Il caso del piccolo Alfie Evans non può non riproporre alla nostra memoria la vicenda dolorosa di Charlie Gard. Diverse, certo – occorre sottolinearlo – le due condizioni: Charlie era affetto da una rarissima malattia che poteva essere aperta ad una terapia sperimentale, seppure dall’esito incerto, mentre per Alfie mancava una diagnosi clinicamente certa, dal momento che non si conosceva la causa della sua patologia. E, tuttavia, le domande che ci poniamo per entrambi sollevano ancora una volta i massimi problemi della bioetica: il conflitto tra sacralità e qualità della vita, i rapporti controversi tra morale e medicina, la relazione complessa tra etica e diritto. Chi può stabilire i limiti di una cura? Qual è il potere degli ospedali sui pazienti? Quali i diritti dei genitori? Siamo tutti d’accordo sul rifiuto dell’accanimento terapeutico, da intendersi come «l’ostinazione in trattamenti da cui non si possa fondatamente attendere un beneficio per la salute del malato e/o un miglioramento della qualità di vita» – e su questa base si è varata la recente legge sul biotestamento con una significativa convergenza tra differenti tradizioni morali, sia religiose che laiche – ma i due casi costituiscono un esempio emblematico di come il principio del rifiuto, nella sua applicazione a casi concreti, possa dar luogo a conflitti insanabili oltre che, come vedremo, a nuove forme di accanimento. [Leggi di più…]
Il diritto di morire. In favore del testamento biologico
Chi è in cerca di una buona legge sul fine vita che cosa può aspettarsi oggi nel nostro paese? Una legge seria e civile o un nuovo esempio di legislazione ideologica, sul modello della legge 40 sulla procreazione assistita? A breve dovrebbe arrivare nell’aula di Montecitorio – l’appuntamento era inizialmente previsto per il 30 gennaio – il testo unificato sul testamento biologico in discussione alla Commissione Affari Sociali, frutto di un lungo lavoro di mediazione su quindici diverse proposte. È facile prevedere una bagarre tra i partiti (ben 2.800 gli emendamenti presentati!) e una spaccatura nella maggioranza. Ci troviamo dinanzi, ancora una volta, a dure prese di posizione che intendono escludere il valore vincolante del testamento biologico e la possibilità di rinunciare a trattamenti come l’alimentazione e l’idratazione forzata, cercando di imporre un punto di vista che mortifica la libertà delle persone, negando di fatto il loro diritto all’autodeterminazione e, nel contempo, ignorando le indicazioni del mondo scientifico. [Leggi di più…]