Paradoxaforum

  • Home
  • Contatti
  • Chi siamo
Tu sei qui: Home / Interventi / Come eravamo (normali?)

Come eravamo (normali?)

18 Maggio 2020 di Gianfranco Pasquino Lascia un commento

Ho passato la domenica pomeriggio a prepararmi per la normalità. Ho cominciato con il chiedermi: è normale che i retroscenisti un giorno sì l’altro anche dichiarino che il governo Conte barcolla, traballa, sta per saltare? E lo dicano da almeno tre mesi riportando non fatti, ma dichiarazioni, gossip, spifferi? Caro Bogie (Humphrey Bogart), non vorrai mica giustificarli dicendo «è la stampa, bellezza»?

È normale che vengano criticati i molti e dettagliati Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri perché danno soldi, contributi, sussidi a pioggia? Ma se il Covid-19 ha colpito tutte le attività del paese, tutti i suoi comparti economici, tutti gli operatori, i sussidi avrebbero con un minimo di ‘giustizia sociale’ dovuto concentrarsi esclusivamente su alcune attività (le mie preferite sono musica, cinema e spiagge) lasciando tutte le altre al bruttissimo destino della scomparsa nella miseria?

È normale che tutti i liberisti, gli sregolati deregolatori, i cavalieri rampanti della flat tax oggi vogliano, fortemente vogliano, che lo Stato intervenga qui e là e anche un po’ più in là e comunque di più?

È normale che la lentezza nell’applicazione delle regole e nell’erogazione dei fondi sia attribuita come colpa al governo e non piuttosto a una burocrazia irriformata (da nessuno dei precedenti governi, neppure da quello, arrembantissimo, del febbraio 2014-dicembre 2016), e non alle banche?

È normale che qualcuno pensi che c’è bisogno di un governo di unità nazionale, senza spiegare che cosa significa esattamente: todos Ministros? e nessuno getti lo sguardo oltre le Alpi per vedere se da qualche parte in Europa, a causa della crisi e come risposta, si sia proceduto a dare vita a governi di unità nazionale?

È normale che qualcuno, con un passato da sostenitore del Premierato forte (sic), accusi di deriva autoritaria il Presidente del Consiglio apportando come prove decisive, primo, il suo avere emanato otto o nove DPCM (quattro dei quali già inseriti in decreti-legge che il Parlamento è chiamato a esaminare e votare) e, secondo, avere annunciato quello che faceva in numerose conferenze stampa? Se non avesse fatto così quanto è probabile che il rimprovero sarebbe stato quello di «non averci messo la faccia»?

È normale che qualche giornalista annunci che è molto probabile che la rabbia generata dalla disperazione economica aprirà spazi all’esplosione sociale? Certo, c’è anche chi vola più in alto e sostiene che bisogna creare una nuova classe dirigente. Mai di domenica. Mi ci proverò domattina dopo la tonificante pausa caffè. Poi i sostenitori della nuova classe dirigente si dividono fra quelli che vogliono fare appello a Mario Draghi, che immagino sorridere, con qualche preoccupazione, e quelli che chiedono consigli al decano del Parlamento italiano, Pierferdinando Casini, il democristiano eletto Senatore del Partito Democratico nel collegio di Bologna-Centro, subito passato al Gruppo misto, che nel 2023 festeggerà (se non sarà stato eletto Presidente della Repubblica…) quarant’anni di vita parlamentare.

Non dirò nulla su quei parlamentari, alcuni dei quali con un noto passato assenteista, e i loro buonisti di riferimento, che si lamentano perché il Parlamento è (stato) chiuso per molto tempo. Potrebbero approfittarne per leggere la Costituzione dove sta scritto, art. 62, secondo comma, che «ciascuna Camera può essere convocata in via straordinaria per iniziativa del suo Presidente … o di un terzo dei suoi componenti».

Scripta manent. Temo proprio che tutto quello che ho scritto sia normale. D’altronde, uno dei non migliori slogan di conforto al nostro scontento è: «tutto tornerà come prima». Vorrà dire che non avremo imparato un bel niente, che non avremo fatto, rimango nelle banalità, della crisi «una opportunità per l’innovazione», la famosa «crisi creativa».

Vorrà dire che non ha fatto la sua comparsa nessuna nuova classe dirigente, operazione che richiede vent’anni di preparazione e, soprattutto, un conflitto/competizione veri, non fra parlamentari cooptati, raccontati da giornalisti che conoscono i fatti e studiano.

È ora che qualcuno dica alto e forte che non vuole affatto tornare alla normalità, ma che auspica un po’ di eccezionalità per la quale sarebbe persino disponibile ad impegnarsi. Che sia questo il senso più profondo dello smart working?  

normalità domenica pomeriggio

Archiviato in: Interventi

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche su controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Tema in discussione

  • Populismo
  • Cattolici e politica
  • Tema. Svolgimento
  • comunicazione politica
  • fatti e disfatti
  • Rientro a scuola. La sfida al Covid
  • Il vaccino della conoscenza
  • Guerra russo-ucraina

Newsletter

* campi obbligatori

Commenti recenti

  • Giuseppe Lo Verde su L’Occidente e gli Altri. Politica tra nazioni o scontro di civiltà?
  • Giuseppe IERACI su L’Occidente e gli Altri. Politica tra nazioni o scontro di civiltà?
  • Sergio Belardinelli su In ricordo di Francesco D’Agostino

GLI AUTORI

IL TEMA IN DISCUSSIONE

Il conflitto in Ucraina: una sfida per l’ordine internazionale

16 Maggio 2022 di Federico Niglia Lascia un commento

I mezzi di informazione tendono a presentare e affrontare il conflitto in Ucraina non solo con categorie riduttive, ma addirittura alimentando una serie di contrapposizioni artificiose che certamente non giovano alla comprensione e al giudizio. Per riportare il dibattito su un binario più costruttivo ci si può iniziare a porre una serie di domande che non vengono poste o che vengono affrontate con … [continua]

Archiviato in: Il tema in discussione Etichettato con: Guerra russo-ucraina

La Cina nella guerra russo-ucraina

12 Maggio 2022 di Antonio Malaschini Lascia un commento

Nel valutare la posizione cinese sull’invasione russa dell’Ucraina, occorre partire da alcuni dati formali. In occasione delle Olimpiadi di Pechino, il 4 febbraio 2022, Putin e XI Jinping fanno riferimento in una loro dichiarazione congiunta ad una «amicizia senza limiti» (amicizia, si noti, e non alleanza) tra i due paesi. Nel documento la Russia ribadisce che considera Taiwan «parte inalienabile … [continua]

Archiviato in: Il tema in discussione Etichettato con: Guerra russo-ucraina

Aumentare le spese per la difesa? Parliamone!

11 Aprile 2022 di Andrea Locatelli Lascia un commento

La guerra in Ucraina ha sollevato una serie di domande a cui il dibattito politologico non può sottrarsi. Come anticipato da Emidio Diodato in un commento su queste pagine, gli studiosi di politica internazionale hanno il dovere di intervenire nel discorso pubblico e gli strumenti analitici necessari per uscire dalle secche di una polemica (ideologica o interessata che sia) ormai nauseante. Il … [continua]

Archiviato in: Il tema in discussione Etichettato con: Guerra russo-ucraina

Finis Europae? L’UE e la guerra

4 Aprile 2022 di Giuseppe Ieraci 7 commenti

La guerra russo-ucraina impone che ci si interroghi sul futuro dell’UE. L’integrazione europea è stata inizialmente ‘funzionale’, gli Stati mettevano assieme sforzi in ambiti socio-economici limitati, senza preoccuparsi della valenza politica di queste sinergie. Del resto non poteva esserci una valenza politica, perché la Guerra Fredda riduceva la sovranità internazionale europea, consegnava il … [continua]

Archiviato in: Il tema in discussione, Interventi Etichettato con: Guerra russo-ucraina

Politologi con l’elmetto e ingegneria internazionale

28 Marzo 2022 di Emidio Diodato Lascia un commento

La storia degli equilibri mondiali è da riscrivere, ma si sta scrivendo. Il pubblico ne pare avvertito e cerca di regolarsi. Ma è allevato dalla televisione e dai social e, sotto tutti gli aspetti, rimane altamente disinformato. O, come amava dire Sartori, malinformato. Allo stesso tempo il pubblico viene nutrito di una informazione emotiva, alimentata da immagini che fanno commuovere o … [continua]

Archiviato in: Il tema in discussione Etichettato con: Guerra russo-ucraina

Galleria fotografica

Questo slideshow richiede JavaScript.

Archivi

Contattaci

Nova Spes International Foundation
Piazza Adriana 15
00193 Roma

Tel. / Fax 0668307900
email: nova.spes@tiscali.it

Statistiche

  • 131.983 clic

Seguici

  • Facebook
  • Instagram
  • Twitter
  • Youtube

© Copyright 2016 Paradoxa Forum · All Rights Reserved