Caro Stato-nazione,
devi essere in condizioni davvero disperate per rivolgerti direttamente a me per iscritto. C’incontriamo tutti i giorni sulle strade del mondo dove tu, povero vecchio, obsoleto e ostinato, arranchi controvento per tornare indietro. Naturalmente, non ci riesci e ti incattivisci, fuori e dentro. Infatti, i problemi, che da solo non risolverai mai, sono tutti al tuo interno e imbeceriscono coloro che vivono dentro i tuoi confini e si armano per difenderli. Ci sono luminose eccezioni di Stati che hanno raggiunto un modus vivendi con me, e io con loro. Sono gli Stati ben governati, nella legittimità, nel consenso, nell’efficienza, nell’assenza di corruzione. Eddai, lo sai, sono tutti i paesi Nordici e tutte le democrazie della diaspora anglosassone. Quando uno di quei paesi come – spiace dirlo – la Gran Bretagna fa le bizze e fa la Brexit, neanche ci riesce, manifestando tutti i vizi degli Stati-nazione che pensano di vivere meglio recuperando la sovranità, ed entrano in contraddizioni irrisolvibili e costose. Quell’altro ipersovranista di Trump continuerà a dire, spero per poco, America First, ma è costretto a trovarsi amici, come Vladimir Putin, piuttosto deplorevoli (sono sicuro che apprezzi il mio elegante understatement) e a fare le guerre, quella del commercio essendo la più stupida, conseguenza ineluttabile del vostro sovranismo. [Leggi di più…]