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«La Libertà che guida il popolo» di Delacroix: una sfida per il futuro

21 Gennaio 2021 di Raffaella Gherardi Lascia un commento

Una delle opere più note che nella pittura occidentale moderna è indirizzata dall’autore a una lettura politica ad ampio spettro, a partire dagli eventi specifici che ne sono ispirazione, è sicuramente la grandiosa tela di Delacroix La Libertà che guida il popolo. Il riferimento alla insurrezione parigina del luglio 1830 e la condivisione degli obiettivi che ne furono alla base, divengono per il pittore volano per la viva rappresentazione che egli dà della battaglia per la libertà da parte di tutti coloro che vi si riconoscono e si raccolgono intorno al suo vessillo.

Assoluta protagonista del quadro è la figura di Marianne, personificazione della Francia che assurge a simbolo della libertà: lei sola è in grado di guidare individui differenti per età, mestieri, professioni e classi sociali di appartenenza, nella dura lotta che essi sono chiamati a condurre tutti insieme per il trionfo e il conseguimento effettivo della libertà stessa.

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A cinque anni dagli accordi di Parigi sul clima

10 Dicembre 2020 di Raffaella Gherardi Lascia un commento

Era il 12 dicembre 2015 quando i media di tutto il mondo diedero grande risalto alla notizia del raggiunto accordo a Parigi, nell’ambito della Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite (COP 21), accordo effettivamente tradotto in un articolato documento finale (da più parti definito «storico») sottoscritto da 195 paesi e contenente una serie di impegni da parte di questi ultimi ad adottare misure indirizzate a limitare il riscaldamento globale.

Le foto celebrative dell’avvenuto accordo, così come quelle dell’intero percorso della Conferenza, vedono quali protagonisti principali, gli uni accanto agli altri, non solo il Segretario Generale e alti rappresentanti dell’ONU, ma anche i più importanti leader della politica mondiale, primo fra tutti l’allora Presidente degli Stati Uniti Obama. [Per saperne di più…]

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Ripensare il quadro di Rubens «Le conseguenze della guerra»

26 Ottobre 2020 di Raffaella Gherardi 1 commento

Immagini e suggestioni fra passato e presente

Mentre sta divampando in Europa la Guerra dei Trent’anni (1618-1648), Peter Paul Rubens, che ne è testimone in prima persona, dà vita, attraverso il suo grande quadro dal titolo Le conseguenze della guerra, a una delle più potenti e magistrali rappresentazioni del dramma che tutta l’Europa sta vivendo, con i milioni di morti che la guerra in atto lascia sul campo, insieme con le altrettanto numerose vittime delle epidemie e delle carestie che la guerra stessa ha innescato e contribuito a far divampare e a diffondere senza alcun argine.

Successivamente, gli storici saranno concordi nel giudicare la Guerra dei Trent’anni come la guerra più lunga e distruttiva della storia dell’Europa moderna, prima delle due guerre mondiali, e anzi qualcuno si spingerà addirittura, (al di là delle ovvie, radicali differenze degli armamenti rispettivamente in causa nell’una e nelle altre), ad azzardare un paragone con queste ultime quanto ai deflagranti effetti a ogni livello dell’una e delle altre sull’intero ordine politico e sociale, che ne risulterà squassato alle fondamenta. [Per saperne di più…]

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La politica ai tempi delle epidemie: una lezione dal passato?

26 Marzo 2020 di Raffaella Gherardi 2 commenti

Nel centro del Graben a Vienna, a pochi passi dalla cattedrale di Santo Stefano, si erge la monumentale colonna votiva della peste (Pestsȁule), patrocinata e finanziata dall’Imperatore Leopoldo I, assegnandone l’incarico della progettazione ed esecuzione a maestri sommi dell’arte barocca.

La spaventosa peste del 1679 (nella sola Vienna morirono più di 75.000 persone) aveva segnato il punto di avvio della realizzazione di tale grande impresa scultorea, effettivamente completata e inaugurata soltanto parecchi anni dopo (1693).

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Ripensare l’umanesimo? Elementi per una riflessione politica seria

3 Febbraio 2020 di Raffaella Gherardi 1 commento

A uno dei più grandi scrittori del secolo scorso, Romain Gary (1914 -1980), va il merito di aver colto, con largo anticipo rispetto a molte analisi attuali, alcuni dei più importanti problemi della politica contemporanea e di aver insieme sottolineato l’improponibilità di ogni ricetta semplificatrice /consolatoria per farvi fronte in modo adeguato.

Fin dai suoi due primi romanzi, destinati a decretarne il successo sulla scena internazionale, Educazione europea (1945) e Le radici del cielo (1956), Gary pone l’accento, rispettivamente, sottolineandone la complicazione, anche su temi politici chiave quali la costruzione dell’Europa (una volta che la tragedia della seconda guerra mondiale avrà termine) e la salvaguardia dell’ambiente, la cui distruzione, su scala planetaria gli appare il problema per eccellenza della politica di un presente/futuro già drammaticamente in atto.

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16 Maggio 2022 di Federico Niglia Lascia un commento

I mezzi di informazione tendono a presentare e affrontare il conflitto in Ucraina non solo con categorie riduttive, ma addirittura alimentando una serie di contrapposizioni artificiose che certamente non giovano alla comprensione e al giudizio. Per riportare il dibattito su un binario più costruttivo ci si può iniziare a porre una serie di domande che non vengono poste o che vengono affrontate con … [continua]

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La Cina nella guerra russo-ucraina

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Nel valutare la posizione cinese sull’invasione russa dell’Ucraina, occorre partire da alcuni dati formali. In occasione delle Olimpiadi di Pechino, il 4 febbraio 2022, Putin e XI Jinping fanno riferimento in una loro dichiarazione congiunta ad una «amicizia senza limiti» (amicizia, si noti, e non alleanza) tra i due paesi. Nel documento la Russia ribadisce che considera Taiwan «parte inalienabile … [continua]

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Aumentare le spese per la difesa? Parliamone!

11 Aprile 2022 di Andrea Locatelli Lascia un commento

La guerra in Ucraina ha sollevato una serie di domande a cui il dibattito politologico non può sottrarsi. Come anticipato da Emidio Diodato in un commento su queste pagine, gli studiosi di politica internazionale hanno il dovere di intervenire nel discorso pubblico e gli strumenti analitici necessari per uscire dalle secche di una polemica (ideologica o interessata che sia) ormai nauseante. Il … [continua]

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Finis Europae? L’UE e la guerra

4 Aprile 2022 di Giuseppe Ieraci 7 commenti

La guerra russo-ucraina impone che ci si interroghi sul futuro dell’UE. L’integrazione europea è stata inizialmente ‘funzionale’, gli Stati mettevano assieme sforzi in ambiti socio-economici limitati, senza preoccuparsi della valenza politica di queste sinergie. Del resto non poteva esserci una valenza politica, perché la Guerra Fredda riduceva la sovranità internazionale europea, consegnava il … [continua]

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Politologi con l’elmetto e ingegneria internazionale

28 Marzo 2022 di Emidio Diodato Lascia un commento

La storia degli equilibri mondiali è da riscrivere, ma si sta scrivendo. Il pubblico ne pare avvertito e cerca di regolarsi. Ma è allevato dalla televisione e dai social e, sotto tutti gli aspetti, rimane altamente disinformato. O, come amava dire Sartori, malinformato. Allo stesso tempo il pubblico viene nutrito di una informazione emotiva, alimentata da immagini che fanno commuovere o … [continua]

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