Il decreto c.d. «Semplificazioni» ha riacceso in questi giorni la questione riguardante la liceità e l’opportunità delle gare d’appalto al massimo ribasso. Il tema è antico e la letteratura in argomento è ampia e consolidata. Quel che si fa fatica a comprendere è perché stia passando l’equazione gare al massimo ribasso uguale a semplificazione. Il che non solo non è vero, ma pure pericoloso. Vedo di chiarire.
Primo, questa procedura di assegnazione degli appalti finisce con il ‘premiare’ quei soggetti di offerta che, per spuntare prezzi stracciati, si adoperano per sfruttare il lavoro, evadere le tasse, inquinare in modo irriguardoso nei confronti della sostenibilità. Una delle più antiche leggi economiche è quella di Grisham, che recita: «La moneta cattiva scaccia quella buona». Alla lunga, procedure del genere finiscono, al di là delle intenzioni di chi le pone in essere, col favorire le imprese meno meritorie.