La citazione è lunga, e me ne scuso con il lettore, ma vale la pena riflettere sull’articolo di Claudio Tito, a commento delle elezioni austriache, Tornano i fantasmi del passato, «La Repubblica», 30 settembre u.s.: «L’idea di ricorrere ad un “Fronte Popolare” anche in Austria va considerato un dovere. Questi sono tempi straordinari in cui la differenza politica non si basa più sul confronto tra ricette e modelli alternativi, ma tra l’idea di proteggere la democrazia e quella di avviarsi sulla strada inquietante della non-democrazia. [Leggi di più…]
Più Europa o Meno Europa? Restore Hope, se vi pare
Alcuni slogan della campagna elettorale europea 2024 possono sintetizzarsi nell’antinomia «più Europa versus meno Europa», come contrapposizione – in Italia e in altri paesi – tra quasi tutti (socialisti, social-democratici, verdi, cattolici, centristi, liberali e moderati) e gli altri (euroscettici, nazionalisti, sovranisti e populisti di destra e sinistra). [Leggi di più…]
Quel che resta della resilienza europea. Qualche osservazione a proposito delle imminenti elezioni
Il termine-concetto ‘resilienza’ nei primi decenni del nuovo millennio ha conosciuto un crescente successo sia a livello di dibattito scientifico in senso ampio che nella cultura diffusa e nelle sfere della politica. Secondo alcuni commentatori, sarebbe addirittura assurto al ruolo di parola-simbolo dell’anno 2020 quando, in piena temperie pandemica covid-19, sembrò poter riassumere in sé una nuova e vincente ‘sfida’ – altra parola allora assai in voga – per significare la necessità di un riorientamento generale di politica, individui e istituzioni, di cui si trattava di immaginare necessarie e inedite alleanze di fronte a un nemico globale che non conosceva frontiere. [Leggi di più…]
Chi vuol essere europeo?
Condivido pensieri e preoccupazioni che non riesco a fare passare sui giornali e a introdurre nei salotti televisivi. Ovviamente, vi si può dare più sostanza. Si possono anche sfidare nel ragionamento e negli obiettivi. Ne sarei (abbastanza) lieto. [Leggi di più…]
Ancora l’Occidente. Ma non il suo declino
Il bellissimo fascicolo di «Paradoxa» dedicato all’Occidente recava già nel titolo una scelta di campo: «Orgogliosamente Occidente» che, come raccomandava Pasquino ricordando l’insegnamento di Sartori sulla dissenting opinion, era fuori dalla «retorica del declino». [Leggi di più…]
Le radici profonde della ‘Resistenza’ ucraina
Sono in molti ad essere ormai sgomenti di fronte alla continuazione della guerra russo-ucraina e si chiedono perché l’Ucraina non mostri una volontà di un accomodamento che porti ad una pace. Ho provato a scavare nella storia ben poco nota dell’Ucraina per trovare qualche spiegazione ed ecco che cosa ho scoperto. [Leggi di più…]
E se scegliessimo la parte sbagliata della storia?
Un grande giornalista italiano di area liberaldemocratica – ma in gioventù dirigente della Federazione Giovanile Comunista –prendendosela con i philosophes parigini, che in odio a Emmanuel Macron hanno deciso di non recarsi alle urne – non potendo, certo, dare il voto a una nazionalista come Marine Le Pen – ha scritto che «rischiano di stare dalla parte sbagliata della storia». Che la mostrificazione di Macron sia un errore, ne sono convinto anch’io: se fossi francese, come Alain Finkielkraut, lo voterei ‘par défaut’ ma il punto non è questo. È l’invito a non porsi contro la storia che ha suscitato in me un invincibile senso di inquietudine. «Sapere dove va il mondo» o «dove va la Storia» (con la esse maiuscola) è sempre stata, infatti, la caratteristica fondamentale della mens totalitaria, di destra e di sinistra. Per i nemici della ‘società aperta’, gli individui, con i loro desideri, le loro paure, le loro speranze, le loro istanze morali, i loro bisogni «umani troppo umani», vanno incontro alla nullificazione ontologica se si mettono a nuotare controcorrente. Solo se alzano le vele seguendo la direzione del vento giungeranno in un porto sicuro. [Leggi di più…]