Paradoxaforum

  • Home
  • Contatti
  • Chi siamo
Ti trovi qui: Home / Il tema in discussione / La sfida per tornare in presenza

La sfida per tornare in presenza

24 Settembre 2020 di Roberto Mordacci 1 commento

Tutte le università sono impegnate nella ripresa delle attività didattiche condizionate dall’epidemia, dalle misure di sicurezza e, soprattutto, dall’opzione fra didattica in presenza e a distanza. Non si tratta di un aut-aut: in molti casi sarà adottata una didattica mista, in cui gli insegnamenti sono tenuti in parte in aula, in parte online.

Le lezioni in presenza richiedono una rivoluzione logistica: nuove aule, distanziamento sociale, orari estesi, tempi di sanificazione. Pochissime università riescono a garantire la presenza a lezione di tutti gli studenti: la capienza delle aule è ridotta in media del 30% e le sale già sovraffollate degli atenei italiani si sono ulteriormente ristrette.

Per questo, i Rettori italiani hanno deciso di garantire la trasmissione delle lezioni in rete, in modo che gli studenti che non accedono alle aule possano seguirle da remoto. Ma come si determina chi entra in classe e chi no?

È un problema di criteri di giustizia, in chiave molto pragmatica. Un approccio liberale, che qui sembra appropriato, opta per lasciare totale libertà agli studenti: chi vuole va in aula. Chi sceglie la distanza non è discriminato, perché opera una scelta individuale.

Molte università riferiscono che l’esperienza a distanza durante la chiusura è stata ragionevolmente valida, benché la didattica in presenza offra una maggiore partecipazione e condivisione. La differenza non è tale da creare diseguaglianze importanti fra gli studenti che optano per l’una o per l’altra.

Si creano però così almeno due scenari:

  • (poco probabile) tutti o quasi gli studenti scelgono la presenza, ma l’aula ridotta non può contenerli tutti;
  • (molto probabile) molti studenti scelgono la distanza (in parte, per comodità) e il docente si trova a far lezione alla presenza di quattro-cinque allievi.

Nel primo caso, bisogna regolamentare gli accessi. A tale scopo, alcune università si sono dotate di applicazioni di prenotazione dei posti: tecnologicamente sofisticato, ma efficace. Nel secondo, la presenza risulta di fatto vanificata e non ha molto senso costringere i docenti a insegnare in aule vuote.

Dicevo che quest’ultimo è lo scenario più probabile, ma è anche la sfida più profonda all’insegnamento universitario: può anche darsi che i docenti si trovino all’inizio in aule poco frequentate, con molti studenti connessi da casa.

Ma qui si parrà la lor nobilitate: un insegnamento coinvolgente, che stimola alla condivisione del sapere invece che alla mera trasmissione di informazioni, un uso ben preparato e congegnato dell’interazione diretta, pur senza discriminare chi è a distanza (si può sempre attivare il microfono e intervenire) susciterebbe il desiderio di tornare a frequentare gli spazi accademici, di sfidare pigrizia e trasporti per poter esserci e cogliere le sfumature, le occasioni e i momenti informali, la socialità spontanea e le discussioni estemporanee che sono il lievito dell’esperienza universitaria.

L’accademia non è un divano di casa. Ma perché torni a essere vita activa, ora che molti si sono abituati al sofà, la responsabilità è principalmente di noi docenti.

La didattica a distanza ci ha costretto a modificare il nostro modo di insegnare e abbiamo imparato molto: lezioni più precise, più materiali disponibili, più sollecitazioni per avere riscontri dagli studenti. Lo stesso deve avvenire ora per la didattica in aula, che dobbiamo reinventare: fare ciò che solo in presenza si può fare bene, ricreare la comunità di studio che è l’università, sfruttare la scioltezza dell’interazione per far sentire i limiti della didattica da remoto, ma senza denigrarla e continuando anzi ad adottarla per alcune parti dei corsi, quelle che meno richiedono i vantaggi della condivisione.

La ripresa non sarà una questione di spazi fra le sedute, orari e sanificazione: sarà una grande ricerca sull’essenza dell’insegnamento.

 

Condividi:

  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Altro
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)

Archiviato in: Il tema in discussione Etichettato con: Rientro a scuola. La sfida al Covid

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche su controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie

Commenti

  1. Marco Tarchi dice

    25 Settembre 2020 alle 9:25

    Non credo che si possa generalizzare su vantaggi e svantaggi delle diverse forme di didattica. Personalmente, non ho visto particolari vantaggi in quella a distanza: né sulle sollecitazioni alla partecipazione alle lezioni, né sulla “precisione” (?) delle lezioni. Ho visto invece alcuni svantaggi, fra cui quello – avvertito da vari colleghi – di non poter capire se, dietro le sigle che compaiono nella stragrande maggioranza dei casi sul video, coloro che tengono la telecamera spenta ci sono oppure no, seguono oppure no. Per qualcuno la didattiva a distanza sarà di ausilio: per altri certamente no. E la virtualizzazione del rapporto docente-studente (dire “discente” forse potrebbe essere giudicato politicamente scorretto…) crea danni non solo all’università, ma anche alla società, istigando la creazione di monadi.

    Rispondi

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Tema in discussione

  • L'Europa da Ventotene ad oggi
  • I voti dell'Europa
  • Democrazie e guerra
  • Presidenzialismo
  • Guerra russo-ucraina
  • Il vaccino della conoscenza
  • Rientro a scuola. La sfida al Covid
  • CoVid19. Le angolazioni della crisi
  • Fatti e disfatti
  • Unione Europea
  • Il ’68, lo Stato, la nazione
  • Comunicazione politica
  • Newsletter

    * campi obbligatori

    Commenti recenti

    • Dino Cofrancesco su L’essenza di quel che è imperativo sapere su pace e guerra
    • Sergio Belardinelli su La liaison dangereuse
    • Dino Cofrancesco su «We’ll make a Big Deal»

    GLI AUTORI

    IL TEMA IN DISCUSSIONE

    L’Europa da Ventotene ad oggi

    Il Manifesto di Ventotene. Qualche considerazione di metodo

    31 Marzo 2025 di Dino Cofrancesco 3 commenti

    Giuseppe Ieraci sul post di ParadoxaForum, del 28 marzo, Sovversivi e comunisti a Ventotene, analizzando criticamente Il Manifesto di Ventotene ha parlato di «un apparato concettuale che oggi desta perplessità: lotta e coscienza di classe, rivoluzione, collettivizzazione, proletariato, sfruttamento capitalistico, imperialismo, si tratta di un linguaggio tardo ottocentesco che era tipico dell’humus … [continua]

    Archiviato in:Il tema in discussione Contrassegnato con: Ventotene, politica, storia, L'Europa da Ventotene ad oggi

    Sovversivi e comunisti a Ventotene

    27 Marzo 2025 di Giuseppe Ieraci 2 commenti

    «La caduta dei regimi totalitari significherà sentimentalmente per interi popoli l’avvento della ‘libertà’; sarà scomparso ogni freno, ed automaticamente regneranno amplissime libertà di parola e di associazione. Sarà il trionfo delle tendenze democratiche». Sono parole di Silvio Berlusconi? Oppure di Volodymyr Zelenskyj? … [continua]

    Archiviato in:Il tema in discussione Contrassegnato con: Governo italiano, L'Europa da Ventotene ad oggi, Ventotene

    Quelli che l’Europa di Ventotene

    24 Marzo 2025 di Gianfranco Pasquino 1 commento

    «L’Europa di Ventotene», ha affermato la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, «non è la mia Europa». Non avrebbe certamente potuto esserlo poiché lei non si sarebbe mai trovata fra i confinati a Ventotene, ma certamente a Roma fra i confinatori fascisti. Perché gli alleati del regime fascista che metteva in galera e confinava i suoi oppositori erano proprio i nemici dell’Europa di Ventotene. … [continua]

    Archiviato in:Il tema in discussione Contrassegnato con: democrazia, L'Europa da Ventotene ad oggi, Ventotene, Europa

    Galleria fotografica

    Questo slideshow richiede JavaScript.

    Archivi

    Privacy Policy

    Contattaci

    Nova Spes International Foundation
    Piazza Adriana 15
    00193 Roma

    Tel. / Fax 0668307900
    email: nova.spes@tiscali.it

    Statistiche

    • 194.919 clic

    Seguici

    • Facebook
    • Instagram
    • Twitter
    • YouTube

    © Copyright 2016 Paradoxa Forum · All Rights Reserved