L’appetito di bellezza dell’uomo del XXI secolo è divenuto, da alcuni anni, uno dei temi prevalenti del dibattito filosofico. Con pregevole tenacia argomentativa, i grandi interpreti del pensiero contemporaneo offrono stimolanti riflessioni sul rapporto tra l’individuo e il bello; ancor di più, sul rapporto tra bellezza e società. Così James Hillman (Politica della Bellezza), in merito alla fondamentale connessione tra benessere collettivo e qualità estetica dei contesti di vita; così Zygmunt Bauman con Agner Heller (La bellezza (non) ci salverà), secondo i quali la bellezza è l’unico possibile antidoto contro la disperazione ma anche una dimensione inattesa, spaesante e in costante dialogo con il suo opposto.
L’anelito alla bellezza, ci insegnano Hillman e prima di lui schiere di filosofi a partire da Platone e Agostino, è un tratto caratteristico della natura umana. Oggi, questa spinta interiore si manifesta in modo disordinato, caotico: l’incertezza di una sua forma e soprattutto della sua autenticità, complici le chimere di un società sempre più omologata dalle regole del mercato e dell’apparenza, determina smarrimento, persino paura. [Leggi di più…]