Paradoxaforum

  • Home
  • Contatti
  • Chi siamo
Ti trovi qui: Home / Il tema in discussione / Qualche riflessione su globalizzazione e meritocrazia

Qualche riflessione su globalizzazione e meritocrazia

11 Novembre 2019 di Fedele Cuculo Lascia un commento

Occorre interrogarci sulla società italiana all’altezza del consueto bivio che separa i pensieri degli apocalittici dai sentieri degli integrati.

Sembra utile rimarcare, sul punto, il rilievo sociale e politico che viene assumendo – proprio sulla scorta dei fenomeni rappresentati – la specifica forma di fatalismo rinunciatario che affetta intere moltitudini di nostri connazionali dinanzi agli esiti di precarietà del globalismo economico ed al declino della società meritocratica.

Precarietà e declino che paiono costituire, in speculare simmetria, la scaturigine particolare di quel malinteso internazionalismo, impermeabile al sentimento della nazionalità, produttivo del – talora distratto, talaltra entusiasta – compiacimento borghese di fronte ai processi di affermazione del globalismo economico e della corporativizzazione della società.

Nel nostro Paese, come nell’intera esperienza continentale europea, le crisi economiche dell’ultimo decennio non corrispondono mai a crisi dei consumi: anzi, l’eccesso consumistico del tempo presente – declinazione dopo-moderna del principio di piacere – pare rappresentare la conferma rovesciata del processo di crisi e della sua gravità.

Quando ci si soffermi a considerare lo sciamare atomistico, dissipativo e pulviscolare delle moltitudini di attori individuali orientate al consumo compulsivo di prodotti e servizi, la saturazione finanche plastica e visiva di luoghi, ambienti e contesti rimanda agevolmente alla raffigurazione di quel ‘fenomeno del pieno’ evocato da Ortega y Gasset ne La Ribellione delle masse. La percezione, diffusa nell’opinione pubblica nazionale, della manifesta esposizione delle istituzioni pubbliche – nell’esercizio dei propri poteri – alle dinamiche della selezione lobbistico-corporativa degli interessi meritevoli di cura e perseguimento, ingenera la manifestazione di reazioni di sfiducia, soprattutto presso le larghe frange fragili delle nuove generazioni, nell’orizzonte dell’investimento formativo e valoriale e della crescita nazionale, secondo l’affermazione di logiche esistenziali tracimanti di presente, innervate alla decostruzione e alla caduta del sentimento della prospettiva familiare, lavorativa, comunitaria.

Nella società che rinuncia all’istanza meritocratica, il produttivismo globalista di stampo postfordista si proietta a diventare produttivismo corporativo in chiave legislativa, foriero di inflazione normativa (contro ogni esigenza di ponderatezza dell’ordine giuridico), mentre – sul versante accademico-universitario – il produttivismo scientifico diviene feticismo degli algoritmi e delle mediane nella valutazione delle attività di ricerca di studiosi e cultori.

Le contraddizioni del sistema formativo vengono continuamente alimentandosi delle miopie dello specialismo disciplinare, laddove nei paesi anglosassoni e negli Stati Uniti d’America apprezzabilmente ricompare il richiamo alla cultura dell’ibridazione post-disciplinare, lungo la traccia di saperi universalistici di tenore sfidante e sofisticato.

Le illusorietà intrinsecamente provvisorie dell’edonismo opulento dissimulano a stento le pieghe del suo sfruttamento colonialistico-commerciale.

L’utilizzazione ormai politicamente corretta del corpo femminile si congiunge alle pratiche dell’eugenetica razionalistica, nella cornice costruttiva di ideali di vita buona situati a basamento delle corruzioni di un nuovo Stato etico.

Le tardività e le fatiche individuali, i ritardi territoriali, le inadeguatezze produttive di merci e di affetti diventano destinatarie di una gigantesca rimozione collettiva, come quella capace di inghiottire e far scomparire ogni pur flebile residuo di ragionevole meridionalismo.

Rispetto alle fattezze di tali crisi, i rimedi prospettabili sembrano impregnarsi sin dall’origine di gusto amaro, soffrendo del rischio intellettualistico che li conduce ad essere interpretabili quali guizzi intuitivi elitari, espressivi dell’impotenza e delle afasie del sistema sociale e della sua classe dirigente.

La mancata pacificazione nazionale lascia, dunque, riaffiorare nuovi e multiformi radicalismi di ritorno, mentre la crisi comunitaria e politica interpella a comprendere come le lacerazioni sociali derivabili dall’esaurimento delle garanzie dell’ammortizzazione familiare ed istituzionale possano diventare suscettive in maniera virale di reazioni individuali e collettive tanto pericolose quanto impreviste.

 

Condividi:

  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Altro
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)

Archiviato in: Il tema in discussione Etichettato con: Fatti e disfatti

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche su controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Tema in discussione

  • L'Europa da Ventotene ad oggi
  • I voti dell'Europa
  • Democrazie e guerra
  • Presidenzialismo
  • Guerra russo-ucraina
  • Il vaccino della conoscenza
  • Rientro a scuola. La sfida al Covid
  • CoVid19. Le angolazioni della crisi
  • Fatti e disfatti
  • Unione Europea
  • Il ’68, lo Stato, la nazione
  • Comunicazione politica
  • Newsletter

    * campi obbligatori

    Commenti recenti

    • Eufrasia su Non genocidio, ma crimini di guerra
    • Giovanni Biondi su Il baro destino di John Maynard Keynes di non essere ascoltato
    • carmelo vigna su Il baro destino di John Maynard Keynes di non essere ascoltato

    GLI AUTORI

    IL TEMA IN DISCUSSIONE

    L’Europa da Ventotene ad oggi

    Il Manifesto di Ventotene. Qualche considerazione di metodo

    31 Marzo 2025 di Dino Cofrancesco 3 commenti

    Giuseppe Ieraci sul post di ParadoxaForum, del 28 marzo, Sovversivi e comunisti a Ventotene, analizzando criticamente Il Manifesto di Ventotene ha parlato di «un apparato concettuale che oggi desta perplessità: lotta e coscienza di classe, rivoluzione, collettivizzazione, proletariato, sfruttamento capitalistico, imperialismo, si tratta di un linguaggio tardo ottocentesco che era tipico dell’humus … [continua]

    Archiviato in:Il tema in discussione Contrassegnato con: politica, storia, L'Europa da Ventotene ad oggi, Ventotene

    Sovversivi e comunisti a Ventotene

    27 Marzo 2025 di Giuseppe Ieraci 2 commenti

    «La caduta dei regimi totalitari significherà sentimentalmente per interi popoli l’avvento della ‘libertà’; sarà scomparso ogni freno, ed automaticamente regneranno amplissime libertà di parola e di associazione. Sarà il trionfo delle tendenze democratiche». Sono parole di Silvio Berlusconi? Oppure di Volodymyr Zelenskyj? … [continua]

    Archiviato in:Il tema in discussione Contrassegnato con: Governo italiano, L'Europa da Ventotene ad oggi, Ventotene

    Quelli che l’Europa di Ventotene

    24 Marzo 2025 di Gianfranco Pasquino 1 commento

    «L’Europa di Ventotene», ha affermato la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, «non è la mia Europa». Non avrebbe certamente potuto esserlo poiché lei non si sarebbe mai trovata fra i confinati a Ventotene, ma certamente a Roma fra i confinatori fascisti. Perché gli alleati del regime fascista che metteva in galera e confinava i suoi oppositori erano proprio i nemici dell’Europa di Ventotene. … [continua]

    Archiviato in:Il tema in discussione Contrassegnato con: Europa, democrazia, L'Europa da Ventotene ad oggi, Ventotene

    Galleria fotografica

    Questo slideshow richiede JavaScript.

    Archivi

    Privacy Policy

    Contattaci

    Nova Spes International Foundation
    Piazza Adriana 15
    00193 Roma

    Tel. / Fax 0668307900
    email: nova.spes@tiscali.it

    Statistiche

    • 193.484 clic

    Seguici

    • Facebook
    • Instagram
    • Twitter
    • YouTube

    © Copyright 2016 Paradoxa Forum · All Rights Reserved