Lo scritto di Benedetto XVI sui mali della Chiesa e non solo, le sue riflessioni sui nostri stessi mali toccano una questione di fondo che riguarda la stessa condizione etica dell’epoca moderna: il conflitto fra una concezione ascetica del bene e una visione secolarizzata che pone dominante il piacere. Quello fra l’idea che vi siano valori indisponibili e la concezione che i valori li farebbe dipendere da una valutazione delle condizioni nelle quali ci si venga a trovare. In altre parole fra un’etica ascetica e un’etica fondata su quelle teorie probabilistiche che furono elaborate in ambito cattolico in concomitanza con l’affermazione del capitalismo. [Leggi di più…]
Il ’68: tra iper-capitalismo e anti-nazionalismo
La riflessione di Cofrancesco sul ’68 ha il merito di aver colto con lucidità forse la ragione più profonda della crisi attuale del nostro Paese, la perdita del sentimento di appartenenza ad una comunità politica.
Il nostro sentimento nazionale è talvolta minato da una sottile malattia. Una sorta di senso servile che gli impedisce di riconoscere il valore di una identità anche nel momento semmai della disfatta. Mi sono chiesto se anche nel sessantotto non si annidasse un tale senso. E mi sono purtroppo risposto che sì, ancora una volta in quel periodo ci siamo trovati di fronte al manifestarsi di quella malattia endemica.
Retrospettivamente, a mio parere, in un tale periodo quest’ultima ha ripreso vigore a causa dell’ipercapitalismo che ha surrettiziamente influenzato i vari movimenti di protesta. [Leggi di più…]
I cattolici tra razionalismo e irrazionalismo, tra autenticità e omologazione
I cattolici italiani devono interloquire a partire da norme consolidate dalla dottrina e magari dal diritto canonico, ad esempio in materia di famiglia o in materia di salvezza? O devono dialogare a partire da istanze sociali ed intellettuali considerate prevalenti nella società attuale cercando di individuare valori che siano idonei a riarmonizzare da un lato la Chiesa con la società, dall’altro lato la società con se stessa quando sia attraversata da conflitti etici profondi?
Dalla lettura del testo di D’Agostino e dei commenti già pervenuti mi è sembrato si potessero dedurre i due interrogativi che seguono. Ed è su questi che è senz’altro utile svolgere una breve riflessione.
Prima di tutto ritengo che si debbano evitare due errori gravi. Da un lato confondere il legato dottrinale che abbiamo ereditato dal passato con la parola di Cristo fino a sovrapporre quello a questa, dall’altro lato subire l’egemonia di forme di comportamento sociale prive di un autentico fondamento che si ritengano legittime solo perché apparentemente prevalenti. [Leggi di più…]