La formazione del governo Draghi ha, chi sa perché, tacitato gli affannatissimi sostenitori dei ‘governi eletti dal popolo’ e ‘usciti dalle urne’, governi che, semplicemente, non esistono nelle democrazie parlamentari. Nel testo qui riprodotto* tiro le somme di un importantissimo tentativo di inusitata coalizione effettuato nel corso della prima fase dell’Italia repubblicana, quando il centro impediva l’alternanza e faceva le coalizioni di governo. Ho inteso mostrare che la flessibilità è la vera dote delle democrazie parlamentari. Adesso, lo sa anche Mario Draghi. Buon per lui (e, speriamo, buon per tutti noi).
Fatto il governo italiano bisogna fare gli europei
L’Europa si avvia alla Conferenza sul suo futuro, fissata per il 9 maggio 2021, settantunesimo anniversario della dichiarazione di Robert Schuman, ministro degli Esteri francese, che è considerata la data d’inizio del lungo percorso effettuato. In maniera sicuramente del tutto fortuita si è insediato in questi giorni il governo guidato dall’italiano che, quando era Presidente della Banca Centrale Europea, ha salvato l’Euro e, in sostanza, l’Unione stessa in uno dei momenti più drammatici di una storia complessa, ma sostanzialmente di successo. Festeggio il governo Draghi, che, peraltro, deve essere visto all’opera senza fare schizzare le aspettative (come troppi commentatori di giornaloni e giornalini hanno già fatto), suggerendo al Presidente del Consiglio di pensare e poi magari anche dire «fatto il governo in Italia e ora di fare gli europei». [Per saperne di più…]
Cose che so sugli USA e la loro democrazia
La prima cosa che so è che, da tempo, prima di Trump, con frequenza e costanza, non pochi studiosi americani, storici, sociologi, politologi hanno criticato, anche severamente, lo stato della democrazia negli USA. So anche, però, che la critica al razzismo non è mai stata centrale ovvero tanto centrale quanto avrebbe dovuto e dovrebbe ancor di più essere in questi anni. Non voglio fare graduatorie, ma trovo assolutamente meritorio il lavoro fatto nell’ultimo decennio da Jill Lepore (These Truths. A History of the United States, 2018). Suggerirei anche di tornare alla ricerca coordinata e curata dall’economista svedese Premio Nobel Gunnar Myrdal, An American Dilemma. The Negro Problem and Modern Democracy (1944).
Però, il problema non è ‘il negro’, ma sono i suprematisti bianchi. Nella folla degli assaltatori al Congresso, sovreccitati da un uomo bianco supersuprematista alla Casa Bianca, non ho visto neppure una persona di colore. Nelle carceri USA i detenuti di colore sono il 60 per cento del totale. I neri rappresentano poco meno del 13 per cento della popolazione. [Per saperne di più…]
De America Fabula Narratur
Nella più recente classifica dei Presidenti USA (Rottinghaus, Eady, and Vaughn, Presidential Greatness in a Polarized Era: Results from the Latest Presidential Greatness Survey, in «PS. Political Science & Politics», vol. 53, July 2020, pp. 413-420), Donald Trump occupa l’ultima posizione con grande distacco dal penultimo.
Eppure, nonostante il consistente vantaggio del candidato democratico Joe Biden registrato in tutti i sondaggi, anche negli Stati chiave, non è affatto sicuro che Trump sarà sconfitto il 3 novembre. Non è neppure sicuro che il 3 novembre conosceremo il nome del vincitore. [Per saperne di più…]
L’Unione Europea c’è e funziona
Ho sempre sostenuto e, per fortuna, anche scritto (quindi, possibile controllare la veridicità delle mie affermazioni) che l’Unione Europea, persino nei momenti di maggiore difficoltà, non rimaneva mai bloccata. Faceva regolarmente dei passi avanti. Piccoli, lenti, zoppicanti, ma avanti. Non si trovava mai a scegliere fra la disastrosa disgregazione e riforme epocali, le sole che la salvassero. Ho sempre sostenuto anche che l’Unione Europea e le sue istituzioni non soffrivano/soffrono affatto di insuperabili deficit democratici, ma hanno alcuni problemi di funzionalità.
Il Consiglio Europeo 17-20 luglio ha detto molte cose importanti (per quel che riguarda importanza e entità delle risorse economiche esauriente è l’intervento di Paolo Onofri che condivido in toto), ma soprattutto ha segnalato che le istituzioni dell’Unione funzionano. [Per saperne di più…]
Come eravamo (normali?)
Ho passato la domenica pomeriggio a prepararmi per la normalità. Ho cominciato con il chiedermi: è normale che i retroscenisti un giorno sì l’altro anche dichiarino che il governo Conte barcolla, traballa, sta per saltare? E lo dicano da almeno tre mesi riportando non fatti, ma dichiarazioni, gossip, spifferi? Caro Bogie (Humphrey Bogart), non vorrai mica giustificarli dicendo «è la stampa, bellezza»? [Per saperne di più…]
Dialoghetto edificante sulle leggi elettorali
Studente (bravo): «Ma, davvero, Prof, vuole ancora scrivere sulla legge elettorale? Non è bastato tutto quello che ha scritto ai tempi gloriosi dell’Italicum, nato morto?»
Prof: «Sembra proprio di no, che non basti mai. Nessuno impara niente. Stanno riemergendo dotti commentatori e giornalisti che continuano imperterriti a dire le stesse cose sbagliate.»
Studente: «Già, l’ho notato anch’io. Cosa significa che la sera delle elezioni dobbiamo sapere chi ha vinto? Ma già adesso lo sappiamo, vero?»
Prof: «Certamente, ha vinto chi (il partito) ha aumentato i suoi voti. I commentatori confondono la vittoria elettorale con la formazione del governo e l’attribuzione della carica (non poltrona) di Primo ministro.»
Studente: «Ma è così importante sapere ‘chi ha vinto’?»