Negli ultimi nove anni, in quattro o cinque occasioni, il difficile rapporto tra UE e Ungheria in merito al rispetto dello stato di diritto si era mosso lungo linee di scarsa efficacia sanzionatoria. Inefficacia di fatto, perché si intendeva sanzionare atti specifici i cui effetti si erano già manifestati e, dati i tempi presi per procedere al tentativo di farli rientrare, il rientro non era più possibile.
Questa volta, la sanzione avrebbe potuto avere efficacia consistendo in mancati finanziamenti futuri. Polonia e Ungheria, questa volta alleatesi esplicitamente per coprirsi dal rischio di ricevere sanzioni irrogate all’unanimità dai 26, stavano rischiando di perdere qualche decina di miliardi ciascuno di futuri contributi dal nuovo bilancio europeo e dal Next Generation Eu.