Paradoxaforum

  • Home
  • Contatti
  • Chi siamo
Ti trovi qui: Home / Interventi / Postilla a Veneziani

Postilla a Veneziani

27 Novembre 2017 di Dino Cofrancesco 1 commento

Nel suo recente saggio Tramonti. Un mondo finisce e un altro non inizia (Ed. Giubilei Regnani, 2017) Marcello Veneziani, forse l’unico pensatore rimasto alla cultura di destra in Italia, compendia la crisi del nostro tempo nel «dominio assoluto del divenire sull’essere, del desiderio sulla natura, del soggetto sulla realtà, della possibilità sui limiti». Si tratta di una geremiade (absit iniuria) antica ma che oggi è motivata da una quantità sterminata di fatti – relativi all’economia come alla società, alla cultura come alla religione – che, se non inducono l’autore a parlare di ‘decadenza dell’Occidente’, certo lo portano a ritenere che un ciclo storico si è concluso e finora non se ne intravvede un altro.

«La libertà ci sta soffocando, da ogni lato. I danni e i vizi che sta producendo hanno superato i pregi e i vantaggi. La libertà ci sta facendo compromettere ogni base su cui regge la vita intima e familiare, pubblica e privata: non solo la libertà di uccidere, di violentare e di rubare nel nome della mia assoluta autodecisione rispetto a cose, uomini e limiti. E non solo la libertà di uccidersi, violentarsi e nuocersi nel nome stesso dell’autodecisione. Ma la libertà di rompere rapporti, legami e contratti, la libertà di diventare altro da sé, la libertà di infrangere ogni limite naturale, ogni confine, ogni vincolo esterno, ogni identità e ogni appartenenza. Nel suo seno covano l’egoismo, l’egocentrismo e il narcisismo e l’assenza di ogni regola. E chi ostacola la mia libertà lo abbatto, come mostrano troppi casi di cronaca e di delitti famigliari; l’altro, fosse anche mio figlio, impedisce la mia libertà, dunque lo sopprimo. La libertà assoluta non tollera neanche le leggi che pure si dice nascano a garanzia della libertà. Ma se la libertà è sciolta da tutto e viene prima di tutto, nulla può arrestarla o arginarla, se non la forza, che diventa infatti la soluzione sempre più praticata per affermare la propria libertà contro quella altrui o per arrestare gli effetti di alcune libertà invasive o aggressive. Dopo la libertà anarchica viene sempre il dispotismo, avvertiva già Platone. La libertà, prigione senza muri (Sartre)».

La lunga citazione restituisce fedelmente lo spirito del testo e il senso di un discorso tutto volto ad evidenziare l’anomia che ha colpito i paesi occidentali sulle due rive dell’Atlantico. Sarebbe troppo facile contrapporre allo stile filosofico di Veneziani lo stile analitico che esige che venga chiarito il significato dei termini impiegati e invita a distinguere, tornando alla citazione, i vari contesti in cui si svolge l’esercizio della libertà – delle libertà. La stessa parola ‘tradizione’ – di cui si auspica il ritorno al fine di attingervi fonti dimenticate di saggezza – è concetto sfuggente che non può richiamarsi a valori condivisi: le tre destre ricordate nel saggio, la destra liberale, la destra della tradizione, la destra nazionale, sociale e comunitaria, del resto, la intendono in maniera differente. Per fare un solo esempio, ma molto significativo, il Risorgimento, che dovrebbe essere il ‘mito di fondazione’ dello stato nazionale – e gli stati nazionali, scrive Veneziani, «sono ancora gli unici riferimenti su base democratica che rappresentano la storia, la vita e il sentire dei popoli europei» – viene ritenuto da un’ampia parte della destra – dai ‘ghibellini’ imperiali seguaci di Julius Evola ai guelfi cattolici antiamericani, à la Franco Cardini, dai padani ai neo-borbonici – la versione italica del famigerato ’89 o l’imposizione a tutto il paese di leggi e interessi economici e politici dinastici e piemontesi.

Il fatto è che le tradizioni sono molteplici giacché tutti gli ideali e tutti i bisogni sentiti dai popoli nei vari momenti della loro storia, se intensamente vissuti, si sono tradotti in opere, in istituzioni, in cultura, in senso anche antropologico. Alla ‘tradizione della ragione’ – l’Illuminismo – dobbiamo la liberazione dai terrori ancestrali coltivati dalle ierocrazie, dalla superstizione, dalla naturalizzazione delle gerarchie sociali; alla ‘tradizione del sentimento’ – il Romanticismo – dobbiamo la riscoperta della soggettività, della libertà dello spirito ribelle al costruttivismo sociale e alle utopie scientistiche.

In realtà, oggi non sono venuti meno i valori giacché di valori ce ne sono fin troppi – e anzi non ce ne sono mai stati così tanti e conflittuali: sono venute meno le istituzioni ovvero il potere politico che mette ordine nei rapporti sociali e, così facendo, sostituisce un’arena conflittuale regolata al caos attuale, assimilabile a un traffico urbano impazzito in cui si moltiplicano a dismisura i veicoli (fuor di metafora, i valori e gli interessi) ma non ci sono più né semafori, né vigili, né codici della strada riconosciuti da tutti i conducenti.

«La domanda è», rispose Alice, «se si può fare in modo che le parole abbiano tanti significati diversi.» «La domanda è», replicò Humpty Dumpty, «chi è che comanda – tutto qui.»

La statualità ‘moderna’ era il dizionario, che hobbesianamente fissava i significati delle parole, quella ‘contemporanea’ (liberaldemocratica) è la grammatica (e la sintassi) che ne regola il corretto uso. C’è poco da ironizzare sui sovranismi: se viene meno la ‘statualità’, non sarà certo la ‘società civile’ a esorcizzare le nostre paure.

Condividi:

  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Altro
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)

Archiviato in: Interventi

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche su controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie

Commenti

  1. gilberto dice

    12 Dicembre 2017 alle 11:25

    Forse il concetto non mi è sfuggito, ma bisogna fare un corso universitario di filologia etc per capire bene il pezzo. E’ così difficicile scrivere in modo leggibile da tutti?
    Si può parlare di fisica cosmica con termini di semplice comprensione. E’ assodato.

    Rispondi

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Tema in discussione

  • Populismo
  • Guerra russo-ucraina
  • Il vaccino della conoscenza
  • Rientro a scuola. La sfida al Covid
  • Fatti e disfatti
  • Comunicazione politica
  • Tema. Svolgimento
  • Cattolici e politica

Newsletter

* campi obbligatori

Commenti recenti

  • raffaella gherardi su EXPO 2030 all’Arabia Saudita: riflessioni, consolazioni, illusioni
  • Michele Magno su EXPO 2030 all’Arabia Saudita: riflessioni, consolazioni, illusioni
  • Gianni Biondi su Denatalità, famiglia e politiche

GLI AUTORI

Presidenzialismo - immagine

IL TEMA IN DISCUSSIONE

Il Presidente ‘con staffetta’ all’italiana

13 Novembre 2023 di Giuseppe Ieraci Lascia un commento

Vediamo se Giorgia Meloni riuscirà là dove hanno fallito Craxi, D’Alema, Berlusconi e Renzi. Intanto, la proposta di riforma costituzionale delineata un po’ riecheggia quella introdotta in Israele nel 1992, con effetti così contraddittori da venire abolita nel marzo del 2001. … [continua]

Archiviato in:Interventi Contrassegnato con: Repubblica, Governo italiano, Presidenzialismo, politica, elezioni

In tema di riforme costituzionali

15 Maggio 2023 di Gianfranco Pasquino 2 commenti

Avendo visto con piacere moltissimi suoi libri nella biblioteca di Gianfranco Pasquino, il grande scrittore Italo Calvino gli ha mandato il breve testo che segue con preghiera di pubblicazione. … [continua]

Archiviato in:Interventi Contrassegnato con: Governo italiano, Presidenzialismo, Italo Calvino

Riforme istituzionali: meglio Madrid o Berlino che Parigi

2 Febbraio 2023 di Salvatore Curreri Lascia un commento

È naturale guardare con un certo disincanto all’attuale dibattito sul presidenzialismo. Da quarant’anni, infatti, nel nostro Paese si discute di riforme istituzionali per dare maggiore stabilità ai Governi, di fatto inutilmente. Tutte le precedenti proposte infatti o si sono arenate in Parlamento oppure sono state respinte per referendum dagli elettori. Nemmeno il clima di unità nazionale che ha … [continua]

Archiviato in:Il tema in discussione Contrassegnato con: Presidenzialismo

Presidenzialismo, parola ipnotica

12 Gennaio 2023 di Pino Pisicchio Lascia un commento

«Paradoxaforum» mi consentirà una personale piccola finestra della memoria. Nei primi anni duemila, ragionando nelle pause del voto d'aula a Montecitorio con Saverio Vertone, intellettuale disorganico e perciò libero e in quel tempo anche deputato, formammo insieme un sodalizio contro le parole ipnotiche. … [continua]

Archiviato in:Il tema in discussione Contrassegnato con: Presidenzialismo

2023: l’anno delle invenzioni istituzionali

5 Gennaio 2023 di Giuseppe Ieraci Lascia un commento

La conferenza stampa di fine 2022 della nostra Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha riportato all’attenzione la questione delle riforme istituzionali. Mi ha colpito questa sua affermazione testuale: «Per quello che mi riguarda, modelli ce ne sono diversi e […] si possono anche inventare. Si possono fare tantissime cose […]». … [continua]

Archiviato in:Il tema in discussione Contrassegnato con: Presidenzialismo

Galleria fotografica

Questo slideshow richiede JavaScript.

Archivi

Contattaci

Nova Spes International Foundation
Piazza Adriana 15
00193 Roma

Tel. / Fax 0668307900
email: nova.spes@tiscali.it

Statistiche

  • 163.251 clic

Seguici

  • Facebook
  • Instagram
  • Twitter
  • YouTube

© Copyright 2016 Paradoxa Forum · All Rights Reserved