Paradoxaforum

  • Home
  • Contatti
  • Chi siamo
Ti trovi qui: Home / Interventi / Letta e l’identità di sinistra

Letta e l’identità di sinistra

22 Aprile 2021 di Franco Chiarenza 2 commenti

Appena insediato al vertice, Enrico Letta si è posto il problema che sin dalla sua fondazione angoscia il partito democratico, quello della sua identità. Un’esigenza che da sempre tormenta gli ambienti che ‘guardano a sinistra’, per i quali alla mancanza di tale identità si deve il declino anche elettorale di tutti i soggetti che, nel tempo, hanno cercato di raccogliere in qualche modo l’eredità social-comunista del dopoguerra, dimenticando che essa si fondava sull’idea marxiana di un rovesciamento profondo dei rapporti di classe, sia pure adattata alla particolare realtà italiana.

Anche il PD, nato nel 2007 dalla convinzione di Veltroni che tale retaggio potesse fondersi con quello del cattolicesimo sociale (confluito a suo tempo nella DC, per motivazioni storiche ormai superate) e costituire un’alternativa di sinistra legittimata a esercitare il potere in un paese oggi saldamente ancorato ai principi democratici e liberali occidentali, non è mai riuscito a liberarsi dal richiamo identitario di alcune minoranze elitarie (‘alla Nanni Moretti’, per intenderci) che, nostalgicamente, rimuginavano la mancata trasformazione radicale degli assetti economici e sociali anche a costo di restare inevitabilmente all’opposizione (e anzi forse proprio per questo, per non misurarsi con le inevitabili complicazioni che comporta il governare la variegata composizione sociale del Paese).

Da sempre innamorato dell’America, Veltroni sognava una riedizione del «democratic party» nella sua concezione kennediana. L’Italia, però, non è l’America; la piattaforma democratica americana ormai da alcuni decenni si configura come un’area elettorale molto composita, tenuta insieme soprattutto da una comune visione dei diritti umani allargati alle sensibilità delle nuove generazioni: parità di genere, antirazzismo, ambientalismo, sanità, mentre sul piano economico l’assetto capitalistico non viene messo in discussione (non almeno in maniera significativa).

Il bacino elettorale dei democratici italiani, per essere vincente, avrebbe dovuto allargarsi considerevolmente rispetto alle componenti originarie, andando a raccogliere consensi in quell’ampio centro democratico che, pur nelle sue notevoli differenze, non si riconosce né nel marxismo né nel solidarismo cattolico; e in effetti questo fu il tentativo compiuto da Renzi nel 2014 che, non a caso, portò il partito al massimo dei voti.

Ed è per questo che Veltroni lo appoggiò, prescindendo dalle sue intemperanze, dalla sua presunzione autoreferenziale, dalle discutibili compagnie di cui si circondava. Ma, come lo stesso Veltroni aveva già sperimentato, la corda del PD è fragile: se viene tirata troppo al centro si spezza a sinistra e viceversa. La rivolta delle ‘nomenklature’, subito dopo la catastrofe del referendum costituzionale, portò infatti all’espulsione di Renzi, ma con lui il PD perse anche la sfida di accreditarsi nell’elettorato di centro.

L’identità di sinistra che Letta vorrebbe rilanciare per superare la logica correntizia urta quindi, inevitabilmente, contro una verità difficile da rimuovere: venuta meno ogni identità velleitariamente ‘rivoluzionaria’, il partito di sinistra, comunque si chiami, resta un movimento riformista che può soltanto lavorare ai fianchi di un sistema economico abbastanza consolidato e accettato. Un problema, d’altronde, che non riguarda soltanto l’Italia ma tutti i paesi europei dove i partiti socialisti si pongono le stesse domande.

Altre sono le nuove radicalità che occupano il panorama politico determinandone le scelte: la globalizzazione, le emergenze sanitarie e ambientali, le loro ricadute sugli assetti sociali, e in qual misura questi cambiamenti possono essere governati senza compromettere i diritti fondamentali su cui l’Occidente ha costruito la sua egemonia morale e culturale, come invece propongono i movimenti populisti di destra prefigurando modelli difensivi sostanzialmente illiberali quando non addirittura autoritari.

La questione dell’alleanza con i Cinque Stelle va quindi inquadrata in un contesto di priorità diverse dalle contrapposizioni di classe ereditate dalla sinistra storica. Malgrado la loro confusione concettuale e organizzativa, i «Cinque Stelle» appaiono più moderni dei loro alleati del PD, e non a caso dettano l’agenda del confronto politico: lotta alla corruzione, uguaglianza dei diritti, ambientalismo radicale, grande attenzione ai nuovi strumenti di comunicazione.

Il PD li insegue arrancando, cercando di fissare paletti in grado di contemperare le nuove sensibilità con quelle tradizionali, non senza qualche ingenuità demagogica come le quote femminili obbligatorie, il voto ai sedicenni, lo «ius soli», ecc. Ma, così facendo, Letta rischia di lasciare libera di fluttuare nel vuoto quella parte di elettorato moderato che non condivide gli estremismi della Meloni e le volgarità di Salvini ma non si riconosce nemmeno in un asse PD-5stelle a trazione Grillo. Un vuoto che disperatamente (ma, almeno per ora, con poco successo) cercano di riempire Calenda, Renzi, Emma Bonino e i naufraghi del partito di Berlusconi come Toti, Lupi, Carfagna, ecc.

Molto dipenderà ovviamente dalla legge elettorale, ma comunque, quale che sia, sarà sempre il centro a fare la differenza, ed è lì che tra un anno si giocherà la partita definitiva.

letta

Condividi:

  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Altro
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)

Archiviato in: Interventi

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche su controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie

Commenti

  1. Dino Cofrancesco dice

    23 Aprile 2021 alle 9:30

    Sinceramente non riesco a comprendere le ragioni del grande prestigio goduto da Enrico Letta. I suoi libri rientrano nella normale saggistica politica–inni all’Europa, omaggi a Maestri come Nino Andreatta, racconti di viaggio..Che cosa giustifichi il prestigioso incarico avuto a Parigi resta per me un mistero..’Ius soli’ e voto ai sedicenni sono le sue grandi battaglie civili. Unite a una sensibilità per il ‘sociale’ che gli ha fatto ricevere le sardine prima della Confindustria..
    Forse ora è più sereno ma i militanti e gli elettori del PD non hanno motivo per esserlo.

    Rispondi
  2. enzo de biasi dice

    22 Aprile 2021 alle 19:11

    Analisi parziale anche se condivisibile in parte. Il PD nacque dallo scioglimento dei DS e della Margherita, il primo partito aveva già subito la scissione dei “comunisti” che non accettarono la svolta di Occhetto. Il secondo partito era invece , come il nome del fiore, un insieme di cattolici democratici , radicali, repubblicani, liberali, socialisti e verdi . Inoltre gli ex Dc non provenivano , per la gran parte, dal cattolicesimo “sociale” strutturati nella corrente (Forze Nuove) che era confluita, in gran parte, nel centro-destra. Affermare quindi che il PD è il frutto della tradizione “social-comunista” e del “cattolicesimo -sociale” è perlomeno limitativo sul piano concettuale ed inesatto sul quello fattuale; le nomenklature trasferitesi nel nuovo contenitoreavevano origine differenziate Altra imprecisione, non di poco conto, Renzi non è stato “espulso” dal PD; egli ha preferito andarsene da solo costituendo un gruppo parlamentare di nuovo conio (ed annesso partito) una volta raccolti i voti dal e del popolo votante un altro vessillo a marzo 2018. Le ragioni possono essere anche plausibili, nulla gli impediva d rimanere all’interno seppure in una posizione di minoranza dialetticamente impegnata ogni giorno a portare avanti le proprie ragioni su ciascun punto in agenda. Infine, Letta . A mio avviso, sul punto sono anche intervenuto pubblicamente in un quotidiano on line, Letta avrebbe dovuto reggere la segreteria giusto il tempo di allestire il congresso che deciderà la linea politica del PD, tuttora nei fatti ondivago e senza alcuna direttrice di marcia . Le prime uscite , e qui convengo con l’autore, ius soli e voto ai 16enni sono un pò poco, cosi come lo è l’aver detto a priori che il referente principale sono i 5 stelle e gli altri se vorranno si aggiungono. La questione non è fare l’ennesimo “patto della crostata” , quanto piuttosto discutere di contenuti partendo dalle singole realtà provinciali, declinando in modo dettagliato le singole problematiche cosi che gli aspiranti delegati al congresso nazionale possano essere valutati e votati da ciascun iscritti e da coloro che hanno partecipato alle primarie antecedenti. Letta ha optato per la via verticistica, che probabilmente (Roma e Milano già insegnano ) non porterà lontano. Una nota finale, se la sintesi ideologica-programmatica non si trova , meglio tornare e ad un partito di centro e a uno di sinistra; piuttosto che mille frattaglie.

    Rispondi

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Tema in discussione

  • L'Europa da Ventotene ad oggi
  • I voti dell'Europa
  • Democrazie e guerra
  • Presidenzialismo
  • Guerra russo-ucraina
  • Il vaccino della conoscenza
  • Rientro a scuola. La sfida al Covid
  • CoVid19. Le angolazioni della crisi
  • Fatti e disfatti
  • Unione Europea
  • Il ’68, lo Stato, la nazione
  • Comunicazione politica
  • Newsletter

    * campi obbligatori

    Commenti recenti

    • Luisella Battaglia su Papa Francesco: il pensiero teologico e l’opera riformatrice
    • Dr. Stephen Steinlight su Le radici profonde della ‘Resistenza’ ucraina
    • Maurizio Griffo su Il Fascismo. Le verità nascoste

    GLI AUTORI

    IL TEMA IN DISCUSSIONE

    L’Europa da Ventotene ad oggi

    Il Manifesto di Ventotene. Qualche considerazione di metodo

    31 Marzo 2025 di Dino Cofrancesco 3 commenti

    Giuseppe Ieraci sul post di ParadoxaForum, del 28 marzo, Sovversivi e comunisti a Ventotene, analizzando criticamente Il Manifesto di Ventotene ha parlato di «un apparato concettuale che oggi desta perplessità: lotta e coscienza di classe, rivoluzione, collettivizzazione, proletariato, sfruttamento capitalistico, imperialismo, si tratta di un linguaggio tardo ottocentesco che era tipico dell’humus … [continua]

    Archiviato in:Il tema in discussione Contrassegnato con: politica, storia, L'Europa da Ventotene ad oggi, Ventotene

    Sovversivi e comunisti a Ventotene

    27 Marzo 2025 di Giuseppe Ieraci 2 commenti

    «La caduta dei regimi totalitari significherà sentimentalmente per interi popoli l’avvento della ‘libertà’; sarà scomparso ogni freno, ed automaticamente regneranno amplissime libertà di parola e di associazione. Sarà il trionfo delle tendenze democratiche». Sono parole di Silvio Berlusconi? Oppure di Volodymyr Zelenskyj? … [continua]

    Archiviato in:Il tema in discussione Contrassegnato con: L'Europa da Ventotene ad oggi, Ventotene, Governo italiano

    Quelli che l’Europa di Ventotene

    24 Marzo 2025 di Gianfranco Pasquino 1 commento

    «L’Europa di Ventotene», ha affermato la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, «non è la mia Europa». Non avrebbe certamente potuto esserlo poiché lei non si sarebbe mai trovata fra i confinati a Ventotene, ma certamente a Roma fra i confinatori fascisti. Perché gli alleati del regime fascista che metteva in galera e confinava i suoi oppositori erano proprio i nemici dell’Europa di Ventotene. … [continua]

    Archiviato in:Il tema in discussione Contrassegnato con: Europa, democrazia, L'Europa da Ventotene ad oggi, Ventotene

    Galleria fotografica

    Questo slideshow richiede JavaScript.

    Archivi

    Privacy Policy

    Contattaci

    Nova Spes International Foundation
    Piazza Adriana 15
    00193 Roma

    Tel. / Fax 0668307900
    email: nova.spes@tiscali.it

    Statistiche

    • 192.627 clic

    Seguici

    • Facebook
    • Instagram
    • Twitter
    • YouTube

    © Copyright 2016 Paradoxa Forum · All Rights Reserved