Se quella materia vivente, che somiglia a un mostriciattolo con fattezze umane, giunta al terzo mese dal concepimento, si ribella all’isterosuttore e si sforza con penosa fatica di non esserne risucchiata, non si distingue da una cisti seborroica o da un’appendice da asportare subito per non farla degenerare in peritonite, come credeva la radicale Adele Faccio (e come forse crede Emma Bonino), il problema non si pone. L’aborto è un ascesso dentario che la mutua può benissimo ‘passare’ (forse l’esempio è mal scelto giacché le cure medico-dentarie sono a carico del paziente, ma il discorso è chiaro). Mettiamo, però, che per alcuni le cose non stiano proprio così, ritenendo fin dall’inizio del concepimento ci si trovi dinanzi a una persona: è difficile crederlo, sulla base dei testi di medicina, ma questa è la posizione dei cattolici che si richiamano al principio della sacralità della vita, indisponibile in quanto dono di Dio. Si tratta di due stili di pensiero opposti e affini. Per i laicisti – spesso atei razionalisti – il feto è nulla, per i credenti il feto è già, in quanto persona, titolare di diritti: per i primi, liberarsene è eticamente irrilevante, per i secondi è un reato (e si potrebbe aggiungere: una colpa morale e un peccato). [Leggi di più…]