La conferenza stampa di fine 2022 della nostra Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha riportato all’attenzione la questione delle riforme istituzionali. Mi ha colpito questa sua affermazione testuale: «Per quello che mi riguarda, modelli ce ne sono diversi e […] si possono anche inventare. Si possono fare tantissime cose […]». [Leggi di più…]
Siamo nel secolo del Nazional-Liberalismo?
Un commento di David Brooks sul «NYT» il 6 ottobre u.s. (The Triumph of the Ukrainian Idea) ha destato eco in Italia ed è stato ripreso da molti giornali, tra i più recenti «Huffington Post» per mano di Pierluigi Battista (Il ‘nazionalismo liberale’ del Risorgimento ucraino contro il dispotismo di Putin, 12 ottobre). Tralasciando l’enfasi posta da Battista e il suo collegamento con il Risorgimento italiano, l’argomento di Brooks parte da un problema teorico-filosofico cruciale, ma credo ne offra uno svolgimento abbastanza difettoso. Questo problema è il rapporto tra valori-fini e ‘ordine politico’. [Leggi di più…]
La Legislatura che è stata e quella che verrà
La XVIII Legislatura che si è chiusa sarà un giorno ricordata per i due Presidenti del Consiglio succedutesi senza legittimazione elettorale, cioè non votati ed eletti da alcuno. All’inizio (dopo le elezioni del 2018), un partito che si auto-proclama ‘non-partito’ (il M5S), con un peso rilevante e un ruolo pivotale in parlamento (non sono possibili coalizioni senza il M5S), manda in un angolo il PD e si allea con la LN, mettendo in sella uno sconosciuto (G. Conte). L’operazione è un do ut des cinico: «Tu, M. Salvini, costruisci con noi una coalizione Giallo-Verde e io, L. Di Maio, rinuncio a palazzo Chigi e lì ci metto uno che possiamo controllare insieme, ti va?». [Leggi di più…]
Fuga per la vittoria? Il M5S tra ‘governismo’ e populismo
Il MoVimento è un partito e adesso – come tutti i partiti che si rispettino – ha la sua prima scissione. Nel partito, a differenza che nel movimento, i soggetti associati perseguono scopi personali (prestigio, gloria, arricchimento, godimento del potere) oltre che valori estrinseci (‘beni pubblici’). Di Maio, che sicuramente difende ‘beni pubblici’ (la ‘giustezza’ dell’aiuto portato all’Ucraina, la ‘necessità’ di mantenere in vita il governo Draghi), è anche preoccupato dai suoi scopi personali (continuare la sua carriera politica, contare qualcosa nel mondo). Umano, troppo umano – verrebbe da dire.
Il mio è invece SI, cinque volte su cinque.
Sulla questione dei cinque referendum sul sistema giudiziario italiano è intervenuto in Paradoxaforum Stefano Ceccanti (26 Maggio 2022) con una perentorietà e autorevolezza che non lascerebbero spazio a repliche. Ceccanti suggerisce di votare No sui primi due quesiti e Si sui restanti tre. Mi concentrerò allora sui suoi argomenti per il No, perché credo che ci sia spazio per sostenere che anche sui quesiti 1 (decreto Severino) e 2 (abusi della custodia cautelare) esistano ragioni forti per votare Si.
L’Occidente e gli Altri. Politica tra nazioni o scontro di civiltà?
La guerra russo-ucraina ha portato molti a utilizzare la categoria Occidente, che sarebbe una comunità superiore rispetto alle nazioni che ne fanno parte, perché è la civiltà che le sussume. Così qualsiasi critica all’imperativo «Difendere l’Ucraina a tutti i costi, sconfiggere la Russia» è bollata come anti-democratica, anti-liberale e anti-occidentale.
Finis Europae? L’UE e la guerra
La guerra russo-ucraina impone che ci si interroghi sul futuro dell’UE. L’integrazione europea è stata inizialmente ‘funzionale’, gli Stati mettevano assieme sforzi in ambiti socio-economici limitati, senza preoccuparsi della valenza politica di queste sinergie. Del resto non poteva esserci una valenza politica, perché la Guerra Fredda riduceva la sovranità internazionale europea, consegnava il problema della sicurezza continentale all’equilibro tra i due blocchi e agli Americani la garanzia dell’Europa occidentale.