Fingere oggi, nell’epoca di Internet, che non esista una questione dell’open access sarebbe come continuare ad investire sulla formazione degli amanuensi nell’epoca di Gutenberg: un clamoroso, poco lungimirante, drammaticamente anacronistico spreco di risorse. Ovvero proprio quel che per lo più accade.
Per molti, anche tra gli addetti ai lavori, l’open access – poco importa a cosa o per chi, purché lo si dica in inglese – è un’espressione vagamente suggestiva più che un insieme preciso e tecnico di temi e problemi che investono la pratica della scienza. Questo fascicolo, frutto di una collaborazione con il CNR, non soltanto aiuta ad orientarsi in questo territorio largamente inesplorato, ma mette impietosamente il lettore di fronte al prezzo che la ricerca sta pagando per il ritardo nel prendere atto che il medium in cui si muove la conoscenza è profondamente mutato. [Leggi di più…]