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De facto o de jure, siamo una repubblica semipresidenziale?

25 Novembre 2021 di Giuseppe Ieraci Lascia un commento

Prima che parta l’ennesimo tentativo di modificare la nostra forma di governo per le vie previste (ex art. 138 della Costituzione italiana) e probabilmente convinto che tanto ne uscirebbe fuori il solito topolino (niente), Giancarlo Giorgetti ha recentemente proposto una scorciatoia, scommettendo a breve su «un semipresidenzialismo de facto in cui il presidente allarga le sue funzioni approfittando di una politica debole». L’obiettivo immediato sarebbe quello di rinnovare (o prorogare?) il mandato di Mattarella, oppure (e successivamente?) d’insediare Draghi al Quirinale.

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The boots on the ground, ovvero esportare la democrazia

27 Settembre 2021 di Giuseppe Ieraci 1 commento

Politologi, storici, sociologi, antropologi hanno spesso sostenuto la tesi che la democrazia non sia un regime facilmente impiantabile e replicabile a piacimento. Sabino Cassese però continua a ritenerla sbagliata e la definisce una «versione estremistica della democrazia» (I diritti universali, «Corriere della Sera», 22 agosto 2021). Ci sono due aspetti nel ragionamento di Cassese che meritano attenzione, uno è esplicito e poggia per la verità su basi deboli: si tratta dell’argomento che, siccome ci sarebbe il riconoscimento del diritto alla democrazia, allora si deve fare il possibile per diffonderla nel mondo, soccorrere i popoli che l’invocano. L’altro argomento è implicito, più sottile, e se opportunamente sviluppato non privo – secondo me – di qualche giustificazione etica e filosofica, forse anche di qualche fondamento positivo. [Per saperne di più…]

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La rete organizzativa e l’insostenibile leggerezza di un leader. Giuseppe Conte e il MoVimento

13 Settembre 2021 di Giuseppe Ieraci 2 commenti

Difficilmente avremmo scommesso su Giuseppe Conte quando il 29 giugno scorso Beppe Grillo, all’apice della crisi interna del MoVimento sulla questione del nuovo Statuto, scrisse nel suo blog: «Conte, mi dispiace, non potrà risolvere i problemi perché non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione.» Più chiaro di così: nessuna visione politica, nessuna spinta innovativa, nessuna capacità di gestione organizzativa. Insomma, un non-leader. [Per saperne di più…]

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Perché non ha ‘senso’ la vendetta

26 Luglio 2021 di Giuseppe Ieraci 1 commento

Con il suo solito acuto gusto per la provocazione, Dino Cofrancesco giorni fa ha argomentato un Elogio della vendetta (24 Giugno 2021), che non si può non leggere se non con piacere e ammirazione, ma che qualche domanda la suscita.

Cofrancesco cita a chiusura un comune amico e maestro, Mario Stoppino, che avrebbe sostenuto il recupero del «valore morale (ed estetico) della vendetta». Intuisco – forse sbagliando – che questa affermazione di Stoppino si collegava alla sua concezione di una terza etica (accanto alle due weberiane della responsabilità e della coscienza), l’etica del destino. Non è facilissimo dire qui cosa intendesse Stoppino con il concetto di «etica del destino», visto che il nostro disgraziatamente non ha lasciato molti scritti, tuttavia non credo di sbagliare riportando che tale etica rinvia ad una concezione assiale della società, nella quale gli individui occupano posizioni prestabilite e immutabili nell’ordine sociale. Così, qualsiasi evento loro capiti, questo stesso è interpretato come ‘giusto’ e ‘dovuto’ in base a quell’ordine sociale immutabile.

Quindi, eventualmente, anche essere ammazzati per vendetta da qualcuno che per ordine e gerarchia ha il diritto/dovere di farlo se abbiamo trasgredito. Si tratterebbe di una concezione estranea all’achieving societies della contemporaneità e più tipica, appunto, delle società assiali e anche di quelle medievali pre-moderne. [Per saperne di più…]

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IL TEMA IN DISCUSSIONE

Il conflitto in Ucraina: una sfida per l’ordine internazionale

16 Maggio 2022 di Federico Niglia Lascia un commento

I mezzi di informazione tendono a presentare e affrontare il conflitto in Ucraina non solo con categorie riduttive, ma addirittura alimentando una serie di contrapposizioni artificiose che certamente non giovano alla comprensione e al giudizio. Per riportare il dibattito su un binario più costruttivo ci si può iniziare a porre una serie di domande che non vengono poste o che vengono affrontate con … [continua]

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La Cina nella guerra russo-ucraina

12 Maggio 2022 di Antonio Malaschini Lascia un commento

Nel valutare la posizione cinese sull’invasione russa dell’Ucraina, occorre partire da alcuni dati formali. In occasione delle Olimpiadi di Pechino, il 4 febbraio 2022, Putin e XI Jinping fanno riferimento in una loro dichiarazione congiunta ad una «amicizia senza limiti» (amicizia, si noti, e non alleanza) tra i due paesi. Nel documento la Russia ribadisce che considera Taiwan «parte inalienabile … [continua]

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Aumentare le spese per la difesa? Parliamone!

11 Aprile 2022 di Andrea Locatelli Lascia un commento

La guerra in Ucraina ha sollevato una serie di domande a cui il dibattito politologico non può sottrarsi. Come anticipato da Emidio Diodato in un commento su queste pagine, gli studiosi di politica internazionale hanno il dovere di intervenire nel discorso pubblico e gli strumenti analitici necessari per uscire dalle secche di una polemica (ideologica o interessata che sia) ormai nauseante. Il … [continua]

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Finis Europae? L’UE e la guerra

4 Aprile 2022 di Giuseppe Ieraci 7 commenti

La guerra russo-ucraina impone che ci si interroghi sul futuro dell’UE. L’integrazione europea è stata inizialmente ‘funzionale’, gli Stati mettevano assieme sforzi in ambiti socio-economici limitati, senza preoccuparsi della valenza politica di queste sinergie. Del resto non poteva esserci una valenza politica, perché la Guerra Fredda riduceva la sovranità internazionale europea, consegnava il … [continua]

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Politologi con l’elmetto e ingegneria internazionale

28 Marzo 2022 di Emidio Diodato Lascia un commento

La storia degli equilibri mondiali è da riscrivere, ma si sta scrivendo. Il pubblico ne pare avvertito e cerca di regolarsi. Ma è allevato dalla televisione e dai social e, sotto tutti gli aspetti, rimane altamente disinformato. O, come amava dire Sartori, malinformato. Allo stesso tempo il pubblico viene nutrito di una informazione emotiva, alimentata da immagini che fanno commuovere o … [continua]

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