Si è tornati a parlare, questa volta con ritardo, di modifica della legge elettorale. Con ritardo perché la riforma della Costituzione, negli articoli riguardanti il numero di deputati e senatori e l’abbassamento a 18 anni dell’età per eleggere i senatori, è ormai in vigore e, in caso di elezioni anticipate, il paese si troverebbe al voto con una legge concepita per un parlamento di ben altre dimensioni.
Non è il momento del politically correct. Qualche parola a difesa di Toti (e della scuola)
Chi scrive non può certo essere classificato tra i simpatizzanti del governatore ligure, ma le affermazioni di Toti vanno difese. E per molte buone ragioni.
«Per quanto ci addolori ogni singola vittima del Covid-19, dobbiamo tenere conto di questo dato: solo ieri, tra i 25 decessi della Liguria, 22 erano pazienti molto anziani. Persone per lo più in pensione, non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese che vanno però tutelate».
Innanzitutto bisognerebbe partire dai dati di fatto. Primo: è vero o no che i tassi di mortalità più elevati da Covid-19 si riscontrano nelle fasce più anziane della popolazione? Sì, è vero. Senza se e senza ma. [Leggi di più…]
Serve davvero un’altra legge elettorale?
Ero una giovane studentessa della laurea magistrale (quanti anni sono passati!), desiderosa di apprendere, di viaggiare, di confrontarmi. Avevo terminato in anticipo gli esami del secondo anno per concedermi una lunga pausa e sfruttare al meglio le opportunità offerte dal programma Overseas (una sorta di Erasmus, ma oltre oceano).
La meta selezionata non era particolarmente avventurosa: Montréal, in Québec. Il mio obiettivo era chiaro: capire come fare una buona tesi di laurea.
Mi iscrissi quindi ad un corso di epistemologia e metodologia della ricerca sociale offerto dall’Université de Montréal. Un giorno, dopo alcune lezioni, l’insegnante – una giovane ricercatrice di origine russa – ci propose un esercizio: come dimostrare empiricamente la veridicità delle leggi di Duverger?
Contiamoci per contare
Poco dopo il suo insediamento al Viminale, il Ministro dell’Interno Matteo Salvini ha perentoriamente comunicato, via social network, la necessità di un ‘censimento dei Rom’. L’opposizione – o, meglio, ciò che resta dell’opposizione (di sinistra?) – ha prontamente ribattuto al Ministro richiamando la Carta fondamentale dei diritti dell’uomo e del cittadino, la Costituzione e le leggi razziali.
Per ragionare, con un po’ di calma, sulla proposta di Salvini, è meglio iniziare dal principio. Che cos’è un censimento? Un censimento è uno strumento attraverso il quale lo stato raccoglie, a cadenza decennale, dati aggiornati sulla propria popolazione e sulle abitazioni. Genere, età, caratteristiche demografiche del nucleo familiare e situazione abitativa.
A cosa serve un censimento? Gli scopi del censimento sono fissati nel DPR n. 276 del 22 maggio 2001. L’articolo 2 recita: «1. Il censimento generale della popolazione: a) fornisce informazioni sulle principali caratteristiche strutturali della popolazione; b) determina la popolazione legale; c) fornisce dati e informazioni per l’aggiornamento e la revisione delle anagrafi comunali della popolazione residente». [Leggi di più…]
Il test del collegio: le donne sono davvero svantaggiate?
La letteratura politologica ha più volte ribadito che i collegi uninominali rappresentano una sorta di ostacolo all’elezione delle candidate. Le ipotesi avanzate a questo riguardo sono molte. Le principali guardano allo stile di comunicazione, più aggressivo in una campagna elettorale in cui ‘chi vince prende tutto’ e, quindi, considerato meno vicino allo stile femminile; al ruolo di gate-keeping dei partiti che, anticipando possibili reazioni avverse degli elettori, preferiscono non candidare le donne; al carattere tradizionalmente meno combattivo delle donne che, secondo questa ipotesi, preferiscono non entrare in una competizione molto dura come quella dell’uninominale; o, infine, agli stessi elettori, che attribuiscono al buon politico doti maggiormente incarnate da candidati uomini (capacità di prendere decisioni, forza, autorevolezza, sicurezza, ecc.). [Leggi di più…]
Per non appiattire: avances, molestie e violenze
Il polverone mediatico sollevato dai recenti casi di denuncia di violenze e molestie da parte di attrici e donne di spettacolo più o meno famose non deve ricoprire con la sua patina spessa le differenze, sottili ma imprescindibili, tra avances, molestie e violenze.
DI MAIO: STELLA OFFUSCATA?
Il vincitore era annunciato e non si attendevano soprese. Quello che molti attivisti della prima ora speravano, però, non si è avverato. L’ala più movimentista, quella che non ha mai accettato l’istituzionalizzazione del MoVimento che invece si riflette splendidamente nella figura di Di Maio, sperava in una candidatura più di lotta che di governo. Tuttavia, il più famoso combattente del MoVimento, Alessandro Di Battista, ha più volte annunciato che non si sarebbe candidato, ormai fiaccato dagli anni in parlamento. Quelli che sembravano i possibili sfidanti del giovane e sorridente grillino napoletano, e cioè Roberto Fico e Nicola Morra, hanno deciso di non combattere in campo aperto.