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Articoli scritti da: Adriano Fabris

Contro l’estremismo

18 Febbraio 2021 di Adriano Fabris 1 commento

Un fantasma s’aggira per il mondo. È uno spettro che ritorna spesso nella storia umana, ma che oggi si propone con forza ancora più grande, egemonizzando i comuni modi di pensare e di agire. Si tratta della tendenza a portare tutto all’estremo, a polarizzare le situazioni, a considerare unilateralmente ogni cosa, indisponibili a trovare un punto d’incontro.

È andata sempre così. La storia è fatta da chi esagera: anche se ciò ha portato spesso lutti e rovine. Ma oggi, se possibile, le cose devono essere ancor più esagerate. La moderazione non solo non viene esercitata, ma non è neppure considerata un valore. Di conseguenza non se ne sente il bisogno. E ci si predispone a un’unica alternativa: o tollerare le posizioni altrui, tutte quante – perché a ben vedere ci sono tutte indifferenti, a meno che non tocchino un nostro interesse – oppure attrezzarsi al conflitto. [Per saperne di più…]

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Tre cose che ci ha insegnato la pandemia

6 Luglio 2020 di Adriano Fabris 2 commenti

Stiamo ormai uscendo dall’emergenza pandemia dovuta al COVID-19 e speriamo davvero, grazie a specifiche strategie di convivenza, di non dovervi rientrare. Speriamo anche che un vaccino venga trovato, sperimentato e diffuso velocemente, per tornare alla normalità. Nonostante la voglia di lasciarci alle spalle mesi che hanno interessato tutti, in maniera più o meno tragica, possiamo tentare un piccolo bilancio di ciò che quest’esperienza ha comportato e riflettere sull’insegnamento che da essa possiamo trarre. Mi limiterò a qualche piccolo spunto.

Anzitutto bisogna dire che, se nell’epoca pre-COVID assistevamo molto spesso alla lotta fra le opinioni di chi riteneva di avere il diritto di esprimersi su tutto, anche senza possederne le competenze, ora questa lotta si è estesa anche a chi, almeno in precedenza, credevamo ne fosse immune. [Per saperne di più…]

Archiviato in: Il tema in discussione Etichettato con: CoVid19. Le angolazioni della crisi

Coronavirus e didattica digitale

9 Marzo 2020 di Adriano Fabris Lascia un commento

La storia della comunicazione, come si sa, procede per aggiunte, non già per sostituzioni. Questo vuol dire che il diffondersi delle tecnologie comunicative non elimina l’uso di precedenti canali o strumenti, sebbene, inevitabilmente, finisca per ridimensionare il loro spazio d’azione. Non smettiamo certo di parlare se vogliamo rivolgerci a qualcuno, sebbene ora siamo in grado di comunicare con lui (o con lei) anche attraverso WhatsApp.

Tutto ciò vale anche per le forme comunicative utilizzate nel campo dell’educazione e della formazione. Per questo sono diffusi da tempo, e sono ormai modalità consolidate di apprendimento, percorsi di eLearning che reimpostano la didattica tradizionale, stimolano in altro modo, rispetto a quelli del passato, le capacità dei nostri ragazzi e si integrano con i dispositivi che essi usano quotidianamente. A queste nuove proposte d’insegnamento, alle opportunità che esse offrono e ai rischi che ci fanno affrontare «Paradoxa» ha dedicato un bel fascicolo (anno XII, numero 3, luglio/settembre 2018), dedicato appunto al tema Scuola e digitale.

[Per saperne di più…]

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Scuola e digitale – 2° Parte

29 Ottobre 2018 di Adriano Fabris Lascia un commento

[Introduzione da «Paradoxa» 3/2018, Scuola e Digitale, a cura di Adriano Fabris. Qui la prima parte].

Ciò che fa problema, in altre parole, non è solo il fatto che si debbano insegnare le competenze necessarie per muoversi nei vari mondi digitali. È piuttosto il fatto che l’apprendimento di tali competenze sembra destinato a soppiantare quello delle conoscenze e dei contenuti che venivano tradizionalmente insegnati. Il diffondersi delle tecnologie anche in ambito didattico modifica infatti radicalmente la funzione, il valore e lo stesso significato dei contenuti che vengono appresi: fino a far pensare che, nella misura in cui tali contenuti sono sempre disponibili in rete, la loro acquisizione e il loro apprendimento da parte degli studenti siano qualcosa di superfluo. Anche in questo caso, insomma, sembrerebbe che il ‘mezzo’ finisca per risolvere in sé il ‘messaggio’: tanto per parafrasare il famoso motto di McLuhan.

Su questo punto, però, bisogna essere chiari. La didattica che mira a uno sviluppo delle competenze non può comportare la rinuncia a una didattica sui contenuti. Tutt’altro. Implica semmai uno sforzo in più da parte di tutti, studenti e insegnanti, e l’apertura di un nuovo fronte educativo per cogliere e approfondire i contenuti stessi in maniera adeguata. Tutto ciò, d’altronde, è inevitabile. Nella società della conoscenza, come oggi si è venuta a delineare grazie al sempre più diffuso utilizzo delle tecnologie emergenti, la mera acquisizione di contenuti non basta più. Questi contenuti bisogna saperli trovare, bisogna saperli vagliare e rielaborare criticamente. Ecco ciò che deve insegnare la didattica che promuove uno sviluppo delle competenze. [Per saperne di più…]

Archiviato in: Interventi

Scuola e digitale – 1° Parte

25 Ottobre 2018 di Adriano Fabris Lascia un commento

[Introduzione da «Paradoxa» 3/2018, Scuola e Digitale, a cura di Adriano Fabris. Di seguito la prima parte dell’intervento, la seconda con la prossima uscita].

 

Viviamo in un’epoca complessa e interessante, a causa soprattutto delle grandi trasformazioni tecnologiche che hanno ormai cambiato il nostro ambiente quotidiano e le nostre forme di relazione. Viviamo però, per lo stesso motivo, in un’epoca di paradossi. Uno di questi paradossi riguarda l’ambito della formazione. È proprio la nostra scuola a esserne interessata. Il paradosso consiste nel fatto che, da un lato, le possibilità di apprendimento sono oggi enormemente ampliate, proprio grazie agli strumenti tecnologici di cui facciamo uso in maniera massiccia. Sono ampliate ben oltre i luoghi e i tempi in cui la formazione veniva tradizionalmente condotta: i luoghi e i tempi dell’istituzione scolastica. Dall’altro lato però, di fronte a questa disseminazione di opportunità formative, proprio l’ambiente della scuola ha manifestato diffidenza. Invece di accettare la sfida a integrare le ulteriori potenzialità educative nei loro progetti didattici, invece di provare a estendere al di là degli spazi a ciò di solito deputati la propria missione – rendendola davvero capace d’incidere sulla vita delle persone e sui vari aspetti della società –, molti insegnanti hanno sollevati dubbi e perplessità sulla funzione che gli strumenti tecnologici posso avere nei processi di apprendimento. Di più. È emersa una vera e propria paura nei confronti delle trasformazioni, a livello antropologico e sociale, che le tecnologie hanno posto in atto. Subito si sono aggiunte poi le preoccupazioni dei genitori e tutto ciò ha infine trovato la sua cassa di risonanza e la sua giustificazione teorica nelle tesi espresse pubblicamente da alcuni pedagogisti. [Per saperne di più…]

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Quando il legame non lega, ma soffoca: i cordoni ombelicali che strozzano l’Italia

21 Settembre 2017 di Adriano Fabris Lascia un commento

È particolarmente felice, per descrivere la struttura della società italiana e comprendere il perché di molti suoi problemi, la distinzione tra associazioni bridging e bonding che è stata sviluppata da Gianfranco Pasquino, sulla scorta di Robert Putnam, nel fascicolo di «Paradoxa» da lui coordinato, dedicato a “Le società (in)civili”. Le prime associazioni, come sappiamo, servono a costruire legami che sono funzionali al benessere dell’intera società; le seconde promuovono gli interessi dei propri affiliati. A partire da questa distinzione voglio riflettere qui su alcuni aspetti del secondo approccio e sul modo in cui esso viene declinato nel nostro paese. [Per saperne di più…]

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Io non sono vecchio. In-vecchio

12 Giugno 2017 di Adriano Fabris 1 commento

Siamo un paese di vecchi: lo dicono tutte le statistiche. Siamo secondi solo al Giappone. Il Giappone si sta attrezzando da tempo con robot assistenti. Noi, pur lamentandoci degli immigrati, importiamo badanti.

La vecchiaia è un problema: sociale, economico, politico. La prevalenza di vecchi sta trasformando radicalmente la nostra società. La immobilizza e costringe i pochi giovani rimasti a cercare opportunità altrove. Tutto ciò ha conseguenze economiche di non poco conto. Visto che si è voluto risparmiare sulle pensioni prolungando l’età che consente di maturarne il diritto, non dobbiamo poi sorprenderci se, alla fine, a risentirne è la dinamica produttiva dell’intero paese. È tuttavia a livello di mentalità condivisa che i vecchi spadroneggiano, imponendo i blocchi, le paure e le fissazioni proprie della loro età. Ed è dunque a tale forma mentis che molte narrazioni politiche fanno riferimento, facendo leva su di essa per ottenere consenso. [Per saperne di più…]

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