Nella gestione dell’attuale pandemia da parte del Governo, mi sembra manchi un elemento fondamentale: un progetto di educazione di massa capace di creare consenso sulla strategia per superare la crisi. Parlo di educazione e non di comunicazione. Infatti, mentre la comunicazione consiste in un flusso unidirezionale di informazione, l’educazione prevede un’interazione tra due entità, l’educatore e l’educando, volta al raggiungimento di un accordo su determinati significati.
COVID-19, digitale e scuola
Come apprende uno studente ideale?
Per 5 giorni la settimana, ogni mattina, seduto in un banco, segue 4-6 ore di lezioni, chiedendo spiegazioni se non capisce. Se viene interrogato, mostra quello che ricorda e che ha capito studiando a casa. Se sono interrogati altri, sta attento imparando qualcosa. Negli intervalli socializza con i compagni di classe. Per almeno cinque giorni la settimana, fa i compiti per il giorno successivo, studiando sui libri di testo per 2-4 ore. A somme fatte, studia dalle 6 alle 10 ore al giorno.
Studenti reali che assomiglino al tipo ideale sono rarissimi. Del resto, noi tutti considereremmo con terrore l’idea di seguire ogni mattina per 5 giorni consecutivi 4-6 conferenze di una quarantina di minuti, su argomenti più diversi, per poi, il pomeriggio, studiare testi imposti dai conferenzieri dei giorni precedenti, su cui verremo interrogati.