Il 5 marzo 1922 nasceva a Bologna Pier Paolo Pasolini. Numerose sono le iniziative che a livello nazionale e internazionale, già a partire dallo scorso anno, sono state, sono e si apprestano a essere messe in campo nel corso di tutto il 2022 per ricordare il centenario della nascita di uno dei più grandi esponenti della cultura italiana del Novecento. Immaginando per un momento qualcuno che incontri per la prima volta il nome di Pasolini, sicuramente avrebbe difficoltà a capire immediatamente (anche sulla base del semplice, esterno richiamo ai titoli dei convegni e delle iniziative in suo ricordo) a quale specifico settore della cultura egli sia ascrivibile.
Pasolini scrittore? Pasolini poeta? Pasolini regista? Pasolini pittore? Pasolini intellettuale impegnato a capire in profondità il suo tempo fra passato e futuro e a denunciarne con coraggio, anche a livello giornalistico e di analisi politica, tutte le contraddizioni sulla via di un processo di planetaria omologazione?
Forse vale la pena richiamare il titolo dato dagli organizzatori al grande progetto espositivo condiviso che prenderà il via a Roma in ottobre sotto l’egida di istituzioni importanti quali Palaexpo, Gallerie Nazionali di Arte Antica e MAXXI: «Pier Paolo Pasolini. TUTTO È SANTO». Si tratta di un titolo che rievoca molto opportunamente la frase con la quale il centauro Chirone nel film Medea (1969) apre un discorso indirizzato al suo discepolo, Giasone. La misteriosa sacralità del mondo che il regista Pasolini ha cura di porre bene in risalto, costituisce una sorta di filo rosso dell’intera sua opera ed è al tempo stesso testimonianza della totale irriducibilità di quest’ultima entro qualsivoglia rassicurante schema o indirizzo o modalità di espressione artistica. Le sfide che Pasolini rivolge e continua a rivolgere ancora oggi a chi incontra le sue opere, letterarie o artistiche sui vari terreni o di analisi politico-culturale, risultano sempre di impressionante attualità proprio perché non legate ai rassicuranti lidi di schematismi che, a differenti livelli, suggeriscano preconfezionate risposte ad altrettante banali e scontate domande. Così, per esempio, anche i suoi Scritti corsari (1973-75), più direttamente legati all’analisi di questioni e problemi del presente e in primo luogo della politica e della società italiana, sono una continua sfida al lettore, alla sua capacità critica, alla possibilità stessa di indagare il presente alla luce di un passato che si proietta immediatamente nel futuro ad ampio spettro.
Anche nella sua veste di commentatore politico Pasolini resta, a mio avviso, fedele alla lezione delle parole del suo Chirone, quasi a mettere in guardia il suo discepolo da ogni presunto spirito di oggettivizzazione neutra e neutralizzante che troverà durante tutto il suo percorso di maturazione e l’invito comunque a sapere andare oltre ciò che immediatamente appare:
«Tutto è santo, tutto è santo, tutto è santo. Non c’è niente di naturale nella natura, ragazzo mio, tientelo bene a mente. Quando la natura ti sembrerà naturale, tutto sarà finito e comincerà qualcosa d’altro. Addio cielo, addio mare. Che bel cielo! Vicino, felice. Di’, ti sembra che un pezzetto solo non sia innaturale? E non sia posseduto da un Dio? E così è il mare, in questo giorno in cui tu hai tredici anni e peschi i piedi nell’acqua tiepida. Guardati alle spalle. Cosa vedi? Eh? Forse qualcosa di naturale? No. È un’apparizione quella che vedi alle tue spalle, con le nuvole che si specchiano nell’acqua ferma e pesante delle tre del pomeriggio. Guarda laggiù, quella striscia nera sul mare, lucida e rosa come l’olio, eh? Quelle ombre degli alberi e quei canneti, eh? In ogni punto in cui i tuoi occhi guardano è nascosto un Dio. E se per caso non c’è, ha lasciato i segni della sua presenza sacra: o silenzio, odore di erba o fresco di acque dolci. Eh sì, tutto è santo. Ma la santità anzi è una maledizione. Gli Dei che amano al tempo stesso odiano».
Pina Lalli dice
Un testo e un commento appassionati e appassionanti, un toccasana di fronte alla presunta «oggettivizzazione neutra e neutralizzante», grazie!
Claudia Giurintano dice
Grazie di cuore per questo bellissimo articolo su Pasolini, straordinario intellettuale capace, come pochi, di suscitare tanta ricchezza di emozioni e di riflessioni.