Paradoxaforum

  • Home
  • Contatti
  • Chi siamo
Tu sei qui: Home / Interventi / Complottismo e turbamenti dell’opinione pubblica

Complottismo e turbamenti dell’opinione pubblica

7 Novembre 2022 di Alberto Giordano 3 commenti

Sabato 15 ottobre 2022 si è tenuta a New York una bizzarra manifestazione: hanno sfilato i (finti) sostenitori della (altrettanto fasulla) teoria complottista denominata «Birds aren’t real». Secondo questa eccentrica dottrina, ideata e diffusa dal giovane studente americano Peter McIndoe, tutti i volatili sarebbero in realtà piccoli robot, o droni, costruiti dalla CIA e sostituiti agli uccelli in carne e… ali a fini di controllo della popolazione statunitense.

Attenzione, però: non si tratta, per fortuna, di un nuovo culto preso assai sul serio dai propri seguaci, ma del tentativo di mettere alla berlina la mentalità complottista tanto diffusa oltreoceano e incarnata, ad esempio, dalla narrazione paranoica e allucinata di QAnon, che ha ispirato i protagonisti dei fatti di Capitol Hill. Ciò non toglie, comunque, che svariati utenti dei social network venuti a contatto con «Birds aren’t real» l’abbiano scambiata per una autentica, ed ennesima, teoria cospirazionista, sebbene la maggioranza di chi la conosce ne comprenda e condivida l’intento dissacratorio e la richiesta di riportare veridicità e consapevolezza al centro della sfera pubblica democratica.

Una trovata creativa e intelligente che potrebbe – e forse dovrebbe – spingerci a riflettere sulle condizioni nelle quali versa l’opinione pubblica (non solo americana), apparentemente smarrita e incapace di orientarsi nel magma comunicativo nel quale siamo immersi.

È diventato quasi un Leitmotiv attribuire la responsabilità di un simile stato di cose ai social. Nessuno nega, ci mancherebbe, che Facebook, Twitter, Instagram, Tiktok, Twitch e innumerevoli altre piattaforme abbiano mutato non solo la percezione della realtà e buona parte dei comportamenti dell’opinione pubblica, ma persino la sua stessa composizione. Eppure, a chi scrive non pare convincente assumere, a tal proposito, una prospettiva catastrofista e apocalittica, come quella – pur intellettualmente assai stimolante – sviluppata dal filosofo Byung-Chul Han, una delle voci più ascoltate nel dibattito contemporaneo.

Se è vero – e lo è di sicuro – che l’opinione pubblica stia mostrando una manifesta difficoltà a ricoprire la funzione ‘classica’ attribuitale in passato, quella di contropotere composto da individui e gruppi capaci di interpretare criticamente e filtrare i messaggi provenienti dall’alto e dal basso, le cause appaiono molteplici. Dall’accelerazione dei processi comunicativi all’overload informativo, dal crollo dell’idea novecentesca di partito politico alla dematerializzazione dei cicli produttivi, per tacere della pervasività dei riferimenti a uno scenario necessariamente globale, ma spesso avvertito come oscuro e distante, le motivazioni abbondano.

Sicché, come ha splendidamente chiarito William Davies, i richiami tribali ed emotivi si rivelano troppo seducenti per non riscuotere approvazione e successo; la medesima accoglienza riservata alle loro incarnazioni politiche maggiormente contigue, nazional-populismo e sovranismo. Ma è proprio qui che dovrebbe emergere una risposta convincente da parte di chiunque abbia a cuore il fondamento razionale e istituzionale delle nostre società (sino a quando?) aperte.

Ecco perché, di fronte a uno scenario francamente scoraggiante, ben vengano i tentativi come quello elaborato da McIndoe e i suoi giovani collaboratori. L’obiezione potrebbe sorgere spontanea: non basta. Chi lo nega? Ma fenomeni come «Birds aren’t real» portano con sé un vantaggio che li rende vincenti: coinvolgere le generazioni dei nativi digitali, che se talvolta possono tradire ingenuità ed eccessiva fiducia nel maneggiare gli strumenti che la rete mette a loro disposizione, sono ben più attenti a cogliere i cambiamenti in atto e smascherare i tentativi di manipolazione cui, invece, risultano credere con maggiore facilità le fasce d’età meno verdi.

Se desideriamo ridurre la polarizzazione e l’apatia del pubblico contemporaneo, insomma, forse dovremmo compiere un atto di fede e affidarci a quanti non si rassegnano a vivere nell’epoca della post-verità ma lottano, spesso con mezzi non convenzionali, per riportare pluralismo, tolleranza, capacità di argomentare e coscienza critica al centro delle nostre vite. Magari anche sfruttando una qualità che sembriamo aver dimenticato: la fantasia.

Condividi:

  • Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
  • Altro
  • Fai clic qui per stampare (Si apre in una nuova finestra)
  • Fai clic qui per inviare l'articolo via mail ad un amico (Si apre in una nuova finestra)

Archiviato in: Interventi Etichettato con: complottismo, comunicazione

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche su controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie

Commenti

  1. Marco Tarchi dice

    8 Novembre 2022 at 22:22

    Se si parla dell’uso di richiami emotivi in politiuca, oltre agli abusati nazional-populismo e sovranismo, è il caso di citare il progressismo, che liquida fenomeni come l’immigrazione di massa con il ricorso alla commozione e alla compassione così come sull’altro versante si fa con l’evocazione della paura. Due retoriche simmetriche, anche se solo una è “politicamente corretta”. E quanto al tribalismo, quello di taluni gruppuscoli settari del dopo-Sessantotto ha poco da invidiare a quello degli equivalenti odierni di opposto segno.

    Rispondi
  2. Luigi Marchetti dice

    8 Novembre 2022 at 10:03

    Iniziativa geniale: l’intento dissacratorio è più efficace di tante riflessioni………..

    Rispondi
  3. dino cofrancesco dice

    8 Novembre 2022 at 8:38

    Articolo eccellente che demistifica tanta letteratura complottista sul complottismo.

    Rispondi

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Tema in discussione

  • Populismo
  • Cattolici e politica
  • Tema. Svolgimento
  • Comunicazione politica
  • Fatti e disfatti
  • Rientro a scuola. La sfida al Covid
  • Il vaccino della conoscenza
  • Guerra russo-ucraina

Newsletter

* campi obbligatori

Commenti recenti

  • Luigi Marchetti su Napolitano per me: pensiero e azione
  • Maria Zanichelli su Napolitano per me: pensiero e azione
  • Dino Cofrancesco su Napolitano per me: pensiero e azione

GLI AUTORI

Presidenzialismo - immagine

IL TEMA IN DISCUSSIONE

In tema di riforme costituzionali

15 Maggio 2023 di Gianfranco Pasquino 2 commenti

Avendo visto con piacere moltissimi suoi libri nella biblioteca di Gianfranco Pasquino, il grande scrittore Italo Calvino gli ha mandato il breve testo che segue con preghiera di pubblicazione. … [continua]

Archiviato in: Interventi Etichettato con: Governo italiano, Presidenzialismo, Italo Calvino

Riforme istituzionali: meglio Madrid o Berlino che Parigi

2 Febbraio 2023 di Salvatore Curreri Lascia un commento

È naturale guardare con un certo disincanto all’attuale dibattito sul presidenzialismo. Da quarant’anni, infatti, nel nostro Paese si discute di riforme istituzionali per dare maggiore stabilità ai Governi, di fatto inutilmente. Tutte le precedenti proposte infatti o si sono arenate in Parlamento oppure sono state respinte per referendum dagli elettori. Nemmeno il clima di unità nazionale che ha … [continua]

Archiviato in: Il tema in discussione Etichettato con: Presidenzialismo

Presidenzialismo, parola ipnotica

12 Gennaio 2023 di Pino Pisicchio Lascia un commento

«Paradoxaforum» mi consentirà una personale piccola finestra della memoria. Nei primi anni duemila, ragionando nelle pause del voto d'aula a Montecitorio con Saverio Vertone, intellettuale disorganico e perciò libero e in quel tempo anche deputato, formammo insieme un sodalizio contro le parole ipnotiche. … [continua]

Archiviato in: Il tema in discussione Etichettato con: Presidenzialismo

2023: l’anno delle invenzioni istituzionali

5 Gennaio 2023 di Giuseppe Ieraci Lascia un commento

La conferenza stampa di fine 2022 della nostra Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha riportato all’attenzione la questione delle riforme istituzionali. Mi ha colpito questa sua affermazione testuale: «Per quello che mi riguarda, modelli ce ne sono diversi e […] si possono anche inventare. Si possono fare tantissime cose […]». … [continua]

Archiviato in: Il tema in discussione Etichettato con: Presidenzialismo

Galleria fotografica

Questo slideshow richiede JavaScript.

Archivi

Contattaci

Nova Spes International Foundation
Piazza Adriana 15
00193 Roma

Tel. / Fax 0668307900
email: nova.spes@tiscali.it

Statistiche

  • 134.899 clic

Seguici

  • Facebook
  • Instagram
  • Twitter
  • YouTube

© Copyright 2016 Paradoxa Forum · All Rights Reserved

loading Annulla
L'articolo non è stato pubblicato, controlla gli indirizzi e-mail!
Verifica dell'e-mail non riuscita. Riprova.
Ci dispiace, il tuo blog non consente di condividere articoli tramite e-mail.