Navighiamo a vista in un mare di gadget tecnologici che promettono futuri di promesse false e convincenti, dissertiamo più o meno a sproposito su intelligenze artificiali di cui, nella maggior parte dei casi, non capiamo nulla, recitiamo ogni giorno sui social la parodia di vite immaginarie quanto stupide e tanto altro ancora che conforti la nostra percezione di essere a tutti gli effetti contemporanei, alla moda, allineati e beatamente anestetizzati di vuoto, parodie ‘credibili’ tra un blade runner di provincia e il tiktoker compulsivo. [Leggi di più…]
Cambiamento e guerra
Evocare a gran voce il cambiamento è molto popolare. Tutti lo esaltano, tutti a pontificare che è necessario cambiare per evolversi, per fare qualcosa di nuovo, tracciare nuovi sentieri del proprio vivere e magari della storia. Nella realtà pragmatica, al di fuori dei proclami, le cose stanno diversamente: il cambiamento è vissuto sempre come un virus destabilizzante, capace di sovvertire gli equilibri in un modo talmente radicale da non lasciare spazio alle cose di prima, alle posizioni acquisite, alle gerarchie esistenti. Chi esalta il cambiamento in genere lo teme e ne evoca l’avvento unicamente a titolo scaramantico, sperando così di sfuggire ad un nemico che si nomina per tenerlo lontano.
Il tè dei simili
Il fato inesorabile delle consuetudini umane tende a tradurre ogni emergenza in una chiamata alle armi (simboliche) della retorica. Una curiosa reazione chimica produce aggregazioni ideologiche che il più delle volte non hanno attinenza con la vita reale ma sul pulpito profetico della definizione dei ‘migliori’, dei ‘giusti’, dei profeti a prezzo di sconto, possono premiare con visibilità e consenso. La sua caratteristica è reggere ad ogni sollecitazione fino a quando non cambia il catalizzatore. A quel punto tutto si disgrega immediatamente per ricomporsi in forme che possono anche contraddire le precedenti.
Guerra…
La guerra spariglia ogni logica. Dovremmo averlo capito dopo millenni di stragi, guerre di conquista e di religione, razzie e barbarie di ogni tipo, spesso raccontate dai vincitori che le trasformano in opere di civilizzazione, di democratizzazione, di conversione. Ma ricordare non serve, se non alle parate e alle celebrazioni che si sciolgono nel solvente fluido e inesorabile della Realpolitik, non solo quella degli stati, ma anche quella individuale.
Biancaneve e LGBTQ
La contemporaneità sembra voler profilare a tutti i costi un nuovo modello sociale: quello della nuova bigotteria politicamente corretta. Processo che accentuerà i conflitti veri, non quelli recitati dall’opportunista di turno, pronto a salire sul carro del luogo comune senza pagare il biglietto della compromissione personale, per acquisire una visibilità dentro la quale non sarà capace di mettere alcun contenuto di una qualche importanza. Emoticon ed etichette sono tra gli strumenti privilegiati delle nuove sgangherate velleità censorie. [Leggi di più…]
Tecnica e politica
Tecnica e politica. Si tratta di stabilire se i due termini certifichino una dicotomia irriducibile o se siano le facce di un Giano burlone che ruota la testa come in un remake improbabile del film L’esorcista. Qualche anno fa mi ero lanciato, per la rivista «Istituto di politica», in una riflessione al riguardo. Ero convinto che non vi fosse una linea di demarcazione rigida e manichea tra tecnica e politica. Come esempio di precedenti semantici avevo portato l’ideogramma cinese di tecnica.
Mentre noi intendiamo genericamente la parola tecnica come baluardo incontrastato per empirismi di ogni sorta, l’ideogramma cinese ne amplifica il significato, includendo sfumature come crocevia, cammino, strada, comunicazione. Molto difficile immaginare una transizione pacifica tra le due accezioni. Sotto la nostra pelle, nervi, muscoli, articolazioni, fluidi sono amalgamati in un insieme quasi indistricabile, se non post mortem quando si disseziona il corpo ormai senza vita. L’immersione in un coacervo apparentemente confuso non impedisce ad ogni organo di espletare funzioni e compiti estremamente specializzati e precisi. Tecnica e politica dovrebbero funzionare allo stesso modo. [Leggi di più…]
Angeli e oche
Se gli eventi di Capitol Hill mostrano qualcosa di inedito, lo fanno nel rivelare il livello estremo di contraddizione e tendenza all’isteria della contemporaneità. Sono convinto che da quei fatti non venga un reale pericolo per la democrazia, che non sia già compreso nel suo stesso DNA. Democrazia, così come la abbiamo accettata nella società occidentale, più o meno. In cui si verificano periodicamente manifestazioni e rivolte per i motivi più svariati e purtroppo anche nei modi più violenti. Cui fa fronte l’ordine costituito a difesa e garanzia, si suppone, del popolo. L’assedio o assalto, così i termini della comunicazione riescono a dare gloria anche alla imbecillità di qualche centinaio di facinorosi, ha certamente tra le sue cause una incredibile superficialità della sicurezza che dovrebbe tutelare il Campidoglio della più potente tra le democrazie occidentali. Qualcosa di meglio delle famose oche di una storia ormai antica. [Leggi di più…]