La rielezione di Sergio Mattarella pone un problema che andava già affrontato ai tempi del bis di Giorgio Napolitano. Infatti se la Costituzione non proibisce la rielezione di un Presidente della Repubblica, lo fa in un’ottica ben precisa volta a dare un senso allo stesso mandato di sette anni. Nel corso della Costituente Edgardo Lami Starnuti e Francesco Saverio Nitti avevano provato ad emendare il testo dell’allora articolo 81 (oggi art.85) della costituzione inserendo, il primo, un riferimento esplicito alla non rieleggibilità del Presidente e, il secondo, una durata di soli 4 anni per la prima carica dello Stato. Vennero convinti a ritirare i loro emendamenti da Antonio Costantini e Egidio Tosato che insisterono sulla natura parlamentare della Repubblica italiana e sul fatto che «i poteri del Presidente, del Capo dello Stato, sono poteri limitati, sono poteri soggetti a costante controllo delle due Camere del Parlamento».
Il vicolo cieco del funzionalismo. Verso un cambio di strategia?
Mentre nell’Unione continua il trend del ‘minimo indispensabile’ sotto il segno ideologico del decennio trascorso – si veda l’ultimo Consiglio europeo che ha approvato la creazione di un fondo dell’eurozona dentro il bilancio dell’Unione e la riforma del Meccanismo europeo di Stabilità – appaiono del tutto tramontati i grandi programmi con cui Emmanuel Macron aveva iniziato la sua avventura all’Eliseo. Alla vigilia di elezioni europee dove le forze nazionaliste ed ‘euro-immobiliste’ potrebbero costruire una inedita maggioranza destinata a produrre il ridimensionamento sistematico dell’integrazione europea, l’idea di dare vita a un ambizioso piano di riforma volto all’istituzione di un’«Europa sovrana, unita e democratica» sembra del tutto accantonata. Delle molte potenziali iniziative enunciate a suo tempo dal Presidente Francese, ad oggi resta solo quella racchiusa nella timida decisione del Consiglio europeo del 15 dicembre scorso che non rispecchia affatto la pur legittima preoccupazione transalpina di orientare la creazione del nuovo fondo dell’eurozona in primis verso la salvaguardia della stabilità e al finanziamento dei beni pubblici europei. [Leggi di più…]