Una delle opere più note che nella pittura occidentale moderna è indirizzata dall’autore a una lettura politica ad ampio spettro, a partire dagli eventi specifici che ne sono ispirazione, è sicuramente la grandiosa tela di Delacroix La Libertà che guida il popolo. Il riferimento alla insurrezione parigina del luglio 1830 e la condivisione degli obiettivi che ne furono alla base, divengono per il pittore volano per la viva rappresentazione che egli dà della battaglia per la libertà da parte di tutti coloro che vi si riconoscono e si raccolgono intorno al suo vessillo.
Assoluta protagonista del quadro è la figura di Marianne, personificazione della Francia che assurge a simbolo della libertà: lei sola è in grado di guidare individui differenti per età, mestieri, professioni e classi sociali di appartenenza, nella dura lotta che essi sono chiamati a condurre tutti insieme per il trionfo e il conseguimento effettivo della libertà stessa.
L’opera appena richiamata dimostrerà in seguito di saper divenire vera e propria icona in tal senso ben al di là della situazione specifica per la quale l’invocazione alla libertà era stata fatta da parte di Delacroix. Essa verrà assunta a simbolo, anche nel XX secolo e oltre, dapprima dei valori repubblicani che nella catastrofe della seconda guerra mondiale trionfano in Francia contro il nazismo, fino a divenire successivamente bandiera ideale di movimenti che, a vari livelli, si presenteranno sulla scena politica mondiale nel segno dei diritti, dal movimento studentesco al movimento per i diritti delle donne. Da ultimo la stessa street art ne trarrà diretti riferimenti e contaminazioni ai fini della rappresentazione e della denuncia di problemi diversi che, sotto varie latitudini, caratterizzano lo scenario della politica contemporanea.
La centrale e intensa raffigurazione della Marianne di Delacroix, emblema della libertà che il suo paese doveva riconquistare, si dimostra dunque in grado di divenire simbolica per cause e ideali che, nei secoli a venire, vanno oltre i confini dello Stato all’interno dei quali essa era stata originariamente pensata e si situano sull’ampio terreno di una politica e di diritti umani ai quali gli stessi confini nazionali stanno sempre più stretti.
Nella prospettiva appena richiamata, il grande quadro in oggetto, all’interno del quale la motivazione ideale della libertà che lo ispira si coniuga strettamente con la realistica rappresentazione da parte dell’autore di individui appartenenti a età e classi sociali diverse (individui dalle caratteristiche assai differenti tra di loro ma che lottano tutti gli uni accanto agli altri), assume un profondo significato, insieme con le declinazioni diverse che la storia successiva darà dello stesso quadro, nell’itinerario che conduce dalla affermazione dei diritti dell’uomo come cittadino all’età dell’universalità dei diritti.
Nella prospettiva di un presente pesantemente segnato dalla grave pandemia Covid 19 che, a partire dai primi mesi del 2020 ha travolto e ancora travolge il mondo intero, allungando i suoi pericolosi tentacoli verso l’anno che verrà e gli anni a venire, l’interrogativo è se e in che misura sia possibile ripensare/rilanciare oggi le sfide che vengono dal quadro di Delacroix. La politica e la fragile eredità dei diritti umani che ne hanno caratterizzato la parabola moderna saranno in grado di ridefinirsi alla luce del contesto attuale, dei bisogni e dei soggetti che lo contraddistinguono?
Sembra a chi scrive, che forse varrebbe davvero la pena pensare, pur trovandoci nel pieno degli effetti catastrofici della pandemia, di essere ora all’alba di un nuovo mondo in cui occorre riprogettare tutti insieme il futuro in una dimensione finalmente globale e universale. Il quadro di Delacroix potrebbe dunque assumere ulteriori significati ideali/reali alla luce della temperie che il mondo intero sta attraversando e divenire ancora una volta immagine simbolo di un rinnovato impegno da parte degli individui, della società e delle istituzioni tutte, sotto il profilo interno e internazionale? La sfida in campo è quella di pensare insieme un realismo che non rinunci alla progettualità ideale ad ampio spettro, in merito alle scelte dei singoli e della politica, e comporti invece, in entrambi i casi, responsabilità vera verso gli altri, e capacità di immaginare da vicino il futuro.
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