Paradoxaforum

  • Home
  • Contatti
  • Chi siamo
Tu sei qui: Home / Interventi / Qual è il vero problema del debito pubblico?

Qual è il vero problema del debito pubblico?

3 Gennaio 2022 di Vera Negri Zamagni Lascia un commento

Oggi tutti gli Stati spendono molto a causa dell’emergenza sanitaria, economica, sociale ed ambientale e spendono con insufficienti coperture da parte delle entrate fiscali. Per effettuare i pagamenti promessi, devono dunque ricorrere a prestiti, che ingrossano il ‘debito pubblico’. Che cosa ci dice la storia sulla sostenibilità del debito pubblico? Innanzitutto, ci dice che sono moltissimi i casi in cui lo stato debitore non ha onorato la restituzione, lasciando correre il cosiddetto ‘default’, ossia la cessazione del pagamento di tutti i debiti.

Poiché il default mette gli Stati in una situazione finanziariamente molto difficile (nessuno vuole più fare credito per un tempo più o meno lungo) e penalizza anche fortemente i creditori (le case fiorentine dei Peruzzi e dei Bardi fallirono nel Trecento a causa del default di Edoardo III), con la globalizzazione degli ultimi cinquant’anni la tendenza è stata quella di operare salvataggi e ristrutturazioni del debito, per evitare il default, operazioni sempre però dolorose per tutti.

Ma facciamo un passo indietro. Perché si è generato debito pubblico fin dall’antichità? Il motivo è legato alle emergenze: guerre, carestie, epidemie, disastri naturali hanno indotto governi che si fanno carico del buon andamento della società a chiedere risorse finanziarie a chi ha risparmi da parte per evitare che le crisi inneschino meccanismi economici perversi che portino al declino. Si è chiarito in letteratura storico-economica che i paesi che hanno goduto di un progresso di lungo periodo sono quelli che hanno evitato grandi passi indietro negli anni di crisi, piuttosto che quelli che hanno avuto i tassi di crescita più mirabolanti in qualche anno della loro storia. Se, però, il debito pubblico poi non si riesce a restituire, allora i suoi effetti positivi vengono bilanciati, a volte più che bilanciati, dagli effetti negativi del default e non ne vale la pena. Che cosa garantisce che un debito pubblico abbia solo delle ricadute positive e non si arrivi al default? Le condizioni sono due: 1) che i tassi di interesse a cui si contrae il debito siano bassi (altrimenti si innesca un’accumulazione ‘endogena’ di debito, con gli interessi sempre più alti che ogni anno si accumulano); 2) che l’indebitamento produca una condizione generale di ripresa dell’attività economica tale da far aumentare la produzione di reddito e le entrate (con cui si può ripagare il debito). La prima condizione si ottiene sulla base della credibilità che il debitore ha in relazione ai suoi comportamenti fiscali e la seconda dipende molto dal tipo di crisi che si affronta. Quando la Gran Bretagna si scontrò con la Francia all’epoca delle guerre napoleoniche ne uscì vincente, ma con un livello di indebitamento molto alto, si stima il 260% sul reddito (l’Italia è oggi al 160%). Tale debito venne riassorbito da avanzi di bilancio che la Gran Bretagna poté conseguire nella prima metà dell’Ottocento a seguito della sua economia in buona forma e anche per merito di un po’ di controllata inflazione. Va considerato che i prestiti vengono restituiti ai valori nominali ai cui sono stati emessi; se nel frattempo corre un po’ di inflazione il valore reale restituito sarà inferiore a quello nominale. Ma è a tutti noto che lasciar correre l’inflazione ha delle pesanti controindicazioni.

Quindi il vero problema del debito pubblico non sta nella sua esistenza, ma nelle condizioni a cui si è contratto. Intanto, deve servire a fronteggiare emergenze e non a coprire buchi strutturali di bilancio, come avviene in molti paesi latino-americani in cui la spesa pubblica è ordinariamente superiore alle entrate, a causa di difficoltà politiche mai risolte. E come è purtroppo avvenuto in Italia negli anni 1980, che hanno visto un aumento rapido e anomalo del debito in assenza di una emergenza. In secondo luogo, deve essere utilizzato per rimettere in carreggiata un’economia in sofferenza (il cosiddetto ‘debito buono’). E in terzo luogo deve essere contratto a tassi d’interesse bassi. È questo il motivo per cui l’indebitamento che oggi l’Italia ha acceso attraverso il PNRR non è da temere, perché gode dei tassi più bassi possibili, permessi da un soggetto – l’Unione Europea che emette le obbligazioni che finanziano tale debito – che ha un’immensa credibilità e perché si pone obbiettivi che sono proprio quelli di rimettere l’economia italiana su un trend espansivo. Dobbiamo però da un lato ricordarci che abbiamo un’eredità pesante di ‘debito cattivo’ pregresso da restituire e dall’altro lato che con i nostri comportamenti ‘virtuosi’, nel senso di realizzare quello che abbiamo promesso di fare con tale debito, ci guadagneremo quella credibilità che avevamo perso con inappropriati comportamenti fiscali in quelle stagioni politiche in cui non c’era una corretta comprensione dei meccanismi del debito pubblico.

debito pubblico

Archiviato in: Interventi

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche su controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Tema in discussione

  • Populismo
  • Cattolici e politica
  • Tema. Svolgimento
  • comunicazione politica
  • fatti e disfatti
  • Rientro a scuola. La sfida al Covid
  • Il vaccino della conoscenza
  • Guerra russo-ucraina

Newsletter

* campi obbligatori

Commenti recenti

  • Giuseppe Lo Verde su L’Occidente e gli Altri. Politica tra nazioni o scontro di civiltà?
  • Giuseppe IERACI su L’Occidente e gli Altri. Politica tra nazioni o scontro di civiltà?
  • Sergio Belardinelli su In ricordo di Francesco D’Agostino

GLI AUTORI

IL TEMA IN DISCUSSIONE

Il conflitto in Ucraina: una sfida per l’ordine internazionale

16 Maggio 2022 di Federico Niglia Lascia un commento

I mezzi di informazione tendono a presentare e affrontare il conflitto in Ucraina non solo con categorie riduttive, ma addirittura alimentando una serie di contrapposizioni artificiose che certamente non giovano alla comprensione e al giudizio. Per riportare il dibattito su un binario più costruttivo ci si può iniziare a porre una serie di domande che non vengono poste o che vengono affrontate con … [continua]

Archiviato in: Il tema in discussione Etichettato con: Guerra russo-ucraina

La Cina nella guerra russo-ucraina

12 Maggio 2022 di Antonio Malaschini Lascia un commento

Nel valutare la posizione cinese sull’invasione russa dell’Ucraina, occorre partire da alcuni dati formali. In occasione delle Olimpiadi di Pechino, il 4 febbraio 2022, Putin e XI Jinping fanno riferimento in una loro dichiarazione congiunta ad una «amicizia senza limiti» (amicizia, si noti, e non alleanza) tra i due paesi. Nel documento la Russia ribadisce che considera Taiwan «parte inalienabile … [continua]

Archiviato in: Il tema in discussione Etichettato con: Guerra russo-ucraina

Aumentare le spese per la difesa? Parliamone!

11 Aprile 2022 di Andrea Locatelli Lascia un commento

La guerra in Ucraina ha sollevato una serie di domande a cui il dibattito politologico non può sottrarsi. Come anticipato da Emidio Diodato in un commento su queste pagine, gli studiosi di politica internazionale hanno il dovere di intervenire nel discorso pubblico e gli strumenti analitici necessari per uscire dalle secche di una polemica (ideologica o interessata che sia) ormai nauseante. Il … [continua]

Archiviato in: Il tema in discussione Etichettato con: Guerra russo-ucraina

Finis Europae? L’UE e la guerra

4 Aprile 2022 di Giuseppe Ieraci 7 commenti

La guerra russo-ucraina impone che ci si interroghi sul futuro dell’UE. L’integrazione europea è stata inizialmente ‘funzionale’, gli Stati mettevano assieme sforzi in ambiti socio-economici limitati, senza preoccuparsi della valenza politica di queste sinergie. Del resto non poteva esserci una valenza politica, perché la Guerra Fredda riduceva la sovranità internazionale europea, consegnava il … [continua]

Archiviato in: Il tema in discussione, Interventi Etichettato con: Guerra russo-ucraina

Politologi con l’elmetto e ingegneria internazionale

28 Marzo 2022 di Emidio Diodato Lascia un commento

La storia degli equilibri mondiali è da riscrivere, ma si sta scrivendo. Il pubblico ne pare avvertito e cerca di regolarsi. Ma è allevato dalla televisione e dai social e, sotto tutti gli aspetti, rimane altamente disinformato. O, come amava dire Sartori, malinformato. Allo stesso tempo il pubblico viene nutrito di una informazione emotiva, alimentata da immagini che fanno commuovere o … [continua]

Archiviato in: Il tema in discussione Etichettato con: Guerra russo-ucraina

Galleria fotografica

Questo slideshow richiede JavaScript.

Archivi

Contattaci

Nova Spes International Foundation
Piazza Adriana 15
00193 Roma

Tel. / Fax 0668307900
email: nova.spes@tiscali.it

Statistiche

  • 131.561 clic

Seguici

  • Facebook
  • Instagram
  • Twitter
  • Youtube

© Copyright 2016 Paradoxa Forum · All Rights Reserved