoXa» (Il sessantottismo come anticomunismo assoluto) parte dalla constatazione che la malattia di cui ha sofferto l’Italia a cominciare dal ’68, malattia forse mortale, comunque assai grave e prolungata, «è la crisi della comunità politica – la ‘morte della patria’ […] – ovvero l’assoluta … [continua]

Archiviato in: Il tema in discussione Etichettato con:Il ’68, lo Stato, la nazione

Premesse e volti del lungo Sessantotto italiano

17 Dicembre 2018 di Claudia Mancina 1 commento

Non fu il ‘68 a portare il vento della giovinezza nella società italiana. C'era già negli anni immediatamente precedenti. Io ricordo il senso di promessa, di apertura, di futuro. L'incontro tra Kennedy e Krusciov faceva sperare nella fine della guerra fredda. I Kennedy erano un mito anche per me che ero comunista; dall'Est europeo arrivavano critiche al comunismo sovietico a cui eravamo sensibili. … [continua]

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Il ’68: tra iper-capitalismo e anti-nazionalismo

10 Dicembre 2018 di Andrea Bixio Lascia un commento

La riflessione di Cofrancesco sul ’68 ha il merito di aver colto con lucidità forse la ragione più profonda della crisi attuale del nostro Paese, la perdita del sentimento di appartenenza ad una comunità politica. Il nostro sentimento nazionale è talvolta minato da una sottile malattia. Una sorta di senso servile che gli impedisce di riconoscere il valore di una identità anche nel momento semmai … [continua]

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Il sessantottismo come anticomunitarismo assoluto

29 Novembre 2018 di Dino Cofrancesco 2 commenti

Nel corso delle tavole rotonde dedicate alla presentazione del fascicolo di «Paradoxa», da me curato, Il 68 italiano. Radici storiche e culturali, ho provato una sensazione di disagio ogni volta che un relatore ha commentato il mio saggio Il Sessantotto e la Resistenza. Eccetto Andrea Bixio, quasi tutti hanno ripreso i temi da me trattati in un’ottica ‘societaria’ – riferita alla forma di governo … [continua]

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