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Numeri non narrazioni

19 Dicembre 2016 di Marta Regalia Lascia un commento

L’elevata partecipazione è stata sicuramente la più grande sorpresa di questo referendum. Nessuno aveva previsto che quasi 2 elettori su 3 si sarebbero recati alle urne, un risultato nemmeno lontanamente sfiorato dai referendum che hanno avuto luogo dopo l’inizio della c.d. Seconda Repubblica. Una mobilitazione degna delle elezioni politiche. Che questa sia il frutto dolce dell’agre campagna elettorale o dell’importanza data dagli elettori alle tematiche costituzionali non è dato sapere.

Possiamo però chiederci quanto gli elettori abbiano seguito le indicazioni dei propri partiti e quale elettorato sia rimasto maggiormente fedele alle indicazioni di voto che i leader non hanno di certo lesinato. Come hanno votato 100 elettori che nel 2013 avevano votato il Pd, il Movimento 5 stelle, il Pdl o la coalizione di Monti? Chi ha ceduto più elettori all’astensione?

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Governo (renziano) che va governo (renziano) che viene

15 Dicembre 2016 di Marco Valbruzzi 2 commenti

Se c’era qualcuno che si aspettava una rottura o, quantomeno, una discontinuità nella composizione del governo dopo la sconfitta subita nel referendum costituzionale, è rimasto clamorosamente deluso. Il 64° governo della Repubblicana italiana è, con pochi ritocchi, una fotocopia ingiallita di quello precedente: è cambiato il presidente del Consiglio, ma sono stati confermati quasi tutti i ministri o sottosegretari uscenti e felicemente rientranti.

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Cittadini con lo scettro

6 Dicembre 2016 di Gianfranco Pasquino Lascia un commento

Non ce la raccontiamo. Nei referendum vince chi ottiene più voti. Tutto il resto sono favole, pardon, narrazioni, infondate, anzi, sfondate. Poi, è giusto tornare alla definizione della situazione e del quesito. Già, gli elettori, spesso, valutano anche il quesito. Sembra, quindi, davvero bizzarro sostenere che moltissimi elettori del NO non abbiano avuto come motivazione prevalente, non necessariamente esclusiva, quella di bocciare le riforme brutte e un tantino pericolose, perché concentranti, più o meno surrettiziamente, potere nelle mani dell’esecutivo. Quando poi il capo di quell’esecutivo personalizzava al massimo la sua prolungatissima (alla faccia della riduzione dei costi della politica) campagna referendaria portandola più volte nell’arena del plebiscitarismo, ovvio che moltissimi elettori abbiano deciso di votare contro il plebiscitante per mandarlo a casa.

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Pronti si vota: fedeli ed infedeli da Nord a Sud

2 Dicembre 2016 di Marta Regalia 2 commenti

“Accozzaglie” o meno, gli schieramenti sono ormai chiari. Il Partito democratico che non riesce a cambiare la propria natura, perennemente diviso su tutto. Forza Italia più o meno compatta e convinta all’opposizione. Il Movimento 5 stelle schierato per un “no” ormai d’ordinanza e gli altri partiti sparpagliati qua e là (Lega, sinistra e destra per il “no”, Ncd diviso).

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Referendum – Sì?, NO: suonare i suonatori

28 Novembre 2016 di Gianfranco Pasquino 1 commento

Con le elezioni il popolo sceglie. Con l’iniziativa legislativa il popolo propone. Con la revoca il popolo scalza. Con il referendum il popolo decide. Scegliere i rappresentanti, mai, nelle democrazie parlamentari, i governanti; redigere un disegno di legge da sottoporre al Parlamento; mandare a casa e sostituire i rappresentanti sono tutti importanti poteri nelle mani del popolo. Però, il referendum è il più immediato, più incisivo, ma anche più controverso di questi poteri. Infatti, sono sempre stati molti coloro che sostengono che i referendum mal si conciliano con le democrazie parlamentari, nelle quali il potere di fare e disfare le leggi deve rimanere nelle mani e nelle menti dei rappresentanti eletti, poiché la maggioranza degli elettori, la maggioranza del tempo e per la maggioranza delle scelte, anche referendarie, non è abbastanza interessata, non è abbastanza informata, non è abbastanza partecipante.

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    L’Europa da Ventotene ad oggi

    Il Manifesto di Ventotene. Qualche considerazione di metodo

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    Quelli che l’Europa di Ventotene

    24 Marzo 2025 di Gianfranco Pasquino 1 commento

    «L’Europa di Ventotene», ha affermato la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, «non è la mia Europa». Non avrebbe certamente potuto esserlo poiché lei non si sarebbe mai trovata fra i confinati a Ventotene, ma certamente a Roma fra i confinatori fascisti. Perché gli alleati del regime fascista che metteva in galera e confinava i suoi oppositori erano proprio i nemici dell’Europa di Ventotene. … [continua]

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