Se questa fosse ancora l’era del burlesque, Luigi Di Maio e Matteo Salvini avrebbero un successo strepitoso. Prima e durante la recente campagna elettorale, i partiti politici rappresentati da questi due signori non facevano altro che azzannarsi implacabilmente. Le loro differenze sono così profonde che gli ci sono volute settimane per mettere insieme un lungo, dettagliato “contratto” sulla base di cui sarebbe stato possibile formare un governo nazionale. Basta l’aritmetica a mostrare che questi due partiti antagonisti hanno attratto più della metà dei voti del 4 marzo. Ma da qui a credere che il M5S e la Lega possano formare un governo nazionale che funzioni ne passa. Settimane di negoziazioni protratte, un “contratto” di governo lungo in modo assurdo e senza precedenti, e gli eventi degli ultimi giorni ne attestano le contraddizioni. Così come l’insistenza di Matteo Salvini che lui, e non Di Maio, dovesse essere il Presidente del Consiglio, nonostante il fatto che la Lega di cui è leader abbia convinto meno di un elettore su cinque alle elezioni dello scorso marzo. [Leggi di più…]
Sorpresa: Trump non è populista! Ma è molto peggio
L’unico candidato populista nell’ultima corsa per le presidenziali USA era Bernie Sanders, sconfitto da Hillary Clinton nelle primarie dei Democratici. Il populista là in mezzo non era, né ora né allora, Donald Trump. Qualche mese fa anche Paul Krugman ha scartato l’ipotesi che Trump sia un populista economico: non c’è nulla nel suo comportamento – come candidato o come Presidente – che ci consenta di appiccicargli quell’etichetta oggi molto in voga.
Il termine populismo include spesso una componente emotiva: il sentimento profondo di un cittadino comune che si identifica completamente in un leader che si sta impegnando ad alleviare il suo dolore e la sua rabbia. Si pensa cioè che il leader populista riuscirà a creare, prima o poi, condizioni di vita migliori per tutto il popolo. Questo tipo di populismo contiene un elemento comunitario, e cioè la sensazione diffusa che i governanti al potere agiranno per evitare ciò che è dannoso o indesiderato per l’intera comunità. Quindi, ci si illude che il governo smetterà di approvare politiche che beneficiano soltanto l’élite nazionale e le persone più ricche. [Leggi di più…]