Non è sconcertante che un filosofo, Leonardo Caffo, così attento nei suoi libri al destino degli animali maltrattati, si riveli così violento nei confronti di una donna, la sua compagna, tanto da essere condannato a 4 anni di carcere per maltrattamenti e lesioni gravi (tra cui un dito fratturato)? Basti ricordare che in uno dei suoi testi più noti, Il maiale non fa la rivoluzione. Il nuovo manifesto per un antispecismo debole, scrive che gli animali, nati con l’unica sfortuna di non essere umani, vivono vite terribili, brevi e meschine solo perché è nei nostri poteri abusare delle loro esistenze per il nostro tornaconto. Vengono allevati a fini alimentari, usati per la ricerca scientifica, imprigionati tra le sbarre di uno zoo, ridicolizzati nei circhi, ma noi ignoriamo tutto questo, vivendo felici e inconsapevoli, e non ponendoci alcun problema etico nei loro confronti. Per comprendere la vera condizione di un animale – è la tesi fondamentale del saggio – ci si dovrebbe chiedere cosa penserebbe un maiale se avesse la possibilità di indicare quella rivoluzione che è la liberazione animale. In tal modo si delineano i nuovi orizzonti morali liberi da ogni violenza nel quadro di quello che l’A. definisce un ‘antispecismo debole’, cioè di un deciso rifiuto di ogni discriminazione in base alla specie (tale è appunto lo ‘specismo’) in grado di operare una sintesi tra le diverse prospettive animaliste. [Leggi di più…]
Maternità surrogata. Ma cosa sono i ‘reati universali’?
Quello di ‘reato universale’ è un concetto che è emerso nel dibattito politico recente, ed il cui significato non è, in realtà, chiarissimo, dal punto di vista giuridico. Da una parte, esso richiama la categoria dei crimini internazionali, la cui punizione dovrebbe essere ‘universale’ nel senso che tutti gli Stati sarebbero chiamati a perseguirli: genocidi, crimini di guerra, etc. (peraltro, qui, ‘universale’, più che il reato, è la giurisdizione). [Leggi di più…]
Una cultura politica, anche libresca, per il Partito Democratico
Apprendiamo che Nicola Zingaretti, le cui benemerenze culturali non sono note né al grande pubblico né a me, sostituirà Gianni Cuperlo alla Presidenza della Fondazione del Partito Democratico. Dovrà, nelle parole della segretaria, avere quello sguardo «lungo e largo» necessario al partito. [Leggi di più…]