È forse dalla fine della Seconda guerra mondiale che in Italia — ma non solo in Italia — il liberalismo dei nostri padri, quello ottocentesco, ha disertato le nostre menti ma, soprattutto, i nostri cuori. Il suo posto è stato preso dal liberalismo secentesco e settecentesco, individualistico e razionalistico, oggi divenuto la filosofia politica ufficiale dell’Occidente. [Leggi di più…]
Quelli che il cordone sanitario…
La citazione è lunga, e me ne scuso con il lettore, ma vale la pena riflettere sull’articolo di Claudio Tito, a commento delle elezioni austriache, Tornano i fantasmi del passato, «La Repubblica», 30 settembre u.s.: «L’idea di ricorrere ad un “Fronte Popolare” anche in Austria va considerato un dovere. Questi sono tempi straordinari in cui la differenza politica non si basa più sul confronto tra ricette e modelli alternativi, ma tra l’idea di proteggere la democrazia e quella di avviarsi sulla strada inquietante della non-democrazia. [Leggi di più…]
Tanto per spezzare una lancia a favore dei giustizialisti
Le retoriche ideologiche del nostro tempo possono assumere due forme, la menzogna o l’omissione. La seconda è più efficace della prima, giacché un discorso che parte da principi giusti e condivisi da tutti si fa perdonare se l’altra faccia della Luna rimane coperta. Queste considerazioni mi sono venute in mente leggendo l’articolo, apparso sul «Dubbio» del 16 luglio, Gogna per chi assolve: giudici sotto attacco di politica e media di Valentina Stella. L’incipit è un abstract della tesi che vi si sostiene: «Cosa hanno in comune i casi giudiziari Cerciello Rega, Ciontoli, Viareggio, Mottola, Rigopiano, Delmastro, Artem Uss, Toti? Che se un giudice si azzarda a derubricare, prescrivere, assolvere, concedere misure alternative al carcere o emettere una sentenza sgradita alla maggioranza parlamentare contro di lui si scatenano critiche asprissime da parte di politici, scattano azioni disciplinari, il Tribunale del popolo chiede la ghigliottina». [Leggi di più…]
Sinistre in fuga dal centro
Le elezioni europee dell’8-9 giugno hanno confermato la crisi profonda in cui versa la democrazia italiana: che si tratti di ’mal comune mezzo gaudio’ non consola molto, dimostrando solo come il nostro abbia reazioni sempre più simili a quelle degli altri paesi dell’area euro-occidentale. Quali sono i sintomi più gravi della malattia? Ne elenco solo due. [Leggi di più…]
Cassese dimentica il più importante fattore di crisi della democrazia
Sabino Cassese non è solo un prestigioso giurista ma può considerarsi, altresì, un autentico maître-à-penser per il pensiero democratico contemporaneo. Ne fanno fede non solo i libri che continua a pubblicare con invidiabile alacrità, ma anche gli articoli sui grandi organi di informazione in cui compendia, con una chiarezza che ricorda Norberto Bobbio, le sue tesi sul diritto e la politica. [Leggi di più…]
Ma è proprio vero che le democrazie non si fanno guerra?
A commento di un post pubblicato qualche tempo fa su Paradoxa-Forum (leggi qui) , avevo citato, peraltro senza alcun intento polemico, una pagina di Alexander Hamilton ben nota agli studiosi realisti delle relazioni internazionali. [Leggi di più…]
E se la finissimo con la retorica antisovranista?
Anche l’europeismo, il pensiero unico, la globalizzazione hanno i loro Mario Appelius, il giornalista del regime per il quale «Mussolini aveva sempre ragione» – per citare la frase, forse ironica, di Leo Longanesi. Uno di questi ha scritto recentemente: «L’Unione europea è il più grande spazio di diritti di democrazia, di non discriminazione di genere, di razza, di religione mai esistito al mondo». [Leggi di più…]
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