Paradoxaforum

  • Home
  • Contatti
  • Chi siamo
Tu sei qui: Home / Interventi / La predittività nell’era della tecnica e dei big data

La predittività nell’era della tecnica e dei big data

10 Settembre 2018 di Sergio Belardinelli Lascia un commento

Nell’ambito delle scienze sociali si discute pressoché da sempre di predittività. Non pochi classici della sociologia sono stati attratti dall’idea di scoprire le leggi che regolano le società, al fine di poterne prevedere gli eventi, più o meno come le leggi fisiche consentono di prevedere gli eventi fisici. Oggi, secondo alcuni, questa esigenza sembra poter essere soddisfatta dai cosiddetti big data e dai potentissimi algoritmi che sono in grado di utilizzarli ‘creativamente’. Ma, detto in tutta franchezza, preferisco i classici che richiamano l’attenzione sulla specificità, diciamo pure l’unicità, dei fenomeni sociali, al fine di comprenderli, non di prevederli. D’altra parte, nel mondo sociale, le stesse spiegazioni sono sempre ex post, non sono previsioni.

Non che non ritenga importante la ricerca di regolarità statistiche nel mondo sociale, il calcolo dei rischi connessi a certe decisioni e cose simili. Semplicemente credo che in questo tipo di mondo, almeno finché continueranno a esserci gli uomini, ci sarà sempre un elemento imponderabile di imprevedibilità. La sociologia potrà sforzarsi di spiegare, comprendere, anche di prevedere; ciò è comprensibilissimo; da sempre gli uomini cercano di farlo. Ma sulla previsione penderà sempre, aggiungerei per fortuna, la spada dell’incertezza. Potrei esprimere lo stesso concetto dicendo che il carattere intenzionale delle azioni umane, l’umana libertà, nonché i limiti della umana conoscenza sono ciò che rendono il futuro sempre incerto, imprevedibile. E questo credo che valga anche oggi, nell’era dei big data e dell’intelligenza artificiale. Non ci sono algoritmi per prevedere il futuro; più è in gioco la libertà degli uomini e siamo consapevoli dei limiti della nostra conoscenza di quel mondo che chiamiamo società, e più gli algoritmi segnano il passo; possono essere utilissimi, sia ben chiaro, ma il più delle volte la realtà sociale, per essere compresa, richiede immaginazione, diciamo pure saggezza, ‘phronesis’, come la chiamavano i greci.

Come insegna Gerd Gigerenzer, non esiste un algoritmo per gestire l’incertezza. Esistono invece algoritmi per gestire i rischi; algoritmi che diventano sempre più efficaci nell’aggiornare le proprie previsioni man mano che aumentano le informazioni disponibili. Si pensi alle automobili che ‘imparano’ a guidare e a parcheggiare autonomamente. Ma incertezza e rischio non sono la stessa cosa. Se si guarda al futuro, il mondo dell’incertezza è infinitamente più ampio di quello dei rischi. La cosa è piuttosto chiara da quasi cent’anni.

«L’incertezza – scriveva Frank Hyneman Knight in un libro del 1921 – va considerata in un senso radicalmente distinto dalla nozione familiare di rischio, dalla quale non è mai stata propriamente separata […]. Il fatto essenziale è che “rischio” significa in alcuni casi una quantità suscettibile di misura, mentre altre volte è qualcosa distintamente non di questo tipo: e ci sono differenze cruciali e di vasta portata nell’influenza di questi fenomeni, a seconda di quale dei due è realmente presente e operante […]. Si comprenderà che un’incertezza misurabile, o propriamente “rischio”, per come useremo il termine, è così tanto differente da una non misurabile che in effetti non è un’incertezza affatto» (F.H. Knight, Rischio, incertezza e profitto, La Nuova Italia, Firenze 1960, p.18).

In materia di società e di vicende umane, temo che l’intelligenza umana, l’immaginazione degli scienziati sociali in genere potranno rivelarsi utili soltanto a prevedere il passato, ossia quell’ambito della storia umana in cui l’incertezza, così come la definisce Knight, viene ridotta al minimo; potrà essere utile a spiegare e a comprendere, ma non a prevedere.

Gli algoritmi, lo ripeto, si basano sul rischio, non sull’incertezza. La situazione nella quale viviamo oggi, diciamo pure, la nostra civiltà tecnologica, ha senz’altro trasformato e continua a trasformare in rischi una miriade di situazioni che fino a ieri appartenevano all’ordine dell’incertezza. Non escludo che esistano algoritmi che consentono di fare previsioni precise in diversi campi. Le previsioni del tempo, ad esempio, stanno facendo progressi straordinari; consentono di stabilire con quasi assoluta precisione (quasi!), se in un gran premio di ‘Formula 1’ alla Ferrari o alla Mercedes conviene partire con le gomme da pioggia o con quelle da asciutto. Ma, per fare un esempio, benché si investano risorse ingenti in tal senso, non è prevedibile con la stessa precisione quale sarà il valore dell’euro sul dollaro tra dieci mesi. Se questo fosse possibile, gli economisti sarebbero gli uomini più ricchi del mondo.

So bene che le intelligenze artificiali e la loro capacità di sfruttare l’enorme quantità di dati disponibili stanno disegnando in proposito scenari del tutto nuovi. L’uso sempre più raffinato della rete da parte di certi soggetti economici, politici o d’altro tipo fa supporre che si possano prevedere i comportamenti degli individui in ordine ai consumi, alle preferenze elettorali e cose simili. Ritengo tuttavia che il paradigma hayekiano circa l’impossibilità che l’uomo conosca tutte le variabili di tutti i possibili eventi che possono accadere nella società resti tuttora valido. Almeno me lo auguro, visto che, proprio come insegna von Hayek, se esistessero uomini capaci di questo tipo di conoscenza, non ci sarebbe più nulla da fare per la nostra libertà.

Abbiamo proiezioni, calcoli, algoritmi, che però non sono in grado di contenere tutte le variabili. Sebbene dunque sia comprensibile che gli uomini cerchino in tutti i modi di trasformare l’incertezza in un rischio, dobbiamo riconoscere che l’impresa è destinata in molti casi al fallimento. E quand’anche fossimo così fortunati (fortunati?) da avere successo, faremmo comunque sempre bene a domandarci se in questo successo non si riverberi piuttosto la cosiddetta ‘illusione del tacchino’. Per chi non la conoscesse, mi riferisco all’illusione del tacchino americano che col passare del tempo si convince della bontà del padrone, semplicemente perché tutti i giorni questi gli porta da mangiare. Nel giorno del ringraziamento quest’illusione si rivelerà fatale, ma il tacchino non poteva saperlo prima.

Archiviato in: Interventi

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche su controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Tema in discussione

  • Populismo
  • Cattolici e politica
  • Tema. Svolgimento
  • comunicazione politica
  • fatti e disfatti
  • Rientro a scuola. La sfida al Covid
  • Il vaccino della conoscenza
  • Guerra russo-ucraina

Newsletter

* campi obbligatori

Commenti recenti

  • Giuseppe Lo Verde su L’Occidente e gli Altri. Politica tra nazioni o scontro di civiltà?
  • Giuseppe IERACI su L’Occidente e gli Altri. Politica tra nazioni o scontro di civiltà?
  • Sergio Belardinelli su In ricordo di Francesco D’Agostino

GLI AUTORI

IL TEMA IN DISCUSSIONE

Il conflitto in Ucraina: una sfida per l’ordine internazionale

16 Maggio 2022 di Federico Niglia Lascia un commento

I mezzi di informazione tendono a presentare e affrontare il conflitto in Ucraina non solo con categorie riduttive, ma addirittura alimentando una serie di contrapposizioni artificiose che certamente non giovano alla comprensione e al giudizio. Per riportare il dibattito su un binario più costruttivo ci si può iniziare a porre una serie di domande che non vengono poste o che vengono affrontate con … [continua]

Archiviato in: Il tema in discussione Etichettato con: Guerra russo-ucraina

La Cina nella guerra russo-ucraina

12 Maggio 2022 di Antonio Malaschini Lascia un commento

Nel valutare la posizione cinese sull’invasione russa dell’Ucraina, occorre partire da alcuni dati formali. In occasione delle Olimpiadi di Pechino, il 4 febbraio 2022, Putin e XI Jinping fanno riferimento in una loro dichiarazione congiunta ad una «amicizia senza limiti» (amicizia, si noti, e non alleanza) tra i due paesi. Nel documento la Russia ribadisce che considera Taiwan «parte inalienabile … [continua]

Archiviato in: Il tema in discussione Etichettato con: Guerra russo-ucraina

Aumentare le spese per la difesa? Parliamone!

11 Aprile 2022 di Andrea Locatelli Lascia un commento

La guerra in Ucraina ha sollevato una serie di domande a cui il dibattito politologico non può sottrarsi. Come anticipato da Emidio Diodato in un commento su queste pagine, gli studiosi di politica internazionale hanno il dovere di intervenire nel discorso pubblico e gli strumenti analitici necessari per uscire dalle secche di una polemica (ideologica o interessata che sia) ormai nauseante. Il … [continua]

Archiviato in: Il tema in discussione Etichettato con: Guerra russo-ucraina

Finis Europae? L’UE e la guerra

4 Aprile 2022 di Giuseppe Ieraci 7 commenti

La guerra russo-ucraina impone che ci si interroghi sul futuro dell’UE. L’integrazione europea è stata inizialmente ‘funzionale’, gli Stati mettevano assieme sforzi in ambiti socio-economici limitati, senza preoccuparsi della valenza politica di queste sinergie. Del resto non poteva esserci una valenza politica, perché la Guerra Fredda riduceva la sovranità internazionale europea, consegnava il … [continua]

Archiviato in: Il tema in discussione, Interventi Etichettato con: Guerra russo-ucraina

Politologi con l’elmetto e ingegneria internazionale

28 Marzo 2022 di Emidio Diodato Lascia un commento

La storia degli equilibri mondiali è da riscrivere, ma si sta scrivendo. Il pubblico ne pare avvertito e cerca di regolarsi. Ma è allevato dalla televisione e dai social e, sotto tutti gli aspetti, rimane altamente disinformato. O, come amava dire Sartori, malinformato. Allo stesso tempo il pubblico viene nutrito di una informazione emotiva, alimentata da immagini che fanno commuovere o … [continua]

Archiviato in: Il tema in discussione Etichettato con: Guerra russo-ucraina

Galleria fotografica

Questo slideshow richiede JavaScript.

Archivi

Contattaci

Nova Spes International Foundation
Piazza Adriana 15
00193 Roma

Tel. / Fax 0668307900
email: nova.spes@tiscali.it

Statistiche

  • 131.970 clic

Seguici

  • Facebook
  • Instagram
  • Twitter
  • Youtube

© Copyright 2016 Paradoxa Forum · All Rights Reserved