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“A che punto siete voi Democratici con la elaborazione di una cultura politica decente?”

4 Luglio 2019 di Gianni Cuperlo 1 commento

[risposta a Gianfranco Pasquino, 1/07/2019]

Caro Professor Gianfranco Pasquino, avendo apprezzato nel tempo la tua ironia considero il quesito una domanda retorica. È sotto gli occhi il ritardo drammatico di teoria e pensiero che questa mia parte, e partito, è venuta maturando non da un paio di semestri, ma di lustri. E la ragione non è una, nel senso di singola. Sono diverse, per la verità neppure taciute ma descritte a più riprese. Anche (senza presunzione) in un paio di miei libretti clandestini.

Primo limite: aver fondato il Pd sull’onda di un “mito” (diciamo così), l’unità dei ceppi del riformismo italiano, ignorando allegramente lo snodo dell’identità. La cosa si è spinta al punto – non me lo invento – di aver sentito esponenti di allora spiegare che l’identità del nuovo soggetto risiedeva nella scelta statutaria delle primarie aperte per la scelta del leader. Bon, è successo anche questo, ma lasciamolo a sfondo e avviciniamoci all’oggi. [Leggi di più…]

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Per un’Alternativa alla Destra di oggi

27 Giugno 2019 di Gianni Cuperlo 2 commenti

Grazie a Gianfranco Pasquino. Per la solita lucidità e anche per aver posto la questione del consenso leghista nella chiave più convincente. La riassumo a modo mio, dunque maldestramente: loro stanno, cioè scelgono di stare e ci riescono pure bene, dove noialtri (nel senso della sinistra in senso lato) non siamo più in grado di andare. Perché non parliamo e capiamo quella lingua e perché in anni remoti e recenti abbiamo fatto scelte diverse. Ma andiamo con ordine. Le ultime elezioni, tra le altre cose, ci hanno consegnato una anomalia o un paradosso. Questo:

di fronte al fallimento dell’esperimento gialloverde (politica estera, grandi opere, l’isolamento in Europa, economia e crescita ferme) il conto è stato presentato per intero ai 5S mentre la Lega si è arrampicata al massimo storico del suo consenso.

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Il racconto della politica

7 Marzo 2019 di Gianni Cuperlo 3 commenti

L’aneddoto di Gianfranco Pasquino sulle due adolescenti dinanzi a una vetrina Feltrinelli che commentano la copertina del Nome della Rosa stupite della rapidità con cui si è scritto il libro appena dopo l’uscita del film racconta parecchie cose. Per il tempo, eravamo ancora lontani dai nativi digitali e per il riflesso automatico, condizionato. Si partiva comunque dall’immagine per risalire al verbo. Il che, a ben guardare, incrocia quasi naturalmente l’intuizione di Enrico Letta a tradurre in pillole parlate e visive i singoli capitoli del suo bel libro così da invogliare qualche millennial a sfogliarne le pagine. Tutto sommato gli esempi di questa nuova – se tale poi è – pratica del racconto non mancano. [Leggi di più…]

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    L’Europa da Ventotene ad oggi

    Il Manifesto di Ventotene. Qualche considerazione di metodo

    31 Marzo 2025 di Dino Cofrancesco 3 commenti

    Giuseppe Ieraci sul post di ParadoxaForum, del 28 marzo, Sovversivi e comunisti a Ventotene, analizzando criticamente Il Manifesto di Ventotene ha parlato di «un apparato concettuale che oggi desta perplessità: lotta e coscienza di classe, rivoluzione, collettivizzazione, proletariato, sfruttamento capitalistico, imperialismo, si tratta di un linguaggio tardo ottocentesco che era tipico dell’humus … [continua]

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    Sovversivi e comunisti a Ventotene

    27 Marzo 2025 di Giuseppe Ieraci 2 commenti

    «La caduta dei regimi totalitari significherà sentimentalmente per interi popoli l’avvento della ‘libertà’; sarà scomparso ogni freno, ed automaticamente regneranno amplissime libertà di parola e di associazione. Sarà il trionfo delle tendenze democratiche». Sono parole di Silvio Berlusconi? Oppure di Volodymyr Zelenskyj? … [continua]

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    Quelli che l’Europa di Ventotene

    24 Marzo 2025 di Gianfranco Pasquino 1 commento

    «L’Europa di Ventotene», ha affermato la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, «non è la mia Europa». Non avrebbe certamente potuto esserlo poiché lei non si sarebbe mai trovata fra i confinati a Ventotene, ma certamente a Roma fra i confinatori fascisti. Perché gli alleati del regime fascista che metteva in galera e confinava i suoi oppositori erano proprio i nemici dell’Europa di Ventotene. … [continua]

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