Rispetto al governo Draghi, che ha cominciato la sua navigazione, credo non si possa non provare un sentimento di ottimismo. Avere un governo di unità, o almeno di convergenza, nazionale guidato da una personalità autorevole sembrava un obiettivo impossibile dopo il risultato delle elezioni del marzo 2018. Come tutti sappiamo, in quella occasione, il partito di maggioranza relativa risultò essere il Movimento 5 stelle, che ottenne oltre il 32% dei voti validi espressi.
Il partito, fondato dal comico Beppe Grillo, viene spesso etichettato come un movimento populista. Ritengo si tratti di una definizione imprecisa, oltre che ottimistica. I 5Stelle sono un pericoloso concentrato di demagogia, incompetenza programmatica, tetragono giustizialismo. A rendere ancora più preoccupante il quadro politico stava poi il successo della Lega; un partito a vocazione demagogica per molti versi analogo ai grillini, che quadruplicava i voti rispetto alla precedenti elezioni, attestandosi al 17,4%. Così sopravanzando Forza Italia, che registrava un più modesto 14%, e diventando egemone nell’area di centro-destra. [Leggi di più…]