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Democrazia monitorante

15 Luglio 2021 di Antonio Campati Lascia un commento

Da molto tempo, sono disponibili diversi strumenti che consentono di controllare il funzionamento e la qualità della democrazia, appagando almeno in parte le crescenti richieste delle opinioni pubbliche di poter verificare costantemente l’attività degli eletti e riducendo così la forte sfiducia nei confronti della sfera politica. Lo sviluppo di queste istituzioni monitoranti ha però determinato anche dei cambiamenti significativi nell’architettura della stessa democrazia.

Infatti, John Keane – professore di Teoria politica all’Università di Sidney e al Centro di ricerca per le Scienze sociali di Berlino – ci invita a riflettere sul concetto di «democrazia monitorante» proprio per richiamare quel fenomeno di portata mondiale contraddistinto dall’invenzione di decine e decine di meccanismi di sorveglianza del potere che «hanno avuto l’effetto di mutare lo spirito, il linguaggio, la geometria politica e le dinamiche quotidiane della democrazia» (Potere e umiltà. Il futuro della monitory democracy, Hopefulmonster 2021, p. 25). [Leggi di più…]

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È corretto parlare di «democrazia illiberale»?

26 Luglio 2018 di Antonio Campati 1 commento

Con sempre maggiore frequenza, all’interno del dibattito sui mutamenti della democrazia, vengono indicate come «democrazie illiberali» quei paesi che, più o meno gradualmente, minacciano alcuni fondamentali principi che concretizzano l’ideale democratico. Con un’accezione solo in parte differente, questa espressione veniva utilizzata dagli studiosi dei regimi politici già oltre vent’anni fa, alla metà degli anni Novanta, per indicare proprio quei paesi dove il processo di democratizzazione faticava a imporsi o dove, invece, era sul punto di fallire. Il contesto mondiale, allora, era molto differente dall’attuale. Le aspettative verso una «globalizzazione della democrazia», specialmente dopo la caduta del muro di Berlino, erano molto alte. Oggi, invece, il quadro sembra essersi capovolto. I segnali di disaffezione verso la pratica democratica sono conclamati (per alcuni addirittura irreversibili) e, pertanto, sembra farsi strada una forma, per così dire, light di democrazia, nella quale gli organi indipendenti non sono più tali perché legati a doppio filo con l’esecutivo, le minoranze non sono riconosciute e, in taluni casi, persino perseguitate, i capi di governo non mostrano imbarazzo nell’utilizzare metodi dispotici, specialmente se scelti attraverso elezioni che in realtà somigliano molto a plebisciti (e non più a libere e regolari competizioni): in pratica, sta emergendo una forma di governo che mantiene in parte alcuni caratteri democratici, ma che rinuncia ai presupposti liberali, appunto una «democrazia illiberale». [Leggi di più…]

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