Da troppo tempo alcuni leader sindacali valutano l’esito di uno sciopero con riferimento esclusivo al numero/alla percentuale dei partecipanti, degli scioperanti. Spesso, con qualsiasi governo, la Confindustria sembra preferire il silenzio, ne segue una guerra di cifre, più o meno affidabili che l’opinione pubblica non è mai in grado di valutare. Purtroppo, a quello che so, nessuno va a vedere e dice se l’obiettivo dello sciopero è stato effettivamente, in tutto o in quanta parte, conseguito. Si è impedita la chiusura di una fabbrica? è stato revocato il licenziamento di uno o più lavoratori? sono migliorate le condizioni e i tempi di lavoro? è ripartita la contrattazione sui salari? infine, con riferimento al più recente sciopero generale, saliranno adesso i salari italiani tristemente e pericolosamente collocati fra i più bassi degli Stati membri dell’Unione Europea?
La mia domanda di fondo è: ‘quando lo sciopero è il migliore e il più efficace strumento di lotta dei lavoratori?’ Nessun retropensiero, ritengo che sia necessario cercare e trovare al più presto strumenti nuovi che i lavoratori dipendenti e i loro rappresentanti sindacali riescano ad usare flessibilmente con probabilità di maggior successo. Non intendo ledere nessuna suscettibile maestà di leader sindacali dallo stentoreo ego, subito difesi da qualche commentatrice che ha a cuore, ‘com’è buona lei!’, la causa di chi è in condizioni di debolezza relativa e che neppure si interroga su eventuali alternative. Il conflitto è e rimane, come sanno soprattutto i liberali-liberali, la fonte principale dell’innovazione.
Il fatto che la CISL non abbia sentito il bisogno di partecipare a molti degli scioperi recenti, indetti congiuntamente da CGIL e UIL, compreso lo sciopero generale, non turba nessun sogno dei corifei di Landini&Co. Anzi, schierarsi con le posizioni e le esternazioni del segretario generale della CGIL viene considerato decisivo anche poiché è segno di opposizione (rivolta sociale, sic, contro) ad un governo in odore, e forse più, di fascismo.
Fermo restando che, personalmente, non ho neanche il minimo dubbio che tutti gli scioperi sono legittimi, semmai da criticare in casi di violenza e distruzioni, e che so che specialmente lo sciopero generale è politico nel senso migliore del termine contrapponendosi alla politica del governo, i miei due interrogativi di fondo rimangono: quando e come lo sciopero è ancora efficace e serve davvero a migliorare le condizioni dei lavoratori? oltre che auspicabile, non è anche venuto il tempo di procedere a trovare modalità alternative di lotta che, in aggiunta ad un maggior coinvolgimento dell’opinione pubblica, giovino al sistema economico e politico? Non sarebbe questo il ritorno del sindacato a svolgere quella funzione nazionale tenacemente argomentata dai dirigenti sindacali italiani negli anni Cinquanta e seguenti e allora svolta con notevole successo?
Roberto Pertile dice
la contrattazione salariale non è più omnicomprensiva di ogni elemento costituente la tutela del lavoratore . Il benessere del lavoratore viene ottenuto soprattutto all’interno della Comunità territoriale mediante le politiche per il consenso sociale.
PS è la prima volta che leggo e commento l’articolo “Con gli scioperanti…”. E’ la prima volta che vengo in contatto con Paradoxa.
Roberto Pertile dice
la contrattazione salariale non è più omnicomprensiva di ogni elemento costituente la tutela del lavoratore . Il benessere del lavoratore viene ottenuto soprattutto all’interno della Comunità territoriale mediante le politiche per il consenso sociale.
Enrico dice
Anch’io partecipando alla manifestazione della mia città mi sono fatto alcune domande in analogia con il dott. Pasqiino. Mio spunto personale di vecchio Trentiniano e’ che non si può’ prescindere dalla sfera dell’organizzazione della produzione/servizio e dalla qualità’ del lavoro. In seconda battuta gli organismi di rappresentanza devono svolgere uno sguardo al territorio ed ai soggetti che vi operano e vivono. E’ poco in confronto all’esplodere delle diverse crisi in atto, primis l’auto. Ma da qualche parte bisogna iniziare un ragionamento. Grazie
Gianfranco Pasquino dice
benvenuto fra i commentatori, resti connesso, dialogo pluralista fa sempre bene
Michele Magno dice
Condivido in toto
Gianfranco Pasquino dice
ringrazio in toto, ma sento che c’è molto lavoro da fare accuratamente.