[risposta a Gianfranco Pasquino, 1/07/2019]
Caro Professor Gianfranco Pasquino, avendo apprezzato nel tempo la tua ironia considero il quesito una domanda retorica. È sotto gli occhi il ritardo drammatico di teoria e pensiero che questa mia parte, e partito, è venuta maturando non da un paio di semestri, ma di lustri. E la ragione non è una, nel senso di singola. Sono diverse, per la verità neppure taciute ma descritte a più riprese. Anche (senza presunzione) in un paio di miei libretti clandestini.
Primo limite: aver fondato il Pd sull’onda di un “mito” (diciamo così), l’unità dei ceppi del riformismo italiano, ignorando allegramente lo snodo dell’identità. La cosa si è spinta al punto – non me lo invento – di aver sentito esponenti di allora spiegare che l’identità del nuovo soggetto risiedeva nella scelta statutaria delle primarie aperte per la scelta del leader. Bon, è successo anche questo, ma lasciamolo a sfondo e avviciniamoci all’oggi. [Leggi di più…]