Condivido appieno la riflessione di Dino Cofrancesco sul rapporto tra associazioni bridging e legittimazione reciproca tra le stesse, anche perché esprimevo il medesimo pensiero in un mio articolo di qualche anno fa, sempre su «Paradoxa» (1/2009). Alla diagnosi di Cofrancesco aggiungerei la seguente notazione. Perché nel nostro paese e’ dominante il capitale sociale di tipo bonding rispetto a quello bridging? La risposta mi viene dalla nozione di groupthink nel senso di Janis, il politologo inglese che coniò l’espressione nel 1972. È il groupthink, a mio giudizio, il fattore che meglio spiega il «corporativismo amorale». Gli esempi citati da Cofrancesco ne sono una convincente conferma. Allora, che fare? Rassegnarsi? Non lo penso proprio. Una via pervia di uscita è quella di riferirsi al capitale sociale di tipo linking – che è la terza fattispecie di capitale sociale di cui in Italia non si vuole quasi mai parlare, salvo rare eccezioni. In buona sostanza, si tratta di dare ali al principio di sussidiarietà circolare, perché né la versione orizzontale e tanto meno quella verticale del principio servono alla bisogna. L’esempio più chiaro di associazione che, fin dagli inizi, ha fatto proprio il paradigma linking è Nova Spes, dall’attività della quale, non per caso, questo forum ha avuto origine. Ce ne sono bensì altre, ma ancora troppo poche.
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