La prima reazione collettiva di fronte all’emergenza è stata all’insegna di un sorprendente senso di appartenenza e di solidarietà. Si è avvertito l’impegno della società, si è percepita la responsabilità dello Stato, soprattutto si è sentita pulsare la comunità nazionale a cui d’istinto si attribuisce il valore di un’appartenenza motivante.
Non è poco; come se l’evidenza dell’essere-con riemergesse dal fondo oscuro di un individualismo tanto irreale quanto diffuso e propagandato. Non è lo Stato che ci tiene insieme, non è la separazione individuale che ci basta; né il gioco tra questi due poli astratti genera qualcosa. Istituzione pubblica e individualità separata non danno motivazione al vivere insieme, e nemmeno a se stesse.