Paradoxaforum

  • Home
  • Contatti
  • Chi siamo
Ti trovi qui: Home / Interventi / Non è il momento del politically correct. Qualche parola a difesa di Toti (e della scuola)

Non è il momento del politically correct. Qualche parola a difesa di Toti (e della scuola)

19 Novembre 2020 di Marta Regalia 5 commenti

Chi scrive non può certo essere classificato tra i simpatizzanti del governatore ligure, ma le affermazioni di Toti vanno difese. E per molte buone ragioni.

«Per quanto ci addolori ogni singola vittima del Covid-19, dobbiamo tenere conto di questo dato: solo ieri, tra i 25 decessi della Liguria, 22 erano pazienti molto anziani. Persone per lo più in pensione, non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese che vanno però tutelate».

Innanzitutto bisognerebbe partire dai dati di fatto. Primo: è vero o no che i tassi di mortalità più elevati da Covid-19 si riscontrano nelle fasce più anziane della popolazione? Sì, è vero. Senza se e senza ma.

Secondo: è vero o non è vero che i pensionati non sono indispensabili allo sforzo produttivo del Paese? È difficile dare una risposta. Bisognerebbe quantomeno dare una definizione di «sforzo produttivo». Se lo si definisce come «produzione di beni e servizi», la risposta è ancora nì. Perché se, da un lato, i pensionati non dovrebbero più far parte del mercato del lavoro, contribuiscono, molto spesso gratuitamente, allo «sforzo produttivo» fornendo servizi di babysitting o addirittura sostituendosi alla scuola pubblica che non riesce (ancora, ahi noi) a coprire il 100% delle richieste nella fascia 0-6.

Nonostante il grande contributo degli anziani al benessere (welfare) della società (e non solo… questo forum, ad esempio, è frequentato da teste canute di cui il Paese ha estremo bisogno), possiamo o non possiamo affermare che non siano «indispensabili allo sforzo produttivo del Paese»? Forse la domanda è mal posta e bisognerebbe risalire alla fonte del problema.

Senza ricadere nella trappola di definire chi sia o meno «necessario allo sforzo produttivo di un paese», limitiamoci a riconoscere che non si capisce quale vantaggio potrebbero trarre gli anziani da un lockdown esteso a tutti e non solo limitato a loro (forse solo di non sentire il peso degli anni?). Quando le terapie intensive arrivano al collasso, il lockdown è generalizzato, con effetti negativi su tutti, anche e soprattutto sugli anziani.

Virologi e medici di ogni ordine e grado ci hanno spiegato che ad essere letale non è tanto la virulenza del patogeno, ma le sue conseguenze sulla tenuta del sistema sanitario. Poiché gli anziani sono coloro che rischiano maggiormente di dover ricorrere alle terapie intensive (non certo una passeggiata, tra l’altro), saturandole, ci si potrebbe chiedere perché sia così improponibile la richiesta di lockdown selettivi (quindi limitati a fasce di età più elevate). In molte regioni si decide in queste ore la chiusura o meno delle scuole, e uno degli indicatori utilizzati per prendere questa decisione è la saturazione delle terapie intensive.

Conosco bene l’impopolarità di queste parole, ma vorrei evitare i facili passaggi logici che abbiamo letto nei giorni scorsi: scrivere che i pensionati non sono «indispensabili allo sforzo produttivo del Paese» non è equivalente ad affermare che sono inutili. Il salto logico è impressionante e fa cadere nel baratro chi lo fa in quanto svela inevitabilmente la concezione dell’uomo e della vita che lo sottende: si è utili solo se si produce. Che questo arrivi da chi si proclama di sinistra mi spaventa. Non poco.

E proprio per questo chiedo agli anziani che si levino a gran voce per affermare che è vero: non sono indispensabili allo sforzo produttivo del Paese. Ma che fanno tanto per sostenere la società, i figli e i nipoti. E che proprio per questo sono disposti a ritirarsi per qualche tempo per far sì che i loro nipoti possano andare a scuola.

Mi sarebbe piaciuto leggere sulle pagine dei quotidiani una travolgente ondata di editoriali a difesa di un lockdown selettivo che permettesse ai bambini di andare a scuola e di studiare come hanno fatto loro (gli editorialisti) 60, 70 anni fa. Avrei voluto leggere pagine e pagine a difesa della scuola che deve essere pubblica, di qualità e deve accogliere tutti (lasciando anche il tempo ai nonni di godersi la meritata pensione senza obblighi legati all’accudimento dei piccoli).

Mi sarei commossa davanti a un’alzata di scudi a difesa della scuola che è ancor più importante per i ragazzi provenienti da famiglie povere di istruzione, nelle quali una nuova interruzione della didattica in presenza può rappresentare il passo definitivo verso l’abbandono scolastico. Avrei voluto che gli anziani salutassero i più giovani spiegando loro che ci si sarebbe rivisti per commentare la pagella, l’unica cosa davvero importante a quell’età. Purtroppo ho letto solo accuse di discriminazione e di incostituzionalità, parole di indignazione, pagine di egoismo generazionale.

Un’occasione sprecata per essere davvero ‘utili’, per lasciare in ricordo dei propri insegnamenti la più importante delle eredità: il buon esempio.

difesa

Condividi:

  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Altro
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)

Archiviato in: Interventi

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche su controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie

Commenti

  1. Dorina Carla Chinni dice

    26 Novembre 2020 alle 17:44

    Prima reazione alla lettura dell’articolo l’istintivo bisogno di rispondere come merita. Ma ripensandoci non merita una vera risposta, in quell’articolo ho trovato un po’ di squallore e momenti di acredine. Tuttavia visto che opinioni come quelle dell’autrice sono piuttosto scivolose ritengo utile esprimere dissenso. Chissà se citando gli “egoismi generazionali” pensava anche a tutti i morti a causa di una vacanza o di una seratina in discoteca. Magari senza mascherina. E questa non è un’accusa ai giovani ma a quegli incoscienti che per ovvie ragioni non potevano essere molto anziani.

    Rispondi
  2. Raffaella Gherardi dice

    20 Novembre 2020 alle 14:40

    Sì, ha ragione, veramente indisponente il suo articolo!! Gli anziani che dovrebbe levarsi per dire che fanno tanto per sostenere figli e nipoti? Quindi sempre “utili in vista di”: brava davvero!!! Difficilmente mi trovo d’accordo (anzi quasi mai) con Sallusti che però ha ricordato una grande verità (nel corso di un recente dibattito televisivo sul “Totipensiero”) quando ha affermato: gli anziani lo sanno da soli cosa debbono fare per difendersi del virus e quindi anche per difendere la collettività e mettono spontaneamente in atto tutte le misure previste dai medici in tal senso. Come la mettiamo con Mattarella, Biden, Trump, Putin, e tanti leader mondiali che proprio giovanetti non sono? Facciamo una eccezione per loro o ricordiamo che debbono ritirarsi per essere utili a figli e nipoti? Consiglierei di preparare una stella di qualche colore che gli anziani (a partire da quale età di grazia?) debbano cucirsi sul bavero. La contrapposizione poi della volontà reclusiva degli anziani alla libertà della scuola fa venire i brividi perché la mia intelligenza perlomeno non arriva a capire la connessione!! Se lei che invoca i dati invece vede e individua qualche precisa attinenza…prego… chiami in causa altri elementi che non solo i poveri anziani ma anche i “normali cittadini” siano in grado di capire….

    Rispondi
  3. ugo morelli dice

    20 Novembre 2020 alle 9:24

    Ho voluto rileggere ancora: il salvataggio retorico sarebbe che gli anziani, solo loro, devono stare in casa?
    Ma allora perché parlare della loro “utilità”?
    E sottoscrivere la posizione.
    Fino al manicheo tentativo di rovesciare addosso a chi critica la responsabilità di porre la questione dell’utilità.
    Francesco Novara, fondatore del Centro psicologia di Olivetti, aveva scritto : L’utile e l’umano.
    Conviene leggerlo.
    Non è la categoria “utile” quella necessaria per parlare degli esseri viventi e di quelli umani.

    Rispondi
  4. ugo morelli dice

    20 Novembre 2020 alle 9:01

    Non siamo nati ed esistiamo per essere parte di “uno sforzo produttivo”.
    Esprimo il mio stupore per le parole che ho letto:
    Su Paradoxa, poi.
    Non comprendo il collegamento con la scuola.
    E sento un brivido di VERGOGNA

    Rispondi
  5. Gioacchino di Palma dice

    20 Novembre 2020 alle 7:49

    Lo scrive proprio l’autrice che é consapevole dell’impopolarita’ del suo scritto, e personalmente sottoscrivo questo pensiero.
    A me sembra che i facili passaggi logici li faccia lei quando confonde il mercato e la produzione con principi costituzionali e morali.
    Il “canuto” che le sta rispondendo è a dir poco indignato per questo scritto e la sviolinata finale sull’importanza della scuola non mitiga e non recupera per nulla la critica profonda verso tutta la prima parte dello scritto.

    Rispondi

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Tema in discussione

  • L'Europa da Ventotene ad oggi
  • I voti dell'Europa
  • Democrazie e guerra
  • Presidenzialismo
  • Guerra russo-ucraina
  • Il vaccino della conoscenza
  • Rientro a scuola. La sfida al Covid
  • CoVid19. Le angolazioni della crisi
  • Fatti e disfatti
  • Unione Europea
  • Il ’68, lo Stato, la nazione
  • Comunicazione politica
  • Newsletter

    * campi obbligatori

    Commenti recenti

    • Luisella Battaglia su Papa Francesco: il pensiero teologico e l’opera riformatrice
    • Dr. Stephen Steinlight su Le radici profonde della ‘Resistenza’ ucraina
    • Maurizio Griffo su Il Fascismo. Le verità nascoste

    GLI AUTORI

    IL TEMA IN DISCUSSIONE

    L’Europa da Ventotene ad oggi

    Il Manifesto di Ventotene. Qualche considerazione di metodo

    31 Marzo 2025 di Dino Cofrancesco 3 commenti

    Giuseppe Ieraci sul post di ParadoxaForum, del 28 marzo, Sovversivi e comunisti a Ventotene, analizzando criticamente Il Manifesto di Ventotene ha parlato di «un apparato concettuale che oggi desta perplessità: lotta e coscienza di classe, rivoluzione, collettivizzazione, proletariato, sfruttamento capitalistico, imperialismo, si tratta di un linguaggio tardo ottocentesco che era tipico dell’humus … [continua]

    Archiviato in:Il tema in discussione Contrassegnato con: politica, storia, L'Europa da Ventotene ad oggi, Ventotene

    Sovversivi e comunisti a Ventotene

    27 Marzo 2025 di Giuseppe Ieraci 2 commenti

    «La caduta dei regimi totalitari significherà sentimentalmente per interi popoli l’avvento della ‘libertà’; sarà scomparso ogni freno, ed automaticamente regneranno amplissime libertà di parola e di associazione. Sarà il trionfo delle tendenze democratiche». Sono parole di Silvio Berlusconi? Oppure di Volodymyr Zelenskyj? … [continua]

    Archiviato in:Il tema in discussione Contrassegnato con: L'Europa da Ventotene ad oggi, Ventotene, Governo italiano

    Quelli che l’Europa di Ventotene

    24 Marzo 2025 di Gianfranco Pasquino 1 commento

    «L’Europa di Ventotene», ha affermato la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, «non è la mia Europa». Non avrebbe certamente potuto esserlo poiché lei non si sarebbe mai trovata fra i confinati a Ventotene, ma certamente a Roma fra i confinatori fascisti. Perché gli alleati del regime fascista che metteva in galera e confinava i suoi oppositori erano proprio i nemici dell’Europa di Ventotene. … [continua]

    Archiviato in:Il tema in discussione Contrassegnato con: Europa, democrazia, L'Europa da Ventotene ad oggi, Ventotene

    Galleria fotografica

    Questo slideshow richiede JavaScript.

    Archivi

    Privacy Policy

    Contattaci

    Nova Spes International Foundation
    Piazza Adriana 15
    00193 Roma

    Tel. / Fax 0668307900
    email: nova.spes@tiscali.it

    Statistiche

    • 192.627 clic

    Seguici

    • Facebook
    • Instagram
    • Twitter
    • YouTube

    © Copyright 2016 Paradoxa Forum · All Rights Reserved