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Preoccupiamoci per la scuola, ma non dimentichiamoci di pensare l’università

16 Novembre 2020 di Maurizio Ferrera 1 commento

Istruzione superiore ‘s.p.a.’, ovvero l’università-azienda. Secondo l’OCSE, è il modello verso cui oggi tendono gli atenei nei paesi di lingua inglese. Lo spostamento online della didattica, legato alla pandemia COVID-19, rallenterà sicuramente questo processo, ma non lo arresterà.

La direzione di marcia sarà comunque quella di competere a livello globale per offrire formazione avanzata a prezzi di mercato e attrarre il maggior numero possibile di studenti, anche intercettandoli direttamente nei loro paesi tramite sedi decentrate o corsi telematici. Questi gli obiettivi della formula ‘s.p.a’, con cui dovremo confrontarci presto da vicino: sulla scia della Brexit, le università del Regno Unito diventeranno sempre più aggressive nel contesto ormai globale dei servizi per la conoscenza.

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Sovranità, solidarietà, identità nella Unione europea. Disintegrazione o consolidamento?

19 Novembre 2018 di Maurizio Ferrera 1 commento

Sulla scia del fallimento di Lehman Brothers, il 2008 segnò l’inizio di un vero e proprio decennium horribile per l’Ue. Prima la crisi finanziaria, poi quella del debito sovrano, la Grande Recessione con le sue drammatiche conseguenze sociali, le minacce alla sicurezza legate al terrorismo, la crisi dei rifugiati e, infine, la Brexit. Le istituzioni di Bruxelles sono diventate bersagli di aspre critiche e biasimo politico. È doveroso riconoscere che le decisioni della Ue non siano state all’altezza delle sfide e delle potenzialità di risposta: il calo di fiducia dell’opinione pubblica è dunque comprensibile. Gli stessi leader UE (a cominciare da Juncker) hanno evocato espressamente la presenza di «minacce esistenziali» per l’Unione. Se guardiamo al di sotto della superficie di turbolenze e ondeggiamenti, l’Unione ha nondimeno mostrato un buon grado di ‘resilienza’, ossia una inaspettata capacità di adattamento pur in condizioni di severa avversità. [Per saperne di più…]

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Reddito di cittadinanza: perché non può funzionare

26 Giugno 2017 di Maurizio Ferrera Lascia un commento

«Di fronte a 17 milioni di persone a rischio povertà il reddito di cittadinanza è la priorità del Paese». Così ha proclamato Beppe Grillo in occasione della marcia Perugia-Assisi tenutasi il 20 maggio scorso. Cosa rispondere a questo novello Prometeo (la definizione è sua) che combatte per «restituire dignità agli italiani»?

Le persone in condizioni di povertà relativa sono in effetti tantissime in Italia. Anche limitandoci alla povertà assoluta, la cifra è anomala rispetto agli altri paesi: più di quattro milioni di persone nel 2016. Aiutare chi si trova in condizioni di bisogno (soprattutto i minori) è un intento lodevole, e ai Cinque Stelle va riconosciuto il merito di aver posto il problema in agenda.  Ma il reddito di cittadinanza è la risposta sbagliata, per le seguenti ragioni: 1) il nome è fuorviante, molti italiani hanno capito che tutti i cittadini avranno un reddito garantito, non solo i residenti bisognosi; 2) la proposta pone troppa enfasi sulla garanzia di un trasferimento; 3) non è accompagnata da proposte concrete su come creare nuovi posti di lavoro;  4) accetta implicitamente l’idea che nel nostro paese non ci può più essere lavoro per tutti, e che lo stock di occupazione vada redistribuito; 5) ha un costo molto elevato (venti miliardi di euro), con coperture a dir poco incerte. [Per saperne di più…]

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Tema in discussione

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IL TEMA IN DISCUSSIONE

Preoccupiamoci per la scuola, ma non dimentichiamoci di pensare l’università

16 Novembre 2020 di Maurizio Ferrera 1 commento

Istruzione superiore 's.p.a.', ovvero l’università-azienda. Secondo l’OCSE, è il modello verso cui oggi tendono gli atenei nei paesi di lingua inglese. Lo spostamento online della didattica, legato alla pandemia COVID-19, rallenterà sicuramente questo processo, ma non lo arresterà. La direzione di marcia sarà comunque quella di competere a livello globale per offrire formazione avanzata a prezzi … [continua]

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La didattica in presenza fa bene … ai professori

1 Ottobre 2020 di Antonio Da Re Lascia un commento

Sono uno strenuo difensore della didattica in presenza. Lo ammetto: il mio giudizio è sospetto, perché lascia trasparire un conflitto di interessi abbastanza evidente. Sono infatti convinto che la didattica in presenza faccia bene prima di tutto ai professori; poi, penso anche che faccia bene agli studenti, ma di primo acchito vorrei assumere la prospettiva particolare del docente. In presenza … [continua]

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La sfida per tornare in presenza

24 Settembre 2020 di Roberto Mordacci 1 commento

Tutte le università sono impegnate nella ripresa delle attività didattiche condizionate dall'epidemia, dalle misure di sicurezza e, soprattutto, dall'opzione fra didattica in presenza e a distanza. Non si tratta di un aut-aut: in molti casi sarà adottata una didattica mista, in cui gli insegnamenti sono tenuti in parte in aula, in parte online. Le lezioni in presenza richiedono una rivoluzione … [continua]

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Comunità educativa, positività volenterosa e vita scolastica

21 Settembre 2020 di Giovanni Cogliandro e Cristina Costarelli Lascia un commento

Ormai la scuola è ripresa da una settimana. Tanti colleghi dirigenti scolastici sono veramente schiacciati dal cumulo di responsabilità, dalle attese delle famiglie e degli insegnanti, che sovente non si rendono conto dell’immane sforzo di organizzazione e – ancor più importante – di immaginazione che è stato messo in campo da noi e dalla maggior parte dei colleghi in tutta Italia. Alcuni hanno … [continua]

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Le aule vuote riprendono vita

14 Settembre 2020 di Giovanni Cogliandro e Cristina Costarelli Lascia un commento

Il 14 settembre a Roma e in molte città d’Italia finalmente si torna a scuola. La nostalgia e il desiderio degli studenti, dei docenti e di noi dirigenti scolastici di riempire nuovamente le nostre aule vuote e di riprendere a fare scuola finalmente insieme potrà avere una concretizzazione; così la realtà prenderà il posto dei tanti e variegati desideri, progettualità, istanze, dubbi, diffide, … [continua]

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