Nelle celebrazioni del 25 aprile si continua a vedere nel fascismo un regime estraneo al mondo moderno, una mela marcia di un paese di antica civiltà come l’Italia, una banda di malfattori di cui Mussolini fu il capo (per citare il titolo di un discutibile pamphlet di Aldo Cazzullo) e così via. [Leggi di più…]
Il Manifesto di Ventotene. Qualche considerazione di metodo
Giuseppe Ieraci sul post di ParadoxaForum, del 28 marzo, Sovversivi e comunisti a Ventotene, analizzando criticamente Il Manifesto di Ventotene ha parlato di «un apparato concettuale che oggi desta perplessità: lotta e coscienza di classe, rivoluzione, collettivizzazione, proletariato, sfruttamento capitalistico, imperialismo, si tratta di un linguaggio tardo ottocentesco che era tipico dell’humus culturale dei nostri ‘resistenti’». [Leggi di più…]
Europa/America. Il difficile rapporto
In un magistrale articolo pubblicato sul «Messaggero» il 3 marzo u.s., Quei valori di civiltà che ci legano all’America, il sociologo Luca Ricolfi scrive che a unire Europa e Stati Uniti, sono fondamentalmente tre valori: la libertà, l’eguaglianza, la democrazia. Sennonché, fa rilevare, «i grandi valori non vengono solo sottoscritti, ma anche interpretati. E l’interpretazione è il passo più importante, perché da essa dipende fino a che punto siamo disposti a difenderli. [Leggi di più…]
Anche il laicismo liberale ha contribuito a tenerci lontani dalla democrazia a norma
In un vecchio saggio del 1984, Bernard Manin, scrivendo della teorica liberale e della limitazione dei poteri dello Stato, ha osservato che «è possibile limitare il potere politico determinando a priori, in qualche modo, i campi in cui esso può legittimamente agire e imporre le proprie decisioni, e quelli in cui non può farlo. Il liberalismo di mercato si fonda su questa delimitazione; a rigore esso presuppone la possibilità di determinare una volta per tutte un settore, quello degli scambi economici, in cui l’azione del potere politico è, con qualche eccezione, illegittima. [Leggi di più…]
Ancora sui due liberalismi
È forse dalla fine della Seconda guerra mondiale che in Italia — ma non solo in Italia — il liberalismo dei nostri padri, quello ottocentesco, ha disertato le nostre menti ma, soprattutto, i nostri cuori. Il suo posto è stato preso dal liberalismo secentesco e settecentesco, individualistico e razionalistico, oggi divenuto la filosofia politica ufficiale dell’Occidente. [Leggi di più…]
Quelli che il cordone sanitario…
La citazione è lunga, e me ne scuso con il lettore, ma vale la pena riflettere sull’articolo di Claudio Tito, a commento delle elezioni austriache, Tornano i fantasmi del passato, «La Repubblica», 30 settembre u.s.: «L’idea di ricorrere ad un “Fronte Popolare” anche in Austria va considerato un dovere. Questi sono tempi straordinari in cui la differenza politica non si basa più sul confronto tra ricette e modelli alternativi, ma tra l’idea di proteggere la democrazia e quella di avviarsi sulla strada inquietante della non-democrazia. [Leggi di più…]
Tanto per spezzare una lancia a favore dei giustizialisti
Le retoriche ideologiche del nostro tempo possono assumere due forme, la menzogna o l’omissione. La seconda è più efficace della prima, giacché un discorso che parte da principi giusti e condivisi da tutti si fa perdonare se l’altra faccia della Luna rimane coperta. Queste considerazioni mi sono venute in mente leggendo l’articolo, apparso sul «Dubbio» del 16 luglio, Gogna per chi assolve: giudici sotto attacco di politica e media di Valentina Stella. L’incipit è un abstract della tesi che vi si sostiene: «Cosa hanno in comune i casi giudiziari Cerciello Rega, Ciontoli, Viareggio, Mottola, Rigopiano, Delmastro, Artem Uss, Toti? Che se un giudice si azzarda a derubricare, prescrivere, assolvere, concedere misure alternative al carcere o emettere una sentenza sgradita alla maggioranza parlamentare contro di lui si scatenano critiche asprissime da parte di politici, scattano azioni disciplinari, il Tribunale del popolo chiede la ghigliottina». [Leggi di più…]
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